lunedì 19 maggio 2014

JAMAL CRAWFORD - THE PERFECT SIXTH MAN

La differenza tra Jamal Crawford e molti altri vincitori del premio di Sixth Man of the Year, primo tra tutti quello dello scorso anno, J.R. Smith, è che la guardia dei Clippers, dopo aver vinto il premio per la prima volta nel 2010 in maglia Hawks, ha giocato anche le stagioni a venire da miglior sesto uomo in NBA. La sua costanza di rendimento, il suo essere sempre o quasi tra i migliori giocatori della Lega in uscita dalla panchina, ne hanno fatto un’autentica icona del sesto uomo ideale. Fino a questo secondo titolo, record assoluto, condiviso con Kevin McHale, Ricky Pierce e Detlef Schrempf.


Alla sua seconda stagione a Los Angeles, Crawford si è trovato in un roster davvero ricco e profondo nel ruolo, grazie all’arrivo di giocatori del calibro di J.J. Redick e Darren Collison, oltre, ovviamente, al fenomenale Chris Paul. Nonostante questo, la sua stella è continuata a brillare. La guardia di Seattle ha iniziato la sua stagione con 16.5 punti di media nei mesi tra ottobre e dicembre, con il 42.9% al tiro e il 39% da oltre l’arco. I Clippers cominciano l’annata come peggio non potevano, perdendo il derby contro i Lakers, ma già dal match successivo contro i Warriors dimostrano tutto il loro valore. Il 2013 si chiude con un ottimo score di 21 vittorie e 12 sconfitte. Nella Western Conference nessun posto per i playoff è assicurato fino a quando la stagione entra nel vivo, ma i Clips si elevano tra le papabili favorite per chiudere la regular season tra le migliori ad Ovest, in vista della post-season. Il meglio, per loro e per Crawford, però, deve ancora venire.

Le medie della guardia di Seattle si alzano a 22 punti di media nei primi due mesi del nuovo anno, tirando, per altro, con percentuali eccezionali (43.6% dal campo e 38% da oltre l’arco). E’ incredibile come, nel computo finale, Crawford giochi meglio in trasferta, segnando 20.7 punti con il 45% dal campo e il 40% da tre punti, oltre a sfornare 3.3 assistenze a partita, rispetto a quanto faccia in casa, dove le medie scendono a 16.4 punti, sotto il 40% in entrambe le statistiche di tiro. Questo è uno dei sintomi di come Crawford non tema alcun avversario e riesca sempre a dare il meglio. I Clippers vincono 19 partite e ne perdono soltanto 8 a cavallo tra gennaio e febbraio, portandosi tra le primissime forze ad Ovest. Le ultime tre vittorie del mese vengono seguite da oltre otto consecutive, a chiudere una striscia di undici successi consecutivi, che issa Los Angeles al terzo posto in Western Conference.


Terza piazza che verrà confermata a fine stagione, con un record storico, il migliore di sempre per la franchigia, di 57-26. Non solo numeri, però, anche e soprattutto prestazioni maestose come la terzultima e penultima nei derby contro i Lakers, da record per lo scarto portato (+36 e +48 rispettivamente) contro i rivali storici. In casa la squadra della City of Angels è un rullo compressore. Subisce sole 7 sconfitte a fronte di ben 34 vittorie, mentre il 23-18 in trasferta resta l’unico dato parzialmente allarmante in vista dei playoff. Crawford chiude la sua regular season con ottime medie: 18.6 punti, 2.3 rimbalzi e 3.2 assist. L’insolito status di titolare per un terzo delle gare giocate non ha modificato lo splendido rendimento della guardia da sesto uomo, tanto che la squadra ha vinto 31 delle 45 partite in cui Jamal è uscito dalla panchina.


Con 421 punti Crawford si è aggiudicato, dunque, il premio di Sixth Man of the Year, con 57 primi e 41 secondi tra tutti gli esperti votanti, finendo davanti a Taj Gibson, che ha chiuso a quota 395, con 49 primi posti e 45 secondi. Terzo, molto staccato, Manu Ginobili a quota 138. Nei playoff, tanto la guardia quanto i Clippers, stanno facendo benissimo e, dopo la difficile vittoria per 4-2 nell’ostica serie contro i Warriors, ora sono in parità (2-2) contro i Thunder di Kevin Durant. Servirà un’impresa per volare alle finali di Conference e, magari, sognare anche le Finals NBA. E’ stata una stagione ricca di prime volte per i Clippers, chissà che non ce ne siamo delle altre, ben più importanti.

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