martedì 22 ottobre 2013

NBA MARKET: WESTERN CONFERENCE

Promossi

Houston Rockets: regina indiscussa del mercato NBA grazie all'accordo raggiunto con Dwight Howard (quadriennale da 80 milioni di dollari), ora Houston può sognare in grande. Nessuno si pesterà i piedi con il gigante ex Lakers, come succedeva in California con Gasol o come sarebbe successo ai Mavs con Nowitzki, una delle papabili destinazioni prima dell'annuncio, anzi Harden sembra il compagno ideale, che sappia anche in parte rubargli le luci della ribalta e non fargli sentire troppo fiato sul collo. Se Lin tornerà sui livelli della Linsanity newyorkese ci sarà da divertirsi in Texas. Il pronostico li vede tra le pretendenti alle prime posizioni a Ovest e pronti per una post-season da protagonisti.
Golden State Warriors: l'acquisto di Iguodala (quadriennale da 48 milioni di dollari), può far volare una compagine già di livello assoluto come i Warriors. Curry l'anno scorso è stato al limite del reale e i giovani hanno girato tutti al meglio, soprattutto nella post season. Se confermeranno il trend che li vede tra i migliori attaccanti della NBA, Iggy aiuterà a chiudere il lucchetto in difesa e consentirà, se possibile, di correre anche più veloci di quanto fatto finora. Golden State è una delle pretendenti al titolo di Conference, ma, a mio parere, deve iniziare a conquistare un record positivo e a inserirsi nei primi posti a Ovest, giocando al meglio durante il corso della stagione. Il resto è tutto da vedere.



Minnesota Timberwolves: Martin e Brewer sono due acquisti da non sottovalutare e potenzialmente costituiscono un attacco stellare, coprendo le falde del tiro oltre l'arco e di apertura e spaziatura del campo, con Love e Rubio. La difesa preoccupa non poco e la grana infortuni a Minneapolis è sempre in agguato. Tutto dipenderà da come girerà la buona sorte e se i vari pezzi si incastreranno a dovere. Molto buone le scelte al Draft di Muhammad (#14) e Dieng (#21), che aiutano a rendere la panchina dei lupi grigi profonda e di spessore nei ruoli di guardia e centro. Sono da playoff, ma c'è bisogno di un aiuto della fortuna. Nessuna pretesa di titolo, almeno per ora, anche se il talento c'è, eccome.
Los Angeles Clippers: il vero acquisto estivo è il coach, niente meno che Doc Rivers, ultimo in grado di portare i Celtics al titolo NBA. Se sarà lasciato libero di lavorare potrà guidare Chris Paul, altro “acquisto” decisivo con il suo rinnovo (quinquennale da 107 milioni di dollari), e compagni a traguardi ancora inesplorati dai Clipps. Rafforzatissimi dal punto di vista delle guardie, con l'acquisto di Redick, Dudley e Collison, manca forse un po' di peso sotto canestro alle spalle di Jordan e Griffin. Sono tra le possibili sorprese a Ovest e puntano dritti alla post-season anche se, viste le ultime stagioni, aspetto prima di concedermi a inutili trionfalismi. Se non altro ora hanno un tecnico all'altezza dei loro sogni.



Dallas Mavericks: si è vero, si sono fatti tanti nomi altisonanti in casa Mavericks quest'estate e, forse, ci si attendeva arrivasse quel qualcosa in più per riportarli alla soglia dell'elitè. Però acquisti come Calderon con Ellis, per far girare il pallone meglio di quanto visto nell'ultima stagione, e Blair con Dalembert, per dare una mano ai longevi Carter, Nowitzki e Marion sotto canestro, non sono da sottovalutare. A mio parere potranno fare molto meglio dell'anno scorso, anche considerando che il tedesco inizierà a giocare dalla prima e non a metà stagione. Saranno invischiati nella lotta per un posto utile per la post-season e sapranno come darsi da fare per conquistarlo.
Limbo

Denver Nuggets: sicuramente la migliore in questo mercato estivo delle squadre in questa categoria di mezzo, vede partire uno dei suoi uomini franchigia, Iguodala, e il centro da quintetto, Koufos, ma trova degli innesti niente male in Hickson, in entrata dai Trail Blazers, e Robinson, ex Bulls, oltre che parti utili nel meccanismo del neo-coach Brian Shaw in Foye e Arthur. Sicuramente più completi dello scorso anno devono capire quanto peserà l’assenza di Iggy, ma soprattutto in che modo saprà tornare Gallinari dopo il grave infortunio al ginocchio. Nella mischia per una qualificazione alla post-season, senza certezze alcune.

Sacramento Kings: passata la paura di veder cancellata la franchigia, ecco subito un'ottima scelta al Draft, altra numero #1 pronosticata, ma non avveratasi. Ben McLemore (#7) meritava maggior fiducia da chi ha preceduto Sacramento, ma la guardia sarà utilissima ai Kings in coppia con Vasquez, uno dei migliori acquisti estivi a mio parere. Ottimo passatore, con anche 14 punti a partita nelle mani, insieme a Landry e Mbah a Moute rafforza una squadra che è da tempo sotto il 50% di vittorie. Prevedo una stagione con qualche successo in più delle passate e se Cousins decide che è ora di mostrare tutte le sue doti e fare il fenomeno.. ci sarà da divertirsi !



