sabato 4 gennaio 2014

PLAYOFF FROM THE LINE OF SCRIMMAGE!

Stasera inizieranno i playoff, il momento più caldo e atteso della stagione. Nell’ultima settimana si sono spese molte parole per descrivere i match che le squadre si apprestano a disputare. Uno dei reparti che deve essere più solido possibile nella corsa al Super Bowl è la linea offensiva. Noi, oggi, vogliamo offrirvi uno sguardo sui playoff proprio dal punto di vista della linea e, in particolar modo, del left tackle che, più degli altri, deve alzare il suo livello di gioco per proteggere il comandante dell’attacco. Vediamo squadra per squadra la situazione sulla linea di scrimmage.   



Seattle Seahawks: Russell Okung quando è sano, è un tackle dominante. Compensa una forza fisica non di primissimo livello con un grandissimo atletismo e una capacità di capire gli angoli di bloccaggio e di mandare fuori equilibrio gli avversari davvero eccezionale. In questa stagione ha saltato 8 gare, a causa di un infortunio all’alluce, e la sua mancanza si è fatta sentire terribilmente. Il resto della linea è ben al di sotto del livello di Okung e durante l’anno ha fatto molta fatica in termini di pass protection (44 sack subiti) e, peggio ancora, di run blocking. Per loro fortuna il sistema offensivo creato da Darrell Bevell si basa su play action, che per natura rendono meno temibile il pass rushing, e su un quarterback mobile, bravissimo nel capire i blitz e scappare dalla pressione avversaria. I Seahawks avranno dannatamente bisogno di bloccare bene per il run game, la vera arma offensiva che, nelle ultime partite, ha fatto troppa fatica ad emergere ed è stata mascherata dalla bravura di Marshawn Lynch.

Carolina Panthers: Jordan Gross e i suoi compagni sono molto sottovalutati. Hanno una capacità di coordinamento eccellente ed eseguono molto bene gli aiuti. Newton può ritenersi abbastanza al sicuro e il runnnig game ha funzionato discretamente bene durante tutta la stagione. Di certo non è una delle migliori linee offensive, ma svolge bene il suo lavoro. Le sole 61 “qb hits” concesse in stagione la collocano al sesto posto in questa speciale categoria e Gross, nella seconda parte dell’anno, ha decisamente alzato il suo livello di gioco, proteggendo bene il lato cieco di Newton.

Green Bay Packers: Giocare tutto l’anno senza il left tackle titolare Brian Bulaga è stato molto difficile per Green Bay, ma il rookie scelto al quarto round David Bakhtiari ha colmato bene il vuoto. Ci sono stati dei momenti difficili durante l’anno, ma per un rookie è più che comprensibile. Coach Mike McCarty è stato bravo a costruire il suo attacco su una linea giovane ed inesperta ricorrendo a formazioni folte per dare aiuto ai suoi tackle coi chip-block. Josh Sitton rimane l’ancora del run game dei Packers e ha aiutato spesso Bakhtiari sul lato sinistro della linea. Molte delle fortune di Eddy Lacy sono dipese da lui stesso, ma l’aiuto della linea sarà fondamentale per farlo emergere ancora di più ai playoff e, nel caso giri al massimo, sarà difficilissimo per le altre squadre arginare il braccio chirurgico di Rodgers.



Philadelphia Eagles: Una delle migliori linee della NFC. Il numero di sack subiti (46) potrebbe far pensare al contrario, ma questa linea apre delle autostrade per LeSean McCoy. Evan Mathis è la miglior guardia della NFL ed ha una tecnica sopraffina. Jason Kelce è risultato essere il miglior centro della NFL durante questa stagione. A soli 26 anni ha dimostrato di saper guidare al meglio i suoi compagni, con ottime chiamate sulla linea e mancando pochissimi assegnamenti. Inoltre è bravissimo ad andare al secondo – terzo livello sul run game. Jason Peters, a 31 anni, migliora ogni giorno che passa, si è ristabilito alla grande da due infortuni alla caviglia e ha continuato a giocare ad alto livello durante l’anno pur con dei piccoli, fastidiosi problemi fisici. Lane Johnson ha subito molto l’esperienza di alcuni pass rusher, che lo hanno saltato sistematicamente dal lato destro, ma sta ancora imparando e sul running game ha dimostrato di essere un buon blocker.    

San Francisco 49ers: La miglior linea…della NFL. Nessuno ha il pacchetto di giocatori che hanno i 49ers. Joe Staley è uno dei migliori left tackle della lega, capace di misurarsi e battere costantemente i migliori rusher avversari. Ha giocato la sua miglior stagione nella baia e ha dominato anche sul gioco di corse, sfruttando il suo atletismo per bloccare gli avversari anche per corse lunghe oltre la linea di scrimmage. Anthony Davis sul lato destro è finalmente maturato. Si è confrontato contro dei rusher temibili e ha tenuto egregiamente in uno contro uno questi giocatori. L’interno della linea conta sull’esperienza di Goodwin al centro e su due guardie possenti e dannatamente forti, che amano far vedere i muscoli ai loro avversari spingendoli via e dominandoli sul piano fisico. Kaepernick potrà contare su una linea dominante per guidare il suo attacco nei playoff. 



