lunedì 16 dicembre 2013

GALLINA VECCHIA FA (ANCORA) BUON BRODO

Sono i “nonni” per i giovani aggregati in prima squadra, qualcuno preferirebbe chiamarli “saggi” o “maestri”, sono i veri capitani delle loro squadre, anche se non tutti indossano la fascia virtuale. Sono i ragazzi degli anni ’70, quei giocatori del nostro campionato, italiani e stranieri, che ancora si divertono sul parquet e contribuiscono in maniera attiva ai risultati dei rispettivi team nonostante ormai le primavere sulle spalle sono almeno 35.

Jaka Lakovic Valerio Spinelli

Del ’78 il primo, un anno più giovane il secondo, sono i 2 play della Scandone. Lakovic, sloveno di Lubiana, ha giocato nelle squadre più competitive d’Europa: Panathinaikos, Barcellona e Galatasaray. Arrivato in Italia come grande colpo di mercato all’inizio del 2013, ha subito convinto tutti disputando una grande seconda parte di stagione in Irpinia tra 13,7 punti e una dose industriale di assist. Quest’anno invece non è riuscito ancora a ripetere le giocate del campionato appena passato, complice anche l’inizio non esaltante dei Lupi. Certo, un giocatore della sua caratura ed esperienza riesce sempre a “salvare la faccia” grazie alle sue doti tecniche e alla mano calda, ma da lui Vitucci si aspetta una leadership che porti i bianco-verdi a competere tra le primissime posizioni.
Valerio Spinelli è nato a Napoli 34 anni fa e, dopo una gavetta tra B1 e Legadue, è ormai una presenza costante dei roster della massima serie. Le sue cifre sono sensibilmente calate dagli anni delle serie minori ma come play di riserva è un lusso di cui Avellino può vantarsi. I suoi 6,7 punti di media della stagione appena passata sono un buon biglietto da visita ma anche lui ha risentito della partenza ad handicap di quest’anno scendendo in tutte le percentuali. Giocatore caparbio, tornando sui suoi livelli, probabilmente non toglierà minuti a Lakovic ma potrebbe portare Avellino in quelle posizioni pronosticate ad inizio anno.


Marco Mordente e Andrea Michelori

Anche loro compagni di squadra e anche loro attivi in Campania. Due nomi che in Italia sentiamo dalla stagione 1996-1997, entrambi ex nazionali. Mordente, teramano quasi 35enne (il 7 gennaio), è una guardia che ormai da due stagioni si è accasato in Campania. Inizia a Milano e nella città meneghina tornerà 3 volte per un totale di 8 stagioni sotto il Duomo. Reggio Emilia (2 volte) e Treviso sono le altre sue importanti tappe. In queste 3 città conquisterà 1 Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa e 1 promozione nella massima serie. Nonostante l’età i minuti sul parquet sono quasi 25 e ciò indica una condizione atletica e una freschezza fisica ancora invidiabile per molti suoi coetanei. 8,7 punti di media con il 50% da 2 sono le sue cifre di quest’anno.
La Pasta Reggia si è presentata ai nastri di partenza con una squadra molto giovane in cui i fari al servizio di coach Lele Molin sono 2, Mordy in guardia e Miche sotto canestro.
Andrea Michelori al sud è sceso solo per andare a giocare nella Juve, prima Milano, Biella, Cantù e Bologna. Il suo palmarès è doppio rispetto a quello dell’amico Mordente ma in Nazionale la carriera è di sole 6 presenze ai Mondiali del 2006 con 4 punti di media. Ala/centro che non ha mai raggiunto i 10 punti di media a campionato, quest’anno si è destreggiato bene in qualche partita mentre in molte altre ha patito l’atletismo e l’altezza maggiore di molti centri avversari. La permanenza in Serie A è un obiettivo più che abbordabile che Caserta non si farà certo sfuggire, sarà importante il lavoro anche psicologico dei due veterani in particolare con i più giovani.

