domenica 25 agosto 2013

IL BRANCO DEI TIMBERWOLVES ALL'ASSALTO DELLA LEGA


Rubio, Martin, Brewer, Love e Pekovic con alle spalle le mine vaganti Barea, Budinger e Cunningham oltre che i giovani di grande prospettiva Shved, Williams e i rookie Muhammad e Deng, costituiscono un quintetto e un roster niente male per una squadra tanto travagliata e in difficoltà come i Timberwolves delle ultime stagioni. Soprattutto i titolari sembrano poter formare un team di alto livello e la profondità alle loro spalle garantisce quantità e qualità alla causa. Riusciranno i lupi grigi di Minneapolis a farsi temere da tutta la NBA?

La stagione scorsa era partita con ottimi auspici al Target Center, con gli innesti di Kirilenko e l’incognita di lusso Roy a completare una squadra che aveva le sue punte di diamante nell’abilità sui due lati del campo di Kevin Love e nel talento cristallino di Ricky Rubio. Entrambi però erano da recuperare al meglio della forma fisica, dopo gli infortuni che li avevano fermati in un’annata eccezionale per il primo, sempre o quasi in doppia doppia, con medie di 26 punti e 13 rimbalzi abbondanti a partita, e un esordio incredibile nella Lega per il secondo, in cui aveva stupito tutti con mesi di giocate straordinarie.

Purtroppo però quasi tutte le speranze sono state disattese dai tanti, troppi problemi fisici maturati dai giocatori di Minnesota. Se si pensa che di tutto il roster a disposizione, il solo Luke Ridnour ha giocato in tutte e 82 le partite di regular season, si ha un dato esplicativo della sciagura che ha colpito il team di Rick Adelman.

Love è rientrato all’improvviso già a novembre con 34 punti e 14 rimbalzi, salvo poi fratturarsi nuovamente la mano destra solo 2 mesi e 18 partite dopo, dando adito al dubbio che avrebbe dovuto aspettare di più ai box. La rottura, che necessitava un’operazione chirurgica per essere sistemata, ha messo quindi fine alla sua stagione. Kirilenko, a causa di numerosi problemi alla schiena e alla gamba destra, non ha espresso il suo straordinario valore in ogni termine statistico, mentre la scommessa Roy è stata persa completamente, in quanto l’ex dei Trail Blazers ha giocato solo 5 partite con medie irrisorie per un fenomeno come lui, fermato ancora una volta dalle sue ginocchia di cristallo. Rubio è stato invece recuperato al meglio, in quanto ha giocato quasi ogni match, dal suo ritorno in campo a dicembre, con numeri e giocate degne del suo anno d’esordio, ma ha potuto fare ben poco di fronte alle varie defezioni che, a turno, hanno messo fuori gioco i suoi compagni di squadra.

Ceduto il russo da free agent ai Nets e abbandonato il progetto Roy, Minnesota si è rafforzata non poco nell’estate in corso di svolgimento, riportando i sogni e le aspettative a livelli altissimi per la stagione che si accinge a cominciare. Cercando di puntare su giocatori affidabili e dal sicuro rendimento la squadra di Minneapolis si è assicurata Kevin Martin dagli Oklahoma City Thunder e Corey Brewer dai Denver Nuggets. Ciò su cui la nuova dirigenza, guidata da Flip Saunders, ha provato a puntare maggiormente è il tiro da 3 punti, disastroso nella già disagiata stagione passata. I Timberwolves hanno tirato con un misero 30.5% da dietro l’arco e hanno chiuso ampiamente all’ultimo posto questa classifica tra tutte le squadre della Lega. Ecco che quindi, se dovesse rientrare al meglio Love, il trio formato da lui, Rubio e Pekovic avrebbe al fianco giocatori molto abili ad aprire il campo come Martin, tiratore assai efficace ed efficiente dal mezzo angolo, e Brewer, per cui vale lo stesso discorso dall’angolo, soprattutto nella zona sinistra del campo.




L’attacco dei lupi grigi fa potenzialmente paura: Rubio può donare assistenze tanto meravigliose quanto funamboliche ai compagni, oltre a essere il secondo giocatore per rubate a partita dell’anno passato, e servire senza difficoltà i compagni dietro l’arco così come nel pitturato; Martin è stato uno dei marcatori più costanti degli ultimi anni e, sebbene in calo di segnature e minutaggio, può garantire tanti punti alla squadra; Brewer è un attaccante atletico e dalle lunghe leve e apporta sempre un ottimo contributo in termini di fatturato; Love è un fuoriclasse assoluto, tra i primi 10 giocatori nella Lega se ritorna quello di un paio di stagioni fa, ha nelle mani più di 20 punti a partita e sa segnare da ogni posizione del campo, oltre che essere il recordman di doppie doppie consecutive (53) con un perfetto fiuto a rimbalzo; infine Pekovic è un centro solido e completo, che assicura punti e rimbalzi alla causa.

La difesa non è allo stesso modo una certezza, però. Martin non eccelle nella specialità, così come Rubio, e ci sarà bisogno di corsa, gambe e intelligenza per sopperire alle probabili difficoltà sull’altro lato del campo. Brewer, insieme alla variabile Budinger e ai rookie Muhammad e Dieng sono chiamati a questo tipo di lavoro, per non rendere evidenti i problemi difensivi di Minnesota.

Ma chi sono le prime due scelte del Draft 2013 dei Timberwolves? Con la numero 14 è arrivato Shabazz Muhammad, guardia tiratrice da UCLA, che, prima della stagione in California, era considerato uno dei migliori prospetti di tutti gli Stati Uniti. I suoi problemi di testa e il dubbio sulle compagnie frequentate non possono nascondere un talento cristallino, un fisico e un tiro già di qualità apprezzabile. Vede e sente il canestro, sa portare tanti punti alla causa e ha anche potenzialità difensive non indifferenti, oltre ad essere un ottimo rimbalzi per il ruolo. Se saprà tenere i suoi comportamenti non irreprensibili a freno e lavorerà sugli scarichi di Rubio e sulla fase di non possesso potrà assicurarsi un posto nelle rotazioni di Adelman. Con la numero 21, ottenuta tramite i Jazz, invece Minnesota ha acquisito Gorgui Dieng da Louisville, giocatore dalle caratteristiche fisiche incredibili, oltre che di un’intelligenza cestistica assai sviluppata. Il talento non è dei migliori e non è ancora esploso, ma, con i problemi che dovrebbe soffrire la squadra del Target Center in difesa, è una manna dal cielo e un’ottima scelta da mettere alle spalle di Pekovic in rotazione.

Detto del roster, il coach Rick Adelman è di certo un uomo dalla straordinaria esperienza, ottavo allenatore di sempre a raggiungere le 1.000 vittorie in NBA, proprio nella scorsa stagione, con la vittoria del 6 aprile di Minnesota contro i Pistons. Oltre venti stagioni da head coach in varie franchigie della Lega sono certamente abbastanza per conoscere e saper allenare una squadra che punta dritto ai playoff e a traguardi non più raggiunti nelle ultime, povere annate.



I Timberwolves hanno quindi le armi giuste per lottare su tutti i parquet e, a meno di un’altra catastrofe nel campo degli infortuni, sono tra le pretendenti a un posto nella post-season nella complicata battaglia ad Ovest. Puntare al titolo sembra ancora un’utopia, ma sicuramente sognare un risultato migliore e un po’ più fortunato del recente passato è lecito a Minneapolis, per tornare a sentire l’ululato dei lupi grigi in tutta la sua forza e prepotenza.

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