New Orleans Saints: Sean Payton ha dovuto fare un grosso lavoro per cercare di stabilizzare la sua linea, ma se guardiamo ai sack subiti (37) con un quarterback velocissimo nei rilanci come Brees, possiamo capire che il dato sarebbe potuto essere molto più negativo. Brees ha mascherato molti dei limiti di questa linea che, se con Grubbs e Evans internamente è abbastanza solida, soffre molto sia a destra che a sinistra. Charles Brown e Zach Strief sono molto vulnerabili e abbastanza lenti nei movimenti. Guardando al running game basterebbe dire che i running back Sproles e Thomas sono i due ad aver ricevuto più passaggi al di fuori del backfield, il che significa che spessissimo la linea non è riuscita ad aprire nessun varco e che solo la mente di Payton e l’intelligenza in campo di Brees hanno saputo far muovere bene l’attacco dei Saints.

Denver Broncos: La linea che ha meglio figurato durante la stagione. L’assenza di Ryan Clady è sopperita dalle letture di Manning e dal suo ottimo lavoro di piedi, che crea angoli di protezione migliori e gli permette di liberarsi meglio della pressione. I soli 20 sack subiti, miglior record nella lega, sono un ottimo biglietto da visita e la linea interna è una montagna umana capace di proteggere bene il quarterback e aprire spazi notevoli per Moreno e compagni. Louis Vasquez e Zane Beadles sono due delle migliori guardie della lega e riescono ad aiutare bene i tackle al loro fianco per dare a Manning tantissimo tempo per lanciare.

New England Patriots: Un quarterback con movimento di piedi migliore di Tom Brady non c’è, ma il 12 dei Patriots può anche contare su una linea molto solida. Logan Mankins è un giocatore duro, versatile e profondo conoscitore del gioco, il capitano in seconda dell’attacco di New England. Aver perso Vollmer sul lato destro e, a ripetizione, altri giocatori all’interno della linea ne ha diminuito l’efficienza sulla pass protection. Tra la capacità di lettura di Brady e quella della linea di diventare un muro invalicabile quando conta di più i Patriots rappresentano sempre una minaccia. Nate Solder sul lato sinistro non è stato impeccabile, ma ha un grandissimo talento e un fisico statuario. Deve migliorare ancora, ma è giovane e ha la fiducia di Tom Brady, il che è un elemento da non sottovalutare.  




Cincinnati Bengals: Il sistema di gioco dei Bengals prevede molte soluzioni flessibili e la linea è in grado di rendere al meglio proprio grazie a questo sistema offensivo. Il set con due tight end e un ottimo catcher fuori dal backfield come Giovani Bernard crea un gioco veloce e a medio raggio che ha bisogno di molta attenzione da parte dei difensori. Andrew Withworth è un tackle enorme e utilizza benissimo le sue lunghe braccia per tenere lontani i rusher avversari. La linea si potrebbe dividere esattamente a metà: sul lato destro Boling e Zeitler hanno un ottimo run blocking, sul lato sinistro Whitworth e Smith proteggono bene Dalton, dandogli il tempo per cercare i suoi veloci ricevitori sul profondo. Quando la posta in gioco sale hanno dimostrato di riuscire a compattarsi bene, ai playoff dovranno farlo in ogni gara.

Indianapolis Colts: A leggere i nomi dei lineman sembrerebbero dei giocatori mediocri, invece la protezione di Luck non è poi tanto scarsa. Il run game fatica a funzionare in Indiana, ma la pass protection è soddisfacente. Anthony Castonzo migliora di partita in partita e i Colts si fidano di lui, lasciandolo in uno vs uno anche contro i migliori rusher. Il resto lo fa un quarterback intelligente e bravo a muoversi nella tasca come Luck. 

Kansas City Chiefs: La prima scelta al draft 2013 Eric Fisher, ha fatto enormemente fatica al suo primo anno tra i pro e, fortunatamente, Branden Albert è stato molto solido sul lato cieco. Il sistema di gioco dei Chiefs prevede molti screen pass e giocate a corto raggio, indi per cui la pass protection può anche rendere sotto la media senza che la squadra ne risenta in maniera eccessiva. Il numero di sack subiti (41) è anche risultato dalla scarsissima mobilità di Alex Smith. La linea riesce a fare un buon lavoro sul run game, dove ci pensa poi Jaamal Charles a fare il resto, ma se vogliono proseguire nei playoff dovranno decisamente migliorare.

San Diego Chargers: Sono una delle sorprese della stagione, hanno concesso appena 30 sack e lasciano sempre molto tempo per lanciare a Rivers, il quale ricambia centrando con molta precisione i suoi target. Presi singolarmente nessuno di loro eccelle, ma coach McCoy ha unito questa linea e l’ha resa davvero efficiente in entrambe le situazioni. Sono migliorati moltissimo dalla scorso anno e il gigantesco rookie D.J. Fluker si è dimostrato il miglior tackle dell’ultimo draft, giocando bene sia sul lato destro sia sul lato sinistro.  