Giacomo Galanda

Il Gek è stato uno dei giocatori più gloriosi della storia del basket italiano. Nato a Udine nel gennaio del ’75 è stato uno dei perni di Verona, Bologna e Siena, mentre è letteralmente idolatrato a Varese, in cui è stato tra i protagonisti dello storico scudetto dei Roosters nel ’99 (anno in cui ha vinto anche gli Europei con la Nazionale) e in cui ha disputato anche una stagione in Legadue. Ala/(ma soprattutto)centro l’anno prossimo festeggerà i 20 anni di carriera professionistica e c’è da scommetterci che non appenderà le scarpette al chiodo almeno fino ai 40. È la terza stagione che il numero 10 disputa a Pistoia: i campionati di Legadue lo vedevano scendere in campo quasi sempre in quintetto, il ritorno in Serie A invece non è stato dei migliori vista anche la concorrenza col più giovane JaJuan Johnson, ma nonostante questo il Gek riesce ancora a dare il suo contributo mettendo nel cesto qualche punto nei minuti che coach Paolino Moretti gli concede. La lotta per la sopravvivenza nella massima serie vede i toscani giocarsela con Pesaro e Montegranaro ma grazie al contributo degli americani, che sembrano aver preso confidenza col nostro campionato, la zona rossa è stata già messa alle spalle. 


Manuel Vanuzzo

Trentotto anni e non sentirli. Soprannominato “Capità” l’ala sassarese ha iniziato la sua carriera a Montecatini, poi è passato da Messina per giocare a Milano un paio di stagioni. Va a Borgomanero nel 2004 e, dopo due stagioni, rimane in Legadue accasandosi alla corte sassarese. Nonostante i punti a referto non siano mai stati troppi le sue percentuali sono comunque di una certa importanza in particolare dai 6,75 in cui anche nella stagione passata si è distinto con quasi il 40% di media. Anche in questa stagione il tiro dalla lunga lo sta consacrando come uno dei maggiori bombardieri del nostro campionato e non è stato raro che l’ultimo tiro gli fosse affidato (meno negli ultimi anni in cui Drake Diener ha fatto vedere cose favolose a fil di sirena). Non sappiamo per quanto ancora Vanuzzo abbia intenzione di giocare, certo è che le ultime stagioni del Banco di Sardegna condite da successi a raffica  facciano venire l’acquolina in bocca anche al buon vecchio ragazzo veneziano.

Alvin Young

Leader designato di una formazione che quest’anno sta facendo molta fatica e a cui è chiesto un mezzo miracolo per rimanere in Serie A. Molti giovani, alcuni prospetti interessanti (leggi Anosike), un leader italiano (Pecile) e un allenatore in campo, Young appunto. Uscito da Niagara nel ’99 ha militato in Italia per la maggior parte della sua carriera cestistica, diventando un idolo per i tifosi di Reggio Emilia. Le ultime stagioni le ha passate a Venezia dimostrando di poter dire ancora la sua soprattutto in fase offensiva. La sfida che Young ha raccolto è di quelle davvero difficili da realizzare, soprattutto se ad una guardia i tiri iniziano a non entrare. La salvezza di Pesaro deve passare soprattutto dalle sue mani, dalle sue bombe, dalla sua esperienza.


Dimitri Lauwers

La professionalità al potere. Lauwers è stato uno dei giocatori più amati in tutte le squadre in cui ha militato. I palazzetti di Belgio e Francia sono stati quelli che hanno visto le gesta della guardia di Liuk che nel nostro Paese ha militato a Teramo, Scafati, Bologna, Varese, Avellino e Verona prima di passare nella piccola Montegranaro. Buon tiratore, nelle ultime stagioni ha visto decrescere sia le percentuali che il minutaggio anche se quest’anno Recalcati, allenatore di una certa esperienza e di una saggezza fuori dal comune, sembrerebbe puntare su di lui anche come leader in uno spogliatoio popolato da ragazzi degli anni ’90 che si sono appena affacciati al basket che conta.


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