Ci
ricordiamo troppo spesso di Andrea Bargnani solo per i suoi demeriti
o le sue sfortune, che sia per gli infortuni che lo hanno
condizionato nell'ultimo periodo o per la sua scarsa propensione a
rimbalzo o per il suo essere stato poco decisivo quando contava,
tanto con i Raptors quanto con l'Italia. Ciò che dimentichiamo è
che il Mago è la prima scelta assoluta del Draft 2006 e che New York
ha deciso di puntare su di lui, probabilmente accantonando un
campione come Stoudamire al ruolo di gregario di lusso. Qualcosa
vorrà pur dire, no?
La
verità è che ci troviamo di fronte a un ragazzo di 28 anni che, se
recupererà completamente dai malanni delle ultime due passate
stagioni, potrà essere un cardine dei Knicks in un team davvero
interessante e talentuoso. Dall'alto dei suoi 213 cm di altezza può
ricoprire in maniera egregia due ruoli, anche se predilige quello di
ala grande. Tira con ottime percentuali dalla media e dalla lunga
distanza, ma non è abilissimo a
rimbalzo, pecca che lo ha reso tristemente noto nella Lega per le sue
magre statistiche a riguardo. Tralasciando per ora gli aspetti
negativi, Bargnani ha una mano fatata per un giocatore della sua
altezza, ha avuto percentuali da 3 punti intorno al 35% nelle prime 5
stagioni in NBA, segnando nella sua stagione migliore (2010/11) 21.4
punti di media con l'82% ai liberi, tutti numeri di molto superiori
alla media nel ruolo.
Ciò
che lascia perplessi del ragazzo di Roma e che fa storcere il naso a
qualche tifoso newyorkese è che, dopo l'exploit di quell'annata
straordinaria, il Mago è stato falcidiato dagli infortuni, giocando
solo una sessantina di partite in due stagioni. Nel 2011/12 parte
alla grande, alzando le medie della stagione precedente, ma si blocca
subito per un infortunio al polpaccio. Al rientro segna 36 punti
contro i Suns, ma poco dopo si ferma ancora, salvo poi tornare per 18
match consecutivi che chiude con 16.5 punti a partita. La partita
contro i Thunder del 14 aprile chiude anzitempo la sua annata,
Bargnani decide di fermarsi per recuperare al meglio nella
successiva. Il rientro porta però con sé un nuovo infortunio al
gomito, che fa chiudere la passata stagione ad Andrea con sole 35
partite giocate, fatte peraltro di soli 12.7 punti di media e nemmeno
4 rimbalzi per gara.
Bargnani
si è trovato in una situazione difficile ai Raptors, in cui è
passato dall'essere capitano e leader realizzativo, nonché figura di
spicco della squadra, a capro espiatorio di un team che non è mai
riuscito a esprimersi ad alti livelli nelle ultime stagioni. Preso di
mira dai tifosi per i suoi problemi fisici è stato sostituito
velocemente nei loro cuori da Rudy Gay, che gli ha tolto visibilità
e importanza nello spogliatoio. Nonostante questo, la squadra della
Grande Mela si è privata di Steve Novak, Marcus Camby e Quentin
Richardson, pedine importanti nello scacchiere di coach Mike Woodson,
oltre che di tre future scelte, due nei secondi round 2014 e 2017 e
una nel primo round 2016. Vediamo le possibili motivazioni di questa
scelta e come Andrea potrà essere utile alla causa di New York.
Al
momento la situazione vede molti uomini di livello a giocarsi il
posto: detto di Amar'e, spesso inguaiato dai problemi fisici e che ha
problemi ad accasarsi altrove, anche a causa dei 45 milioni di
dollari di contratto per i prossimi due anni, il posto 4 è occupato
non solo dal Mago, ma anche da Anthony, che, nonostante sia
eccezionale soprattutto da ala piccola, gioca benissimo anche da
grande nel quintetto con due playmaker, nel ruolo proprio di Andrea .
Bargnani potrebbe essere favorito però dagli schemi di Woodson che
sembrano poter lasciare molto più spazio a lui di quanto ne avesse
Novak lo scorso anno, anche vista la maggior duttilità del romano,
in grado di offrire certezze sia da fuori sia sotto canestro. Tutto dipenderà da
come andrà la convivenza tra il nostro connazionale e Stat. Di certo
il grande deficit del Mago, ovvero i rimbalzi catturati, non saranno
più un problema così evidente, data la presenza come centro di
Chandler, uno specialista nella categoria. Qualora però sarà
impiegato al suo posto, con Stoudamire al fianco o con Anthony in
posto 4, ci aspettiamo un salto di qualità da parte di Andrea per
dimostrare a tutti il suo valore.
New
York non è la piazza più semplice, i riflettori sono sempre accesi
sul Madison Square Garden e nessuno può permettersi di sbagliare
senza essere punito. Bargnani ha però fame e voglia di rivalsa,
vuole dimostrare a tutti che la sua non è stata una prima scelta
flop, vuole tornare sui livelli degli anni d'oro a Toronto e anche
meglio, per risalire con i Knicks la lunga strada verso il titolo.
Che il primo italiano a varcare l'oceano possa essere anche il primo
a guadagnarsi un anello? Troppo presto per dirlo, per ora buona
fortuna Mago!
L'unico neo di questa visione è aver definito pedine importanti: Steve Novak, Marcus Camby e Quentin Richardson.
RispondiEliminaSolo Novak era inserito in squadra glia altri due erano comprimari
A mio modo di vedere Camby è un uomo spogliatoio, importante come rincalzo, ma soprattutto caratterialmente come dimostra il suo trasferimento a Houston per aiutare Howard. Su Novak siamo d'accordo e su Q-Rich dico solo che a Toronto farebbe anche comodo, nonostante non sia esplosivo come una volta.
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