Tirando le somme si prospetta una bella battaglia sulla linea di scrimmage in questi playoff. In NFC le linee di Niners e Eagles appaiono ben sopra le altre, sia per talento che per completezza. Packers e Saints compensano con le velocità di rilascio dei loro quarterback, mentre Seattle può contare sulla mobilità di Wilson e sulla sua precisione nei lanci in movimento. I Panthers sono solidi, ma dovranno sicuramente alzare il livello di gioco. In AFC sia Manning sia Brady possono contare su due ottime protezioni, a cui mancano pezzi importanti, ma che sanno come giocare nei momenti difficili. I Bengals sono molto versatili e i Colts hanno dato prova di saper superare le difficoltà maggiori, dando a Luck quanto basta per centrare i suoi ricevitori. I Chargers potrebbero essere la sorpresa, mentre i Chiefs sembrano quelli più indietro. Non ci resta che metterci comodi e goderci lo spettacolo che i playoff NFL sapranno offrici e, a fine stagione, vedremo se queste linee avranno fatto la differenza.

Buoni playoff a tutti! 

giovedì 2 gennaio 2014

WEEK 17 : COLORI, EPISODI ED EMOZIONI

E' arrivata l'ultima settimana anche di questa regular season NFL 2013 e con essa ecco tutti i verdetti utili per la post-season, per capire chi ne sarà protagonista. Qualche sorpresa, poche certezze e tante emozioni da vivere!


Partendo dalla NFC East, ecco subito il match decisivo per definire la padrona della Division nonché la terza classificata complessiva di Conference. Eagles e Cowboys si giocano una wild card per andare a sfidare i Saints la prossima settimana. Nick Foles (17/26 per 263 yard e 2 TD pass) parte subito a mille e lancia un grande LeSean McCoy (27 portate per 131 yard oltre alla ricezione in questione da 3 yard) per il 10-0 iniziale. Kyle Orton, sostituto di Tony Romo ancora infortunato, nonostante sia solamente alla prima apparizione stagionale, non si fa intimorire (30/46 per 358 yard con 2 TD pass e 2 INT) e serve Gavin Escobar per il touchdown che accorcia le distanze. Brent Celek allunga, nuovamente su passaggio di Foles, e all'intervallo è 17-10 Philadelphia. Il terzo quarto vede solamente due field goal di Dan Bailey all'attivo e il divario si riduce a una sola lunghezza. Bryce Brown riporta i suoi ad un margine di sicurezza sul 24-16, ma non è ancora finita. Orton e Jason Witten (12 ricezioni per 135 yard) costruiscono un grande drive, che però sembra interrompersi su un quarto e 9 sulle 30 yard di Phila. Dallas decide di giocarsela e il quarterback texano trova Dez Bryant, che guadagna il down di prepotenza, salvo poi finire la sua corsa in end zone. La giocata supplementare da due punti della possibile parità non va a segno e si resta sul 24-22 Eagles. I Cowboys si guadagnano un ultimo drive per vincere, ma Orton viene intercettato da Brandon Boykin e la gara si conclude qui. Philadelphia ai playoff, Dallas a casa. Tanto noiosa quanto inutile la partita tra Giants e Redskins, con le due squadre che guadagnano la miseria di 529 yard e 26 primi down complessivi. A farla da padrone è Jerrell Jerningan (2 portate per 57 yard e 1 touchdown oltre a 6 ricezioni per 90 yard e 1 touchdown), che con le sue due segnature spacca la partita in favore dei Giants. Eli Manning esce per infortunio all'intervallo, Curtis Painter è inguardabile (2/8 per 11 yard con 1 INT), ma Washington non riesce a tornare in partita. Finisce 20-6 e New York guadagna la settima vittoria stagionale, mentre è tredicesima sconfitta e seconda futura scelta al Draft estivo per i Redskins.

