giovedì 25 luglio 2013

IL MAGO NELLA GRANDE MELA: RITORNO ALLA RIBALTA O DECLINO DEFINITIVO?



Ci ricordiamo troppo spesso di Andrea Bargnani solo per i suoi demeriti o le sue sfortune, che sia per gli infortuni che lo hanno condizionato nell'ultimo periodo o per la sua scarsa propensione a rimbalzo o per il suo essere stato poco decisivo quando contava, tanto con i Raptors quanto con l'Italia. Ciò che dimentichiamo è che il Mago è la prima scelta assoluta del Draft 2006 e che New York ha deciso di puntare su di lui, probabilmente accantonando un campione come Stoudamire al ruolo di gregario di lusso. Qualcosa vorrà pur dire, no?

La verità è che ci troviamo di fronte a un ragazzo di 28 anni che, se recupererà completamente dai malanni delle ultime due passate stagioni, potrà essere un cardine dei Knicks in un team davvero interessante e talentuoso. Dall'alto dei suoi 213 cm di altezza può ricoprire in maniera egregia due ruoli, anche se predilige quello di ala grande. Tira con ottime percentuali dalla media e dalla lunga distanza, ma non è abilissimo a rimbalzo, pecca che lo ha reso tristemente noto nella Lega per le sue magre statistiche a riguardo. Tralasciando per ora gli aspetti negativi, Bargnani ha una mano fatata per un giocatore della sua altezza, ha avuto percentuali da 3 punti intorno al 35% nelle prime 5 stagioni in NBA, segnando nella sua stagione migliore (2010/11) 21.4 punti di media con l'82% ai liberi, tutti numeri di molto superiori alla media nel ruolo.

Ciò che lascia perplessi del ragazzo di Roma e che fa storcere il naso a qualche tifoso newyorkese è che, dopo l'exploit di quell'annata straordinaria, il Mago è stato falcidiato dagli infortuni, giocando solo una sessantina di partite in due stagioni. Nel 2011/12 parte alla grande, alzando le medie della stagione precedente, ma si blocca subito per un infortunio al polpaccio. Al rientro segna 36 punti contro i Suns, ma poco dopo si ferma ancora, salvo poi tornare per 18 match consecutivi che chiude con 16.5 punti a partita. La partita contro i Thunder del 14 aprile chiude anzitempo la sua annata, Bargnani decide di fermarsi per recuperare al meglio nella successiva. Il rientro porta però con sé un nuovo infortunio al gomito, che fa chiudere la passata stagione ad Andrea con sole 35 partite giocate, fatte peraltro di soli 12.7 punti di media e nemmeno 4 rimbalzi per gara.



Bargnani si è trovato in una situazione difficile ai Raptors, in cui è passato dall'essere capitano e leader realizzativo, nonché figura di spicco della squadra, a capro espiatorio di un team che non è mai riuscito a esprimersi ad alti livelli nelle ultime stagioni. Preso di mira dai tifosi per i suoi problemi fisici è stato sostituito velocemente nei loro cuori da Rudy Gay, che gli ha tolto visibilità e importanza nello spogliatoio. Nonostante questo, la squadra della Grande Mela si è privata di Steve Novak, Marcus Camby e Quentin Richardson, pedine importanti nello scacchiere di coach Mike Woodson, oltre che di tre future scelte, due nei secondi round 2014 e 2017 e una nel primo round 2016. Vediamo le possibili motivazioni di questa scelta e come Andrea potrà essere utile alla causa di New York.

Al momento la situazione vede molti uomini di livello a giocarsi il posto: detto di Amar'e, spesso inguaiato dai problemi fisici e che ha problemi ad accasarsi altrove, anche a causa dei 45 milioni di dollari di contratto per i prossimi due anni, il posto 4 è occupato non solo dal Mago, ma anche da Anthony, che, nonostante sia eccezionale soprattutto da ala piccola, gioca benissimo anche da grande nel quintetto con due playmaker, nel ruolo proprio di Andrea . Bargnani potrebbe essere favorito però dagli schemi di Woodson che sembrano poter lasciare molto più spazio a lui di quanto ne avesse Novak lo scorso anno, anche vista la maggior duttilità del romano, in grado di offrire certezze sia da fuori sia sotto canestro. Tutto dipenderà da come andrà la convivenza tra il nostro connazionale e Stat. Di certo il grande deficit del Mago, ovvero i rimbalzi catturati, non saranno più un problema così evidente, data la presenza come centro di Chandler, uno specialista nella categoria. Qualora però sarà impiegato al suo posto, con Stoudamire al fianco o con Anthony in posto 4, ci aspettiamo un salto di qualità da parte di Andrea per dimostrare a tutti il suo valore.

New York non è la piazza più semplice, i riflettori sono sempre accesi sul Madison Square Garden e nessuno può permettersi di sbagliare senza essere punito. Bargnani ha però fame e voglia di rivalsa, vuole dimostrare a tutti che la sua non è stata una prima scelta flop, vuole tornare sui livelli degli anni d'oro a Toronto e anche meglio, per risalire con i Knicks la lunga strada verso il titolo. Che il primo italiano a varcare l'oceano possa essere anche il primo a guadagnarsi un anello? Troppo presto per dirlo, per ora buona fortuna Mago!




2 commenti:

  1. L'unico neo di questa visione è aver definito pedine importanti: Steve Novak, Marcus Camby e Quentin Richardson.
    Solo Novak era inserito in squadra glia altri due erano comprimari

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    1. A mio modo di vedere Camby è un uomo spogliatoio, importante come rincalzo, ma soprattutto caratterialmente come dimostra il suo trasferimento a Houston per aiutare Howard. Su Novak siamo d'accordo e su Q-Rich dico solo che a Toronto farebbe anche comodo, nonostante non sia esplosivo come una volta.

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