sabato 18 maggio 2013

L'ANGOLO DEL FOLKRORE - AFFONDA LA BARCA CATALANA: REAL MADRID IN FINALE DI EUROLEGA


A prescindere da come sia andata a finire la finale di Londra contro l'Olympiacos, campione in carica, che ha completato uno storico back to back continentale trionfando ancora domenica scorsa, il Real Madrid si è tolto più di un sassolino dalla scarpa battendo il Barcellona nella semifinale del venerdì e guadagnandosi il primo scontro per il titolo di campione d'Europa addirittura dal 1995.

Viste le quasi contemporanee semifinali del calcio che avrebbero potuto portare a un match tutto iberico tra i due club anche in finale di Champions League, il popolo castigliano e quello catalano già pregustavano una doppia sfida al cardiopalma nei due sport di maggiore interesse del Paese. Le cose non sono andate invece bene nel futbol, che ha visto trionfare le formazioni tedesche opposte a Real e Barca, e quindi non restava che concentrarsi con tutte le forze sulla sfida di baloncesto. Le due compagini si sono affrontate molte volte negli ultimi anni e, sebbene i blancos abbiano vinto alcune delle sfide, sono stati i blaugrana di Xavi Pascual (che prima di venerdì ne aveva perse solo 10 su quasi 40 contro i rivali storici) a portare a casa le partite che contavano, che siano esse finali scudetto o partite di Eurolega. Senza contare le vittorie in coppa del Barca (2) contro le 0 dei madrileni ed il parziale di 7-3 in ambito di trofei nella Liga ACB negli ultimi 15 anni di storia. La semifinale di Londra poteva quindi essere l'ennesima straripante vittoria della gestione Pascual, ma il Madrid non sembrava d'accordo.

Il Barcellona ha i suoi punti di forza nel sempreverde Navarro, capace, soprattutto quando vede blanco sul parquet, di prestazioni straordinarie, come i 33 con un mostruoso 44 di valutazione nel dicembre scorso, nell'ex più illustre, Tomic, centro di grande talento pronto a mio avviso anche per il viaggio oltreoceano, e nella vena non sempre eccelsa di Marcelinho, che oscilla tra l'eccezionale e l'imbarazzante senza soluzione di continuità. Il Real invece ha nel suo roster un super talento come Rudy Fernandez, corteggiato da molte squadre NBA, ma che ha scelto di restare nella squadra che ha sempre tifato dopo il lockout di due stagioni fa, oltre che il folletto Llull, capace di azioni decisive a tutto campo, ma forse troppo discontinuo, e il playmaker Rodriguez, altrettanto abile e altrettanto lunatico nel suo fatturato. La sfida sembrava quindi destinata a essere combattuta sul filo di lana, anche se, a parità di forze in campo, l'inerzia sembrava più nelle mani dei blaugrana per la maggiore esperienza delle sue componenti sui parquet delle Final Four.

Dopo un inizio contratto di tutte e due le formazioni, con i primi 4 punti che arrivano da Tomic in lunetta, sembra essere la squadra di Pascual a prendere il match in mano, anche senza brillare per intensità. Sono però i madrileni a mettere la testa avanti all'intervallo, grazie a un secondo quarto da 28 punti che sono 8 in più del primo e del terzo sommati insieme. È Llull a trascinare la rimonta madrilena, con 3 triple e 11 punti nel quarto, oltre al capitano Reyes, che mostra un assaggio delle sue qualità per il +6 Real al giro di boa. Come detto però il rientro dagli spogliatoi non è però all'altezza della situazione e il Barcellona, guidato dall'ex Tomic, si riporta avanti e, anche vista l'astinenza dal canestro per gli avversari e un magico Marcelinho da 19 punti e mano caldissima dai 7,25, il vantaggio sembra farsi quasi decisivo sul 61-52 a 8 e spiccioli dal termine. Ecco che però il trascinatore in blanco con la fascia da capitano si mette a fare sul serio e infila una serie impressionanti di canestri, mostrando anche una difesa impeccabile su Lorbek e Tomic, aiutato da Rodriguez, che si ferma a un assist (9) dal record all-time nelle Final Four, e mette a disposizione palloni preziosissimi per i compagni. Rudy termina la pratica con un paio di recuperi decisivi e il Real torna avanti, dove resterà fino al finale di 74-67.

Ecco dunque che il parquet esprime un giudizio per la maggior parte giusto, visto ciò che hanno mostrato i bianchi per alcuni tratti del match, al limite della perfezione, e viste le troppe disattenzioni invece del Barcellona, incapace di mordere il match nelle fasi iniziali facendolo suo e, ancor più grave, incapace di chiuderlo nella fase finale, in cui non ha più trovato la via del canestro, ma nemmeno l'intensità di gioco vista nel terzo periodo. I due protagonisti più attesi, Rudy e Navarro, non hanno giocato sui loro standard, ma in un'ipotetica sfida è il primo a spuntarla, grazie alla sua difesa nella frazione finale e a due recuperi fondamentali, mentre La Bomba stranamente non trova punti dopo l'intervallo e spreca numerose occasioni di chiuderla definitivamente. Impressionanti i due playmaker, Rodriguez come assist-man e Marcelinho come finalizzatore, tanto quanto Reyes e Tomic, decisivi nei parziali che hanno portato prima i blaugrana e poi il Real a condurre il match e assolutamente dominanti sotto il tabellone. Un cenno di merito va a Slaughter per i suoi 2 canestri nella parte più delicata della partita dei blancos, capaci di tenere i castigliani attaccati a una semifinale che rischiava di sfuggirgli di mano e allo stoico Jawai, entrato in campo per un paio di minuti, visibilmente infortunato, per dare un aiuto ai suoi nei momenti del recupero Real, anche se il suo sforzo è risultato inutile.

Londra premia il Real, che scrive una vittoria fondamentale nella serie di scontri in ogni ambito, sportivo e non, contro il Barca, che cade, con la seconda semifinale persa in due anni, e che dovrà cercare di rifarsi e di ritrovare lo spirito vincente che l'ha contraddistinto negli ultimi tempi. I blancos invece si “accontenano”, dopo la finale persa, di aver scritto un pezzetto di storia, affondando la barca catalana.

Nessun commento:

Posta un commento