Anche nell'NFC North la partita tra Bears e Packers è decisiva per definire leadership e posto tra le wild card per sfidare i Niners. Torna Aaron Rodgers (25/39 per 318 yard con 2 TD pass e INT) e il suo inizio non è proprio dei migliori. Nei primi due drive offensivi del match, Green Bay arriva nei pressi della end zone, ma il suo quarterback si fa intercettare in entrambi i casi. Chicago ne approfitta per salire 7-0 col touchdown di un terrificante Matt Forte (22 portate per 110 yard e 2 TDs oltre a 4 ricezioni per 47 yard e 1 TD). Incredibile ciò che succede a ridosso dell'intervallo. Rodgers viene ostacolato mentre lancia e si genera un fumble, che però la difesa degli Orsi non recupera. Jarrett Boykin prende il pallone e, dopo qualche indecisione, vola in end zone. È touchdown! Alla pausa lunga i Packers sono avanti 13-7. Forte, però, è davvero straordinario e nel terzo periodo entra per altre due volte in end zone portando i Bears avanti 21-20, dopo che Randall Cobb (2 ricezioni per 55 yard e 2 TDs) aveva ridato il vantaggio ai suoi. Ad inizio quarto periodo Brandon Marshall compie un numero dei suoi, girando di 360° intorno al suo difensore e liberandosi così per il touchdown del 28-20 Bears. Eddie Lacy porta l'ennesima segnatura in questa sua straordinaria stagione, ma Rodgers non completa la trasformazione da due punti che significherebbe parità. Jay Cutler (15/24 per 226 yard con 2 TD pass e 1 INT) non costruisce niente di buono e la palla torna a Green Bay. È il momento del fenomeno assoluto, Aaron Rodgers. Il quarterback salva ben tre quarti down in un solo drive, prima dando palla a John Kuhn, poi lanciando Jordy Nelson (10 ricezioni per 161 yard) ed infine, su un quarto e 8 da metà campo, compie il miracolo. Il suo lancio è straordinario, ma Cobb è lasciato anche colpevolmente troppo solo dalla difesa avversaria. Tant'è, touchdown Packers e 33-28 che non verrà più recuperato e significa playoff. Nulla da segnalare di importante, se non l'ultima gara giocata allo storico Metrodome, nella sfida tra Vikings e Lions. Cordarelle Pattersons sta diventando una variabile sempre più importante nell'attacco di Minnesota e sblocca il punteggio con la corsa da 50 yard fino in end zone. Reggie Bush pareggia lo score, David Akers allunga con due field goal, ma ci pensa nuovamente Patterson a portare avanti i suoi e a chiudere virtualmente il match sul 14-13. Quinta vittoria stagionale per i Vikings, che salutano al meglio il Dome, nona sconfitta per Detroit.


In NFC South restava da decidere se i Panthers avrebbero mantenuto la vetta e con essa il secondo posto assoluto di Conference o se i Saints sarebbero riusciti a rubarla. Nell'ultima gara in carriera del futuro hall of famer Tony Gonzalez, i Falcons partono a razzo e, con un touchdown di Jason Snelling e un field goal di Matt Bryant, volano avanti 10-0. L'attacco di Carolina sembra in panne (un intercetto e un fumble in due drive successivi), quindi ci pensa la difesa, con l'intercetto di Melvin White riportato in end zone, a sbloccare il punteggio per loro. Successivamente Cam Newton trova Ted Ginn wide open per la segnatura del 14-10 Panthers. Dopo l'intervallo, Ryan trova Roddy White per il touchdown del vantaggio Atlanta, ma Newton trova assistenza da DeAngelo Williams (10 portate per 33 yard oltre a 2 ricezioni per 75 yard) e Greg Olsen per ritrovare la via della vittoria. Nell'ultimo periodo un field goal di Bryant accorcia sul 21-20 Carolina, ma i Falcons sperano le occasioni successive di portare a casa il match. Vincono i Panthers e volano alle semifinali di Conference, Atlanta perde la sua dodicesima gara stagionale. New Orleans, non ancora certa di un posto tra le wild card, si guadagna la post-season con una netta vittoria sui Bucs. Drew Brees (24/31 per 381 yard e 4 TD pass) guida splendidamente i suoi, trovando un touchdown da ben quattro diversi ricevitori, oltre a quello personale con una corsa da 9 yard, con schiacciata tra i pali successiva alla Jimmy Graham. Tampa Bay prova restare attaccata alla partita con i lanci di Mike Glennon (22/41 per 219 yard e 2 TD pass), ma finirà schiacciata 42-17 per la sua dodicesima sconfitta stagionale. Saints ai playoff da secondi di Division.

In NFC West Seattle doveva vincere per mantenere la vetta di Conference e così ha fatto, in casa contro i Rams. Malcom Smith dimostra a tutti perché la difesa dei Seahawks è la migliore della Lega, intercettando Kellen Clemens e riportando il pallone in end zone da 37 yard per il 7-0 iniziale. Due field goal di Steven Hauschka allungano sul 13-0 all'intervallo. Marshawn Lynch (23 portate per 97 yard e 1 TD) e Golden Tate (8 ricezioni per 129 yard e 1 TD) guadagnano la maggior parte delle yard offensive di Seattle e chiudono il match a cavallo tra terzo e quarto periodo. Finisce 27-9 per i Falchi Marini, padroni incontrastati della NFC. Nona sconfitta stagionale per St. Louis, fanalino di coda della miglior Division della Lega. La vittoria non servirebbe a nulla i Cardinals dati i successi di Saints e Panthers, ma Arizona prova comunque a chiudere al meglio la stagione. Finiti sotto 17-0 nel primo quarto, per colpa dei lanci di Colin Kaepernick (21/34 per 310 yard e 2 TD pass), spesso e volentieri diretti al grande ex Anquan Boldin (9 ricezioni per 149 yard e 1 TD), i padroni di casa recuperano tutto lo svantaggio grazie a Carson Palmer (28/49 per 407 yard con 2 TD pass e 1 INT), che trova nove diversi ricevitori durante il corso della partita e punti fondamentali per la rimonta. Phil Dawson riallunga con pochi minuti sul cronometro, Jay Feely lo riprende con pochi spiccioli dal termine, ma Kaep riesce a costruire un altro drive utile per arrivare in raggio da field goal. Ci pensa poi Dawson a chiudere allo scadere i conti sul 23-20 San Francisco. Niners al wild card game, Cardinals a casa nonostante un record di tutto rispetto (10-6), che nell'altra Conference avrebbe nettamente qualificato per i playoff.

