sabato 11 gennaio 2014

COME UNA FORMICA

Esopo racconta in un’antica e famosa favola che la formica durante l’inverno lavorava, mentre la cicala pensava a cantare; arrivato l’inverno la formica aveva di che nutrirsi viste le scorte che aveva accumulato durante i mesi di lavoro, al contrario della cicala che aveva badato solo a divertirsi. La formica di questo periodo porta il nome di Giorgio Tesi Group Pistoia, squadra di basket toscana che, passo dopo passo, sta mettendo da parte le provviste necessarie per sopravvivere in Serie A e per non morire di fame in eventuali momenti di carestia da vittorie. 


La squadra del presidente Maltinti è la neopromossa di stagione e i frutti che sta raccogliendo di settimana in settimana sono di quelli sempre più gustosi. Dopo un avvio stentato che ha portato in dote 4 sconfitte in altrettante gare, i biancorossi hanno iniziato a mostrare un buon gioco e a portare a casa il referto rosa con sempre maggior costanza.
Tra i protagonisti dell’ottimo momento di Pistoia c’è sicuramente coach Paolo Moretti, 44enne aretino con un passato da giocatore nel massimo campionato, presente anche nel giro della Nazionale. L’apice della sua carriera in panchina l’aveva raggiunto nella stagione 2005-2006 quando fu ingaggiato da Livorno per guidare la squadra in Serie A ma, dopo una stagione non esaltante, decide di ripartire dal basso, a Brindisi, B1. In Puglia rimane il tempo di una stagione poi, dal 2008, si lega a Pistoia, compagine di Legadue, con cui il matrimonio continua felicemente. Moretti si sta dimostrando un ottimo allenatore, non solo per lo spirito di gruppo che è riuscito a installare tra i suoi ragazzi ma per il bel gioco che la squadra dimostra di conoscere. Da notare come la Giorgio Tesi Group è la squadra che subisce meno canestri nei tiri da 2, elemento non indifferente dal momento che, come recita un vecchio adagio, il miglior attacco è la difesa.
Eccetto che a Porto San Giorgio le vittorie sono arrivate tutte tra le mura amiche del PalaCarrara, impianto piccolo (nemmeno 4000 spettatori) con il pubblico molto vicino al campo che fa letteralmente sentire ai proprio beniamini il proprio appoggio. Cremona, Pesaro, Varese, Venezia e Bologna sono le squadre che hanno dovuto pagare dazio al cospetto dei Moretti Boys, bravi nel far valere la spinta ricevuta dai tifosi di casa (non è un caso che alcuni allenatori nell’intervista pre-partita abbiano parlato proprio del clima che si respira all’interno del palazzetto toscano). 


Spulciando i nomi del roster si noterà la scelta fatta dalla società per una squadra corta, ma d’altronde l’obiettivo è la salvezza, costruita con la formula 5 + 5 (cinque italiani e cinque USA). Per quanto riguarda i nostri compatrioti il nome che spicca è quello di Giacomo Galanda, uno degli eroi del basket tricolore degli ultimi 20 anni, ormai non più un giovane ma che a Pistoia ha deciso di dedicarsi ormai da 3 stagioni a questa parte. I minuti in campo sono circa 15, il fisico e la velocità non sono quelli di una volta, ma il Gek ha conservato una mano che da 3 sa ancora regalare emozioni. Un discorso simile vale per Guido Meini, quasi 18 anni passati nelle serie minori, in particolare in Legadue, eccetto una stagione a Venezia, 3 anni fa. Il play di Pescia non mette in cascina delle cifre che rimarranno negli annali ma è utile per far rifiatare il pari ruolo titolare. Riccardo Cortese, classe ’86, è tornato a giocare nella massima serie dopo qualche anno di assenza; le cifre sono praticamente uguali a quelle della sua stagione ad Avellino ma il maggior utilizzo fa sì che i punti messi a referto siano aumentati. Al centro Davide Bozzetto e alla guardia/ala Francesco Evotti tocca invece seguire i compagni dalla panchina. 


Capitolo americani: i giocatori a stelle e strisce non solo vanno scelti ma vanno anche indovinati. Puntare sui giocatori sbagliati è rischioso anche perché gli americani costano di più degli italiani e, inevitabilmente, tocca a loro innalzare il livello e la competitività della squadra. Ed Daniel è alla sua prima esperienza da professionista dopo il quadriennio a Murray State; faccia simpatica, una mole di capelli difficilmente superabile, l’ala di Birmingham (Alabama) è un buon rimbalzista e sicuramente fa dell’atletismo una delle sue armi migliori. Brad Wanamaker è il play titolare della Giorgio Tesi Group. Quando nelle prime giornate di campionato la vittoria non arrivava il principale bersaglio delle critiche è stato il ragazzo di Filadelfia, reo di non saper “far girare la squadra”. In effetti Wanamaker, in Italia già attivo a Teramo e Forlì ma per brevissimo tempo in entrambe le occasioni, non è un play puro ma, nonostante tutto, col passare delle settimane è riuscito a prendere per mano i suoi compagni e a trascinarli con 15 punti di media a partita. Deron Washington arriva in Toscana via Netanya (Israele), squadra nella quale l’anno scorso si è messo in mostra con buone percentuali in tutte le voci statistiche. Il suo tallone d’Achille sono i liberi, ma sia da 2 che da 3 quest’anno viaggia intorno al 45%. Il suo atletismo, la sua velocità, la sua precisione sono tutte armi che Pistoia ha imparato a conoscere e che tenta di innescare ogni qual volta la squadra si trova in difficoltà. Il ruolo di guardia è ricoperto da Kyle Gibson, losangelino alla prima esperienza fuori dagli USA. Quest’anno tira peggio rispetto alle precedenti stagioni ma nei finali di partita può essere un’arma non indifferente vista la sua quasi infallibilità dalla lunetta. Il ruolo del leone sotto canestro tocca a JaJuan Johnson, giovane ala/centro di 208 cm. Fisico asciutto adatto anche al gioco spettacolare, il numero 25 è alla prima esperienza europea dopo aver calcato i parquet dei campionati NCAA, NBA e D-LEAGUE. Proprio l’esperienza nel campionato di basket più importante del mondo fa capire l’effettiva caratura del ragazzo di Indianapolis, scelta numero 27 del draft del 2011. È il giocatore probabilmente più in forma tra i suoi e, nonostante sia inesistente dai 6,75 e ai liberi sia tutt’altro che un cecchino, la sua presenza sotto i tabelloni risulta essere fondamentale in entrambi le fasi di gioco. Ragazzo che sa anche prendersi delle responsabilità, rimane negli occhi l’ultima magia, il game winner contro Bologna che ha condannato le V Nere a tornare in Emilia a mani vuote.

L’obiettivo che a inizio stagione la società si era prefissato era quello della salvezza; per il gioco espresso e le vittorie ottenute ormai molti lo considerano effettivamente raggiunto, anche se ancora non siamo arrivati nemmeno a metà stagione. A meno di clamorosi scivoloni la Giorgio Tesi Group non tornerà nel Purgatorio della Legadue ma, per essere realisti non bisogna nemmeno fare proclami che hanno per oggetto i playoff e le Final Eight. Intanto però a Pistoia i tifosi mostrano un sorriso smagliante, pronti a divertirsi e a sperare che i biancorossi continuino a regalare loro le gioie che da qualche mese a questa parte hanno caratterizzato i pomeriggi del PalaCarrara.

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