Portland Trail Blazers: peccato per Hickson, che a mio giudizio era un compagno perfetto per Aldridge, ma l'arrivo di Lopez dai Pelicans tappa parzialmente la falda. Mo Williams sarà il cambio dello straordinario Lillard e ben 5 scelte nelle prime 45 al Draft, tra cui spicca McCollum alla #10, fanno ben sperare per la prossima stagione. Se gli infortuni lasceranno un po' perdere i beniamini del Rose Garden potranno ambire a un posto per l'ultimo treno utile ai playoff, altrimenti la vedo dura, contro una concorrenza sempre più agguerrita. Chissà però che la coppia Lillard-Aldridge non abbia altri programmi in serbo.

Phoenix Suns: dopo una stagione disastrosa, l’ultima, ai limiti dell’imbarazzante, ecco che i Suns, non potendo fare un mercato estivo da protagonista, hanno almeno cercato di salvare la faccia e, a mio parere, ci sono riusciti. Gli acquisti di Bledsoe dai Clippers e di Green dai Pacers sono innesti davvero utili, che compensano le partenze di Dudley e Scola per il percorso inverso dai sopra citati. Occhio inoltre al Draft: Alex Len (#6) è un centro formidabile che non dovrebbe far rimpiangere l’argentino sotto canestro, oltre a poter potenzialmente concedere qualche gradita sorpresa ai Suns. Non sono da playoff, ma apprezzo lo sforzo.

Bocciati

Oklahoma City Thunder: i draftati Adams (#12), Roberson (#26) e Abrines (#32), il rinnovo di Fisher e l’acquisto di Gomes non possono soddisfare i palati dei finalisti NBA di due anni fa, che l’anno scorso hanno dovuto prematuramente dare addio ai playoff solo per l’infortunio occorso a Westbrook. Perso Harden ormai da due stagioni, perso Martin quest’anno, doveva arrivare qualche nome più importante per rimpolpare il roster, che ora sembra un po’ scarno per avere pretese da titolo. Si qualificheranno per la post-season, ma, a mio parere, non andranno molto lontano.

Memphis Grizzlies: senza infamia e senza lode. Hanno confermato Allen e Bayless, acquisito Miller e nulla più. Bocciati perché, a mio giudizio, con qualche innesto mirato in più, sarebbero diventati una squadra potenzialmente da titolo. Resta da capire dove hanno sbagliato nello sweep contro gli Spurs che li ha estromessi dai playoff dello scorso anno a una serie dalle Finals, ma il tempo stringe e nel frattempo molte squadre sono salite di livello, lasciando i Grizzlies nella mischia delle buone, ottime squadre a Ovest. Chi ne uscirà vivo? Lo scopriremo a fine regular season.

San Antonio Spurs: idem come sopra. Belinelli e Pendergraph, oltre ai rinnovi di Splitter e Ginobili, basteranno per confermarsi la regione di Conference? Tutto dipenderà da come si innesteranno i nuovi acquisti nelle altre compagini. Fatto sta che, Warriors a parte, le quattro semifinaliste a Ovest dello scorso anno, hanno deciso di restare nel buio in questo mercato estivo. E se a Golden State il quintetto è già da titolo, anche nelle altre franchigie il livello è salito e non di poco. Sicuri della post-season, a meno di disastri mai visti in casa Pop, sarà tutto da vedere ciò che succederà in seguito. Gli Spurs, però, non hanno fatto nulla per rendere più agevole la loro strada.

Los Angeles Lakers: Kaman e Young sono due buoni acquisti, ma se li mettiamo a confronto con le cessioni di Metta World Peace e, soprattutto, Howard il tutto assume tratti meno gloriosi. Hanno già in mente il 2014 e la free agency che infiammerà il prossimo mercato estivo, i Lakers di d'Antoni. Se l'anno scorso il settimo posto a Ovest è stato raggiunto solo nell'ultima gara di stagione regolare, ora, senza Bryant ancora per un po', non voglio immaginare cosa succederà allo Staples. Se fossimo in Serie A calcistica, sarebbero da retrocessione, senza se e senza ma. Fortuna che devono aspettare solo un anno per tornare, come sembra, al vertice.

Utah Jazz: com'è umanamente possibile accollarsi 24 milioni di dollari sul salary cap per avere in squadra Jefferson, Biedrins e Rush? Fortuna che andranno tutti in scadenza tra un anno, se no sarebbe stato davvero il flop del secolo a una stagione dalla più ricca free agency da molto tempo a questa parte. Oltre a questi, Lucas e una scelta controversa alla #9 con Burke, nulla più. Senza Millsap prevedo una stagione fallimentare sotto tutti gli aspetti in casa Jazz. I playoff saranno un miraggio da cercare col binocolo e la prossima stagione ci vorrà una rinascita completa, a meno che non si voglia stare lontani dai posti che contano per molti, molti anni.

Surprising One


New Orleans Pelicans: sorpresa non solo per il nuovo nome e il nuovo logo della franchigia, ma anche per gli acquisti del mercato estivo, a metà tra il sorprendente e l'inspiegabile. Avere nel proprio roster la prima scelta mancata, causa grave infortunio, Nerlens Noel (#6), centro dalle qualità eccellenti, e il terzo miglior assist-man della Lega, Vasquez, che ha avuto nelle mani 9 passaggi vincenti a partita la scorsa regular season, e decidere di scambiarli per Holiday, playmaker mai davvero esploso tra le fila dei 76ers, ed Evans, eterna promessa, mai diventata però una rivelazione, è qualcosa apparentemente senza senso. Gli acquisti di Morrow e Stiensma aumentano la profondità in panca, ma questa squadra è, per ora, incommentabile. Se i nuovi Pelicans abbiano fatto un errore colossale o la genialata dell'anno ce lo dirà solo il campo, where amazing happens.


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