Passando all'AFC ci imbattiamo subito nella prima debacle di giornata, quella dei Dolphins, che perdono il treno per la post-season nella sconfitta contro i Jets. New York è alla sua ultima gara stagionale e, come si augura Antonio Cromartie, spera che sia l'ultima anche per Miami. Ecco perché, dopo il touchdown di Mike Wallace che sblocca il match, Geno Smith e compagni lottano assiduramente e trovano il sorpasso già prima dell'intervallo. Sheldon Richardson e lo stesso quarterback trovano due segnature su corsa che portano la loro squadra avanti 14-7. Ryan Tannehill (20/40 per 204 yard con 1 TD pass e 3 INT) continua a non trovare ricevitori con facilità e il punteggio resta identico a fine terzo periodo. I Jets trovano due field goal con Nick Folk e da Miami non arriva nessuna risposta utile. Finisce 20-7 per gli ospiti, che chiudono la stagione a otto vinte e otto perse, così come i Dolphins, eliminati da tutto. Restava anche da capire se i Patriots avrebbero mantenuto il secondo posto di Conference per saltare il turno delle wild card. Così è. New England vola avanti 16-3 all'intervallo grazie alla prima segnatura di uno scatenato LeGarrette Blount (24 portate per 189 yard e 2 TDs) e ai field goal di Stephen Gostkowski. T.J. Graham rende felice un buon Thad Lewis (16/29 per 249 yard e 1 TD pass), ma Shane Vereen allarga nuovamente la forbice. Fred Jackson corona l'ennessima, splendida prestazione dei runningback dei Bills (165 yard in 33 portate tra lui e C.J. Spiller), ma Blount, dopo un field goal a testa per le due squadre, chiude definitivamente il match. Finisce 34-20 e New England vola alle semifinali. Buffalo alla decima sconfitta stagionale.


Un'altra sconfitta sanguinosa è quella dei Ravens, che perdono la possibilità di difendere il titolo conquistato lo scorso anno, sconfitti dai Bengals, i quali guadagnano invece una wild card meritatissima. Andy Dalton (21/36 per 281 yard con 2 TD pass e 4 INT) inizia la partita lanciando due intercetti nei primi due drive offensivi, da cui però Baltimore ricava solamente 6 punti da field goal di Justin Tucker. Ecco però che, poi, esce la sua parte migliore nello splendido lancio per il touchdown di A.J. Green e in quello successivo per Marvin Jones, che compie una presa incredibile. Dalton raggiunge quota 33 TD pass, segnando il record di franchigia. All'intervallo è 17-6 Cincinnati. Un deludentissimo Joe Flacco (30/50 per 192 yard con 1 TD pass e 3 INT) trova una delle poche giocate di livello nella partita servendo Marlon Brown in end zone. Ci pensa Ray Rice a mettere a segno la conversione da due punti ed è parità. Giovani Bernard si inventa una giocata straordinaria e Dalton conclude al meglio l'azione per il touchdown su corsa del 24-17. i due quarterback si regalano un intercetto a testa, ma Flacco esagera e ne subisce una seconda consecutiva, questa volta però riportata da Dre Kirkpatrick in end zone. La partita finirà così, 34-17 per i Bengals, che volano ai playoff dove sfideranno i Chargers al Wild Card Game, e rispediscono i Ravens a casa. Nulla hanno da rimproverarsi gli Steelers, che fanno il loro dovere vincendo contro i Browns e finiscono qui la loro stagione solo per colpa della vittoria in overtime dei Chargers. La partita contro Cleveland è a senso unico, Pittsburgh domina in lungo e in largo per tre quarti e chiude il match in suo favore. Jerricho Cotchery e un grande Le'Veon Bell (20 portate per 90 yard e 1 TD) scavano il solco che i due field goal di Shaun Suisham aiutano solo ad allargare. Inutile il touchdown di Fozzy Whittaker nel finale. Finisce 20-7 per i gialloneri, che devono recriminare su qualche brutta prestazione ad inizio stagione se hanno dovuto veder scappare via il treno playoff.

