giovedì 1 agosto 2013

OLD, DEAR, NICKNAME







L’estate, si sa, è un periodo triste per gli amanti degli sport americani, l’NFL e l’NBA sono in vacanza e gli argomenti succulenti scarseggiano. Però, per tenervi compagnia sotto l’ombrellone, oggi vi propongo un argomento leggero e fresco: i soprannomi dei giocatori NFL! 

Come sapete, (WHAT'S THE NAME: Part 1 e WHAT'S THE NAME: Part 2) ho una certa curiosità per nomi e soprannomi e in un’era in cui i nicknames stanno scomparendo quasi del tutto, sostituiti da banalissime unione di iniziali e numero di maglia del giocatore di turno, voglio farvi fare un viaggio alla scoperta di alcuni dei più belli e famosi nicknames degli attuali giocatori NFL, a cui aggiungerò anche un mio breve commento.

Partiamo da uno dei più conosciuti, il wide receiver dei Detroit Lions: Megatron, Calvin Johnson. Donatogli da un suo ex compagno di squadra, il nome è un riferimento al film “Transformers”, nel quale Megatron è l’antagonista principale. Sia la sua abilità nel saltare e compiere prese straordinarie sia la sua esplosiva potenza lo rendono simile ad un robot e, personalmente, il nome calza a pennello, gli conferisce quell’aurea minacciosa che fa capire agli avversari di trovarsi di fronte una macchina da ricezioni, difficile da limitare, come il giusto nemico di un film.

Un altro famosissimo è quello del quarterback dei Pittsburgh Steelers, Ben Roethlisberger, Big Ben. Datogli per via del suo fisico possente, è ovviamente associato anche al famoso orologio londinese. Questo soprannome è storico e, anche se non è nulla di particolarmente originale, è uno dei migliori. 

Opposto alla grandezza di Roethilsberger c’è il running back dei Jacksonville Jaguars, Pocket Hercules, Maurice Jones Drew. Alto solamente 170 cm è però dotato di una grandissima forza fisica che gli permette di sfidare con vigore ed intensità le difese avversarie, proprio come Hercules affrontava le sue dodici fatiche. Fino ad oggi ha sempre portato sulle spalle i suoi Jaguars, dunque il soprannome è davvero azzeccato.

Uno dei più simpatici è quello di Benjarvus Green-Ellis, The Law Firm. L’attuale running back dei Cincinnati Bengals ricevette questo soprannome dai suoi ex compagni di squadra dei Patriots; infatti questi, sentendo come suonasse altisonante il suo nome, dissero che sembrava quello di un importante avvocato di un grosso studio legale della città e, da quel giorno in poi, anche i media cominciarono a riferirsi a Benjarvus come appunto allo “studio legale”.

Uno che non mi piace per nulla, anche visto il suo modo di giocare in certe situazioni, è quello del quarterback degli Atlanta Falcons, Matt Ryan, Matty Ice. E’ un soprannome che si porta dietro già dai tempi del college per la sua capacità di rimanere freddo e lucido nei momenti più caldi della partita, tuttavia, pur suonando bene, non trovo sia l’ideale per un giocatore che si è fatto scivolar via la possibilità di giocare il Super Bowl, dopo che i suoi erano in vantaggio di 17 punti.

Un giocatore che abbiamo già avuto modo di conoscere nella sua grandezza è Adrian Peterson, Purple Jesus o AD. Trovo il primo dei due più originale, essendo più recente e legato alle sue strabilianti imprese con la maglia dei Vikings, il secondo invece è il suo soprannome storico e più usato. Quest’ultimo non si riferisce alle iniziali del suo nome, ma bensì al fatto che già quando era un ragazzino i suoi genitori pensavano potesse correre “All Day”, tutti i giorni.

Il grande rivale di Peterson nel ruolo di running back è Marshawn Lynch, The Beast Mode. Durante un’intervista, un giornalista gli chiese di trovare un modo per descrive il suo stile di gioco e il giocatore dei Seahawks rispose, anche per via del suo straripante modo di correre, di sentirsi “bestiale”. Inoltre per sottolineare questo suo stile, in ogni partita, appiccica uno sticker con il suo soprannome sotto l’occhio sinistro. E vedendo qualche highlights delle sue giocate non posso che essere d’accordo con la sua scelta.




Solitamente si dice che i cornerback giochino su un’isola, essendo più lontani dal resto dei giocatori, e il più forte cornerback della NFL ha deciso che ogni receiver che si scontrerà con lui giocherà nella sua personalissima isola. Stiamo parlando di Darrell Revis, Revis Island. Davvero un ottimo nome perché Revis è un giocatore che, prima dell’infortunio al ginocchio, era talmente forte da non far lanciare i quarterback nella sua zona, tanto è bravo nel realizzare intercetti. Oggi è ancora sicuramente uno dei migliori della lega, perciò, anche nella sua nuova isola a Tampa Bay, sarà un terrore per i quarterback e i receivers che vorranno avventurarsi nel suo territorio.

Boston è una città all’antica, ricca di tradizioni europee, ma fino alla passata stagione c’era un pizzico di Las Vegas nei Patriots, infatti il ricevitore preferito di Tom Brady era Slot Machine, Wes Welker. Soprannome usato spesso dai giornalisti, meno dai suoi ex compagni di squadra, il neo receiver dei Broncos verrà comunque ricordato con questo appellativo, che suona tra l’altro molto bene.

Ora gli ultimi tre, in ordine di preferenza, perché mi piacciono tutti, sono originali e rispecchiano al meglio le abilità di questi giocatori.

Un giocatore poco conosciuto, anche perché è stato Pro Bowler solamente nel 2007, è il running back, attualmente free-agent, Marion Barber, Marion the Barbarian. Datogli per via del suo stile di gioco fisico e rude, riporta subito alla mente il nome di Conan il Barbaro, un guerriero selvaggio proprio come Marion.

Claymaker, Clay Matthews. Il temibile linebacker dei Green Bay Packers ha ricevuto il suo soprannome per la grandissima abilità che possiede nel compiere giocate decisive, infatti Claymaker è la somma di “Clay” più “playmaker”, termine che, nel football, si utilizza per indicare giocatori che riescono a compiere grandi e importanti azioni. Un soprannome incredibile per un giocatore fenomenale.

Siamo giunti al migliore, che possiede ben due nicknames: Troy Polamaulu, The Samoan Head Hunter o Tazmanian Devil. Entrambi sono davvero belli, si riferiscono alle origini samoane di Troy e sono terrificanti per gli avversari. I tackle volanti della safety degli Steelers sono diventati storici e non pochi uomini si sono visti piombare addosso questo demonio e non poche volte sono finiti a terra per colpa dei suoi durissimi colpi.

Eccoci dunque arrivati alla fine di questo articolo, che spero vi sia piaciuto e, tra una granita e un gelato, vi abbia fatto scoprire una parte curiosa in più del mondo NFL. 




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