lunedì 17 febbraio 2014

NEW ENGLAND PATRIOTS: TRA PRESENTE E FUTURO



Il conto con il destino per i New England Patriots è totalmente aperto.

In passato, le squadre fisiche e toste in difesa sono sempre state l’antidoto al sofisticato attacco di Tom Brady e compagni, domenica però abbiamo assistito ad un copione differente. Prima del Championship contro i Denver Broncos, sembrava che i Patriots fossero riusciti a trovare un attacco bilanciato che avrebbe potuto permettergli di superare la difesa avversaria in molti modi, alternando corse potenti e lanci. Il giorno della partita invece, abbiamo visto come i loro sforzi per muovere la catena siano stati completamente annientati dalla difesa dei Broncos. 



E’ doveroso ricordare come i Patriots non fossero certo i favoriti e che, di fronte, si trovavano un team con un attacco aereo stellare e un gioco di corse brutale. Per riuscire a superare una squadra di questo tipo, l’attacco dei Pats avrebbe dovuto girare a pieno ritmo, invece è sembrato un vecchio motore sbuffante. Ma siamo sicuri che avrebbe potuto davvero riuscire in questa impresa?

La crisi dell’attacco grigio-blu è iniziata ancora prima del kickoff di inizio stagione. Il temutissimo set con due tight end è stato sconvolto dall’arresto di Aaron Hernandez e dall’infortunio di Rob Gronkowski. Il running back Shane Vereen, che avrebbe dovuto avere un ruolo a tutto tondo, si è infortunato e non è ritornato prima del week 12. L’acquisto migliore dell’offseason, Danny Amendola, si è fatto male immediatamente e ha reso ben al di sotto delle aspettative. A stagione in corso si è rotto la gamba il tackle destro Sebastian Vollmer. Senza contare gli infortuni ai pilastri della difesa, Vince Wilfork e Jerod Mayo.

Qualunque squadra sarebbe caduta nel baratro, ma i Patriots sono stati in grado di reimpostare il GPS e trovare una nuova strada, tramite una serie di accorgimenti di volta in volta differenti. Julian Edelman è stato eccellente nel rimpiazzare Wes Welker ed è diventato solo il terzo giocatore nella storia della franchigia con più di 100 prese. LeGarette Blount ha realizzato il record di squadra di 4 touchdown su corsa in una partita e di 334 yard totali guadagnate in un’altra.

A fine anno, il reparto coordinato da Josh McDaniels è  risultato terzo in punti segnati e settimo in yard totali, ma i Patriots non hanno mai avuto una vera identità offensiva. La mancanza di soluzioni si è vista contro i Broncos, dove l’attacco non è mai riuscito ad essere pericoloso. Blount ha raccolto la miseria di 6 yard su cinque portate e il running game ha guadagnato solo 64 yard. La linea ha ceduto proprio nei momenti decisivi, concedendo due sack in  situazioni di terzo e quarto down. Non si può nemmeno incolpare Tom Brady, il quale ha certamente sbagliato dei lanci profondi (solo 1 su 5 da più di 20 yard) che avrebbero potuto cambiare radicalmente la gara, ma che si trovava a lanciare ad Austin Collie, tagliato e ripreso tre volte in stagione, Matthew Mulligan e Michael Hoomanawanui, non propriamente dei fenomeni per usare un eufemismo. 



La risposta alla domanda che ci siamo fatti ad inizio articolo è che Brady e i suoi non avrebbero potuto fare molto di più di quello che hanno fatto. Guardando al futuro, la vera domanda diventa un’altra: i Patriots riusciranno a tornare ad essere una macchina da punti che faccia tremare tutte le difese?

La squadra va rinforzata nelle skill positions. Bisogna inserire un talentuoso ricevitore che possa cambiare le partite e che sia sempre costante, a prescindere dalla rifirma di Julian Edelman e dalla crescita di Aaron Dobson e Kenbrall Thompkins. Andrebbe assolutamente rifirmato Blount, poiché con Steven Ridley e Shane Vereen rappresenta un terzetto di running back poliedrico e capace di adattarsi alle debolezze delle squadre avversarie. La linea ha bisogno di qualche rinforzo di peso per solidificarsi, soprattutto interiormente. Ma il vero turning point per tornare a dominare rimane l’uomo su cui l’attacco di Brady si basa: Rob Gronkowski.

L’impatto che il numero 87 ha in campo è devastante. Tatticamente è il giocatore più pericoloso e su cui gli avversari si focalizzano maggiormente, raddoppiandolo o addirittura triplicandolo, il che apre più spazi per gli altri ricevitori. Tecnicamente è una macchina da prese e ha un corpo che gli permette di trascinare letteralmente gli avversari per guadagni aggiuntivi. Le statistiche recitano che, con lui in campo, i Pats segnano 32 punti di media (contro i 24 senza), guadagnano 417.7 yard di media (contro 358.2) e convertono il 68.8% dei viaggi in red zone (contro il 43.3% senza), numeri impressionanti e che aiutano a far capire quanto sia fondamentale.   



Gronk dovrebbe essere recuperato in tempo per l’inizio della stagione, ma i Patriots devono costruire un piano di riserva data la facilità a cui è soggetto nel subire infortuni. La soluzione ideale è quella di scegliere un tight end al draft. Si potrebbe riproporre un pericoloso “two tight end set” e, nel caso più sfortunato, si avrebbe una valida alternativa a Gronk. Sia Jace Amaro che Austin Seferian-Jenkins sono due prospetti intriganti con un gran fisico, agilità e buone mani e rappresenterebbe delle soluzioni altamente interessanti.

Tom Brady ha ancora la voglia di raggiungere un Super Bowl e vincerlo, ha le capacità per farlo, ma deve essere aiutato da tutti i suoi compagni e dall’organizzazione per potere partecipare ancora una volta al grande ballo, se lo merita per tutto quello che ha dato ai Patriots e, inoltre, è il primo a voler regolare quel conto col destino.

See you next year Tom!

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