Tutto era già deciso nella peggior Division NFL, l'AFC South. Colts alla post-season senza difficoltà, ancor di più dopo la nettissima vittoria sui Jaguars. Indianapolis fa subito capire di che pasta è fatta con un 17-0 nel quarto iniziale, frutto di una grande difesa, delle giocate di Andrew Luck (26/37 per 282 yard e 1 TD pass) e dei touchdown di Donald Brown e Trent Richardson su corsa. Griff Whalen allunga con una nuova segnatura nel terzo periodo e, avanti 27-3, i Colts si fermano. Si scatena Chad Henne (30/51 per 331 yard, ne aveva meno di 100 all'intervallo, con 1 TD pass e 1 INT), ma viene tenuto a bada egregiamente dalla difesa dei Colts. Su tutti da Robert Mathis, che raggiunge i 19.5 sack in stagione, leader assoluto in NFL. Finisce 30-10 per i padroni di casa, ora al Wild Card Game contro i Chiefs. La partita tra Titans e Texans serve solo a concludere la tragica stagione di questi ultimi, che, dopo quattordici sconfitte consecutive, si sono guadagnati la palma di peggior team della Lega quest'anno e avranno la prima scelta al prossimo Draft. Chris Johnson (27 portate per 127 yard e 1 TD) si infila come il burro nella difesa di Houston e, insieme ai tre field goal di Rob Bironas, fissa il punteggio sul 16-10 per Tennessee finale. Matt Schaub gioca la sua ennesima, pessima partita (22/34 per 229 yard con 2 INT) e la stagione dei Texani finisce, finalmente per loro, qui. Settima vittoria stagionale per i Titans.

Manca solo la AFC West, che doveva chiarire se i Broncos sarebbero rimasti la miglior squadra di Conference e se i Chargers si sarebbero guadagnati la post-season. La partita tra Denver e Oakland serve giusto a definire qualche nuovo record offensivo in questa loro straordinaria stagione: Peyton Manning raggiunge e supera Drew Brees per il maggior numero di yard guadagnate su passaggio in stagione (5477), chiudendo inoltre con il record di passaggi da touchdown (55), soli dieci intercetti e un passer rating spaventoso (115.1); Matt Prater completa il suo record di 75 XP su 75; Denver arriva a segnare il maggior numero di punti per una squadra in una sola regular season (603). Gli ospiti arrivano all'intervallo avanti 31-0 grazie al loro quarterback (25/28 per 266 yard con 4 TD pass) e a Demaryius Thomas (6 ricezioni per 113 yard e 2 TDs). Manning lascia il posto a Brock Osweiler e c'è spazio per due touchdown dei Raiders, che rendono il passivo meno amaro sul 34-14. Quanto rischia San Diego contro i Chiefs. Chase Daniel (21/30 per 200 yard con 1 TD pass), subentrato per l'occasione ad Alex Smith, Knile Davis (27 portate per 81 yard e 2 TDs) e Dexter McCluster (6 ricezioni per 62 yard e 1 TD) costruiscono un vantaggio di dieci lunghezze per Kansas City a fine terzo periodo. Dall'altra parte è solo grazie a Philip Rivers (22/33 per 229 yard con 3 TD pass e 1 INT) e Ryan Mathews (24 portate per 144 yard) se i Chargers restano in partita. Ci pensa Eddie Royal a rimettere in partita i suoi sul 24-21 Chiefs. Si scatena Keenan Allen (5 ricezioni per 89 yard) che supera le 1.000 yard in stagione e porta i suoi in raggio da field goal. Nick Novak trasforma ed è parità. Daniel costruisce un grandissimo drive offensivo e riporta i suoi in una posizione buona per colpire e abbattere definitivamente la resistenza avversaria. Ryan Succop, però, con pochi secondi rimasti, sbaglia il field goal da 41 yard che poteva dare la vittoria ai Chiefs e rispedire al mittente i sogni dei Chargers. Qualcuno a Pittsburgh lo starà cercando. Una controversa decisione arbitrale porta avanti San Diego in overtime con un field goal di Novak, che non verrà più recuperato. Finisce 27-24 e Rivers e compagni volano ai playoff. Tre squadre dell'AFC West avanzano quindi alla post-season.


La stagione si è quindi, purtroppo, conclusa. Ecco gli accoppiamenti e gli orari italiani dei Wild Card Games:
  • Kansas City Chiefs @ Indianapolis Colts : sabato 04/01 alle 22.35
  • New Orleans Saints @ Philadelphia Eagles : domenica 05/01 alle 2.10
  • San Diego Chargers @ Cincinnati Bengals : domenica 05/01 alle 19.05
  • San Francisco 49ers @ Green Bay Packers: domenica 05/01 alle 22.40

Le emozioni vere di questa season devono ancora cominciare, godiamoci l'attesa e ringraziamo la NFL per questo nuovo, meraviglioso anno!

mercoledì 1 gennaio 2014

TOP & WORST NBA - EPISODE 9 (25/12 - 30/12)

