Capita
a tutti riconoscere in alcune persone determinate qualità che le
rendono migliori di altre. Nel basket nazionale questo identikit
potrebbe calzare a pennello a Carlo Recalcati. Nato a Milano nel
settembre del 1945, sin da bambino gli viene messa in mano la palla a
spicchi. Carlo gioca fino ai 15 anni, quando inizia a lavorare. Ma il
ragazzo ha delle buone potenzialità e così si trasferisce a Cantù
dove studia da ragioniere riuscendo a conciliare la scuola con il
basket. A Cantù Carlo si trova così bene che vi rimane per 17 anni
(1962-1979) collezionando un numero incredibile di presenze e
divenendo la bandiera e il simbolo della squadra brianzola. Due
scudetti, tre coppe Korac e altrettante Coppe delle Coppe e inoltre
una Coppa Intercontinentale sono i titoli che il Charlie conquista da
giocatore. A 34 anni decide di cambiare aria e si trasferisce a
Parma, in Serie B, e vi rimane per un paio di stagioni.
Terminata
l’attività di giocatore non lascia il mondo del basket ma si siede
direttamente in panchina dando così inizio, nel 1981 ad una carriera
da allenatore che non sarà avara di soddisfazioni. La sua prima
squadra è l’Alpe Bergamo, tappa triennale di avvicinamento al
basket che conta; è Cantù che, ancora una volta, si affida alle
mani del Charlie. Ma la società biancoblu con lui in panchina non
arriva a conquistare nessun titolo, fermandosi a due secondi posti e
ad altrettanti terzi posti durante la regular season. Il 1990 è
l’anno in cui Recalcati saluta definitivamente la Brianza e si
trasferisce dall’altra parte d’Italia, a Reggio Calabria. Con la
Panasonic è un susseguirsi di vittorie e infatti la squadra arriva
ad un primo posto in stagione regolare nel 1992 e, l’anno dopo,
sfiora la semifinale scudetto, conquistando così il piazzamento
migliore nella storia della società calabrese. Viene chiamato
dall’Aresium Milano e la stagione successiva ancora da Bergamo e
questi anni sono quelli in cui, nonostante l’allenatore milanese
non porti a casa nessun successo, fanno in modo che si confermi uno
dei coach di primo livello a livello nazionale. Carlo Recalcati si
dimostra un uomo particolarmente paziente dal momento che, in 15 anni
di panchine, non ha ancora vinto un trofeo. La grande occasione
arriva nel 1997: a chiamarlo è Varese, che ha sì una squadra forte
ma non la favorita per la vittoria del campionato. La prima stagione
del Charlie in versione varesina è buona ma è l’anno successivo
(1998-1999) quello buono per i Roosters che con in campo i vari
Pozzecco, Meneghin, Galanda, Vescovi e in panchina il buon Charlie,
conquistano il decimo scudetto. Quando si arriva alla vetta l’unica
cosa che è possibile fare è scendere: Recalcati lo sa e infatti
lascia Varese e si accasa a Bologna, sponda Fortitudo, e nella città
emiliana conquista subito lo scudetto e, l’anno successivo, si
piazza al secondo posto perdendo la serie finale contro la Virtus. Il
ragionamento fatto per il passaggio da Varese a Bologna è lo stesso
che applica nel 2001 quando decide di lasciare la Effe e di accettare
l’incarico federale per la guida della Nazionale, incarico che
porterà avanti fino al 2009. Dopo aver vinto da giocatore 2 medaglie
di bronzo agli Europei, la sua carriera da coach alla guida degli
azzurri è segnata da un terzo posto europeo, un oro ai Giochi del
Mediterraneo e soprattutto l’impresa olimpica di Atene 2004, quando
gli azzurri si inchinarono solo all’Argentina. Intanto però il
triennio 2003-2006 lo vede impegnato alla guida della Mens Sana
Siena, vincendo il titolo del 2004 e seminando quello che poi
Pianigiani raccoglierà gli anni successivi. Nel 2010 il ritorno a
Varese per guidare una squadra che non ha certo ambizioni di
scudetto: alla Cimberio rimane per 2 stagioni conquistando i play-off
entrambe le volte. Dalla scorsa stagione siede sulla panchina di
Montegranaro e i dirigenti marchigiani non potevano non affidarsi
alla persona migliore per raggiungere l’obiettivo prefissato, la
salvezza. Lo scorso anno l’impresa è riuscita con 5 giornate
d’anticipo. La squadra di quest’anno non è sicuramente tra le
più competitive del campionato e la partenza dell’uomo più in
forma, l’ala Mardy Collins, di certo non ha aiutato la Sutor. La
squadra del presidente Basso si trova al penultimo posto della
classifica e la vittoria di misura contro Venezia ha dato un po’ di
respiro al Charlie, che ha criticato in conferenza stampa le
condizioni impossibili in cui è costretto a lavorare, e ai suoi
ragazzi. Il play Josh Mayo è l’arma migliore dell’arsenale
gialloblu, ma il ragazzo venuto dall’Indiana non può certo
risolvere tutte le partite da solo nonostante i 16,6 punti di media a
partita (con percentuali comunque sotto il 50% al tiro).
Carlo
Recalcati è un allenatore dalla grandissima esperienza ma prima di
tutto è un uomo che ha lasciato il segno in ogni parte in cui è
passato. Il suo parere non passa mai inosservato nell’ambiente
cestistico, il suo formare persone oltre che giocatori è una
peculiarità di cui andare fieri. Gli applausi che ha ricevuto a
Reggio Calabria 10 anni dopo aver lasciato la città dimostrano
quanto il pubblico si sia affezionato alla persona più che
all’allenatore e gli stessi applausi a scena aperta li ha ricevuti
a Varese sia il giorno del suo ritorno in biancorosso sia quando la
scorsa stagione è passato con la Sutor da Masnago. In
quel frangente tutto il palazzetto gli riservò minuti di applausi
con tanto di standing ovation. C’è chi ha accostato il nome di
Recalcati a qualche ruolo di dirigente per il nostro basket ma ancora
pare che si diverta a stare in palestra a spronare i suoi ragazzi e a
tentare di raggiungere l’ennesima impresa. Tra le cose da ricordare
relative all’allenatore milanese c’è il fatto che è stato
insignito dell’Ufficiale Ordine al merito della Repubblica
Italiana, che è il terzo allenatore che ha vinto più partite nella
storia del basket italiano (500) ad una lunghezza da Rubini e a 15 da
Tonino Zorzi, che è entrato nell’Hall of Fame del basket italiano
nel 2007, che nel 2013 ha ricevuto l’Ambrogino e che nel 2014 gli è
stato consegnata La Retina d’oro. Quest’ultimo premio “spetta
di anno in anno alle eccellenze del basket e dello sport … Con
l'intento di rafforzare i valori etici e umani delo sport si
propone, da subito, come parte attiva nell'ambito cestistico dapprima
locale, poi nazionale ed ora internazionale, con iniziative volte a
proporre e promuovere la valenza educativa della pratica sportiva.”
Carlo Recalcati dunque è più che un semplice allenatore, è un
maestro, un uomo saggio che ha sempre saputo porsi con eleganza e con
ragione. Si dimostra da anni una figura di riferimento per il nostro
movimento e molte persone dovrebbero prendere esempio dal Charlie,
esempio di stile, esempio del basket che ci piace.
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