Best of the East

Best Team: Indiana Pacers


Again. In una Conference sinora così povera di gioie, Indiana domina incontrastata con il secondo miglior record della Lega (24-5) e non si può evitare di citare le vittorie di una squadra tanto ricca di talento. Dopo la sconfitta contro gli Heat, ecco altre quattro successi contro Rockets, Celtics e due volte contro i Nets (ma non dovevano metterli in difficoltà?). Successi, per altro, nettissimi, con una media di 107 punti segnati e soli 84 subiti. Se Paul George ha alzato i suoi standard a livelli stellari (23.9 punti, 5.8 rimbalzi, 3.6 assist e 2 rubate a partita), Lance Stephenson sta diventando un signor playmaker (13.8 punti, 6.8 rimbalzi e 5.2 assist) e guida la squadra meravigliosamente, mentre Roy Hibbert studia ancora per diventare il miglior difensore della Lega (12.3 punti, 8.5 rimbalzi e 2.7 stoppate). I Pacers potrebbero avere solo Miami come potenziale rivale se le cose continueranno per questa strada. La strada verso l'anello.

Best Player: Chris Bosh

Quello che è sempre stato considerato l'anello "debole" dei Big Three di Miami, ma senza il quale non esisterebbero nemmeno i Big Three di Miami. Bosh, contro i Lakers, parte con un pessimo 0/5 dal campo e gli Heat, nonostante LeBron viaggiasse e volasse sopra il ferro con una facilità impressionante, era sotto quasi in doppia cifra. Si sveglia Bosh (chiuderà con 9/18), sembra poter segnare qualsiasi tiro, raccogliere qualsiasi rimbalzo e gli Heat, con LeBron che continua a volare, prendono il largo con il parziale decisivo, mai più recuperato da LA. Dopo la brutta parentesi di Sacramento, in cui un finale falloso e nervoso della squadra della Florida costa loro la partita nel successivo overtime, ecco che nuovamente, contro i Blazers mica bruscolini, Bosh mette la sua firma. 37 punti e 10 rimbalzi con 15/26 al tiro e 3/3 da fuori, di cui anche la tripla della vittoria allo scadere, che regala il successo ai suoi. Signori, Chris Bosh.

Best of the West

Best Team: Golden State Warriors

Sono tornati. Dopo la sconfitta contro gli Spurs, Golden State era virtualmente fuori dai playoff e stava giocando male, non riuscendo a esprimere quel mix di velocità e talento che li aveva fatti grandi lo scorso anno. I Warriors, però, da buoni guerrieri, hanno continuato a lottare ed ecco che sono arrivate cinque vittorie in fila, contro Lakers, Nuggets, Clippers, Suns e Cavs. Tutte ottime squadre sulla carta, con cui la giovane squadra californiana ha dovuto lottare non poco per conquistare il successo. Steph Curry è stato, come sempre, decisivo e le sue prestazioni continuano a essere fenomenali (23.4 punti e 9.6 assist), seguito da un Klay Thompson sempre più efficace (quasi 20 punti di media) e da un David Lee dominante (18.3 punti e 9.8 rimbalzi a partita). Se i Warriors non saranno falcidiati dagli infortuni e resteranno al completo ci sarà da sudare per tutti. Ah e i playoff, ad oggi, sono assicurati.

Best Player: Kevin Love


Per spiegarvi la grandezza di Kevin Love mi limiterò semplicemente a dirvi ciò che ha fatto finora. Sempre in doppia-doppia tranne in due occasioni dall'inizio della stagione, otto volte sopra i 30 punti e da dieci partite in fila con 25+ punti segnati, quattordici volte con 15+ rimbalzi all'attivo. 26.1 punti, 13.8 rimbalzi e 4.2 assist a partita, con un PIE pauroso del 19.6%. Basta così? I T-Wolves stanno andando a corrente alternata (15-15), troppo alternata perché la Western Conference regali i playoff, ma almeno ci stanno provando. E il merito è (quasi) tutto della loro ala grande, che segna e smazza assist come una guardia, ma prende rimbalzi come un centro. Nelle due vittorie in settimana contro Wizards e Bucks sono arrivati rispettivamente 25 punti e 11 rimbalzi contro Washington e 33 punti e 15 rimbalzi contro Milwaukee. Basta così, direi.

Best of the Rest

1. Thunder back at #1: altre tre vittorie in fila e per Oklahoma City è arrivata la vetta della Western Conference e, con essa, anche il miglior record della Lega (25-5). Lo score contro le arcigne avversarie a Ovest è ottimo (16-4) e contro quelle a Est è quasi perfetto (9-1), così come quello tra le mura amiche (14-1). Se a questo aggiungiamo che i Thunder hanno vinto nove delle ultime dieci giocate ecco la squadra migliore della Lega finora.


2. Teague crushing the Cavs: quando si suol dire una partita perfetta. 34 punti (career-high) con 14/24 al tiro e 14 assist, ma non solo. Dopo il canestro sbagliato alla prima sirena dei regolamentari, arriva la tripla che pareggia i conti a quota 108 nel primo overtime e il jumper decisivo nel secondo supplementare che regala l'insperata vittoria agli Hawks, dopo lo show di Irving. Teague sta giocando una grande stagione, ad Atlanta sperano continui ancora a lungo.


Worst of the East

Worst Team: Cleveland Cavaliers

Dopo la vittoria contro i Bucks, che seguiva per altro due sconfitte consecutive, ne sono arrivate altre cinque in striscia contro Bulls, Pistons, Hawks, Celtics e Warriors. Se nei primi due casi le batoste sono state nettissime, negli altri tre la partita si è decisa sul filo del rasoio, come per altro contro Heat e Blazers precedentemente. Forse perché i Cavs, finora, non sono stati una squadra. Quando c'è un match in dirittura d'arrivo, la palla finisce sistematicamente nelle mani di Kyrie Irving, che è un giocatore fenomenale e di sicura efficacia anche quando il pallone scotta, ma non può giocare da solo. Numerose finora sono state le sconfitte di misura e il record piange (10-20), così come la posizione in graduatoria. Se doveva essere l'anno della rinascita, questo non è decisamente il modo giusto per affrontarlo.

Worst Player: J.R. Smith

Il miglior sesto uomo dell'anno passato si è trasformato da insperato sogno a terribile incubo per i tifosi della Grande Mela. Il problema di J.R Smith è presto detto: nelle 25 partite giocate finora, per 23 volte è finito sotto il 50% al tiro, di cui 16 sotto il 40%, solo otto volte ha chiuso con un plus/minus positivo e solo tre volte sopra il +10. Non proprio un giocatore decisivo, diciamo. Nelle recenti sconfitte contro Thunder e, due volte, contro i Raptors, le ennesime di una stagione finora disastrosa (9-21), Smith ha preso la bellezza di 53 tiri e ne ha messi a segno 20, ma non è questo il dato allarmante. Quando la palla era da mettere sul fondo della retina, quando la partita era nel vivo, la guardia newyorkese si è spesso assunto la responsabilità di quel tiro, ma i risultati sono stati pessimi. Il suo valore non si discute, forse la testa rimane ancora un problema.

Worst of the West

Worst Team: Los Angeles Lakers


Spiace trovarli nuovamente qui, ma non ci sono alternative. Cinque sconfitte consecutive possono capitare a tutti in un campionato lungo e faticoso come la NBA. Magari non nella combattutissima Western Conference. Magari non con un record già deficitario (13-13 allora, 13-18 adesso). Sicuramente non si può perdere due partite in fila contro i Jazz e i Sixers di quest'anno, però. Se a questo si aggiungono gli oltre 15 punti di passivo subiti da Warriors e Suns, la situazione si fa al limite del catastrofico. L'unica partita di spessore degli uomini di LA è stata quella contro i due volte campioni in carica. Nick Young (16.2 punti di media) e Pau Gasol (14.7 punti e 9.8 rimbalzi a partita) sono le uniche due mezze note positive finora. Se un paio di settimane fa l'augurio era che Kobe cambiasse le cose, ora non ci si può nemmeno più appigliare a questa boa di salvataggio.

Worst Player: Markieff Morris

Spiace dividerlo dal gemello Marcus, ma se quest’ultimo sta alzando il suo rendimento e mettendo sempre più punti importanti alla causa, ecco che Markieff sta facendo il percorso inverso dopo un grande inizio di stagione. E’ andato in doppia cifra solo due volte nelle ultime otto partite, nessuna delle quali nelle ultime quattro e sta faticando non poco a trovare il ritmo giusto. Nella vittoria dei suoi sui Sixers ha chiuso con 2/7 al tiro, nella precedente sconfitta coi Warriors ha messo solo quattro tiri su 13 tentati. Anche il rendimento in termini di rimbalzi si è abbassato rispetto alle prime gare dell’anno, mentre si è alzato il numero delle palle perse. Per sua fortuna i Suns continuano a volare (18-11 e sesta piazza ad Ovest), ma Markieff sembra aver perso smalto. Chissà che Marcus non lo risvegli e tornino a essere una delle coppie più insolitamente efficaci della NBA.


Worst of the Rest

1. Nuggets cannot win anymore: sei sconfitte di fila è la pessima striscia in atto in casa Denver. Ora lo score è preoccupante (14-15) soprattutto in casa (7-6), se comparato al fantastico record dello scorso anno, e contro le avversarie di Conference (7-13). Se è facile vincere sulla maggior parte dei parquet a Est, altrettanto difficile è farlo a Ovest. Servono però tante piccole imprese se si vuole andare alla post-season e far bene. Gallo where are you?



2. Sixers and Cavs struggling on the road: se i record in casa di queste due squadre non sono poi così terribili (7-8 per i Sixers e 8-7 per i Cavs), quando si perdono le tracce del parquet famigliare i problemi iniziano a farsi seri. Due le vittorie, tredici le sconfitte per entrambe le franchigie. E il bello è che Cleveland non è così lontana da un posto ai playoff (0.333 contro lo 0.433 dei Celtics). Misteri della Eastern Conference.