Il conto con il destino per i New
England Patriots è totalmente aperto.
In passato, le squadre fisiche e toste
in difesa sono sempre state l’antidoto al sofisticato attacco di Tom Brady e
compagni, domenica però abbiamo assistito ad un copione differente. Prima del
Championship contro i Denver Broncos, sembrava che i Patriots fossero riusciti
a trovare un attacco bilanciato che avrebbe potuto permettergli di superare la
difesa avversaria in molti modi, alternando corse potenti e lanci. Il giorno
della partita invece, abbiamo visto come i loro sforzi per muovere la catena
siano stati completamente annientati dalla difesa dei Broncos.
E’ doveroso ricordare come i Patriots
non fossero certo i favoriti e che, di fronte, si trovavano un team con un
attacco aereo stellare e un gioco di corse brutale. Per riuscire a superare una
squadra di questo tipo, l’attacco dei Pats avrebbe dovuto girare a pieno ritmo,
invece è sembrato un vecchio motore sbuffante. Ma siamo sicuri che avrebbe
potuto davvero riuscire in questa impresa?
La crisi dell’attacco grigio-blu è
iniziata ancora prima del kickoff di inizio stagione. Il temutissimo set con
due tight end è stato sconvolto dall’arresto di Aaron Hernandez e dall’infortunio
di Rob Gronkowski. Il running back Shane Vereen, che avrebbe dovuto avere un
ruolo a tutto tondo, si è infortunato e non è ritornato prima del week 12. L’acquisto
migliore dell’offseason, Danny Amendola, si è fatto male immediatamente e ha
reso ben al di sotto delle aspettative. A stagione in corso si è rotto la gamba
il tackle destro Sebastian Vollmer. Senza contare gli infortuni ai pilastri
della difesa, Vince Wilfork e Jerod Mayo.
Qualunque squadra sarebbe caduta nel
baratro, ma i Patriots sono stati in grado di reimpostare il GPS e trovare una
nuova strada, tramite una serie di accorgimenti di volta in volta differenti.
Julian Edelman è stato eccellente nel rimpiazzare Wes Welker ed è diventato
solo il terzo giocatore nella storia della franchigia con più di 100 prese.
LeGarette Blount ha realizzato il record di squadra di 4 touchdown su corsa in
una partita e di 334 yard
totali guadagnate in un’altra.
A fine anno, il reparto coordinato da
Josh McDaniels è risultato terzo in
punti segnati e settimo in yard totali, ma i Patriots non hanno mai avuto una
vera identità offensiva. La mancanza di soluzioni si è vista contro i Broncos,
dove l’attacco non è mai riuscito ad essere pericoloso. Blount ha raccolto la
miseria di 6 yard
su cinque portate e il running game ha guadagnato solo 64 yard. La linea ha ceduto
proprio nei momenti decisivi, concedendo due sack in situazioni di terzo e quarto down. Non si può
nemmeno incolpare Tom Brady, il quale ha certamente sbagliato dei lanci
profondi (solo 1 su 5 da più di 20
yard) che avrebbero potuto cambiare radicalmente la
gara, ma che si trovava a lanciare ad Austin Collie, tagliato e ripreso tre
volte in stagione, Matthew Mulligan e Michael Hoomanawanui, non propriamente
dei fenomeni per usare un eufemismo.
La risposta alla domanda che ci siamo
fatti ad inizio articolo è che Brady e i suoi non avrebbero potuto fare molto
di più di quello che hanno fatto. Guardando al futuro, la vera domanda diventa
un’altra: i Patriots riusciranno a tornare ad essere una macchina da punti che
faccia tremare tutte le difese?
La squadra va rinforzata nelle skill
positions. Bisogna inserire un talentuoso ricevitore che possa cambiare le
partite e che sia sempre costante, a prescindere dalla rifirma di Julian
Edelman e dalla crescita di Aaron Dobson e Kenbrall Thompkins. Andrebbe
assolutamente rifirmato Blount, poiché con Steven Ridley e Shane Vereen
rappresenta un terzetto di running back poliedrico e capace di adattarsi alle
debolezze delle squadre avversarie. La linea ha bisogno di qualche rinforzo di
peso per solidificarsi, soprattutto interiormente. Ma il vero turning point per
tornare a dominare rimane l’uomo su cui l’attacco di Brady si basa: Rob
Gronkowski.
L’impatto che il numero 87 ha in campo è devastante.
Tatticamente è il giocatore più pericoloso e su cui gli avversari si
focalizzano maggiormente, raddoppiandolo o addirittura triplicandolo, il che
apre più spazi per gli altri ricevitori. Tecnicamente è una macchina da prese e
ha un corpo che gli permette di trascinare letteralmente gli avversari per
guadagni aggiuntivi. Le statistiche recitano che, con lui in campo, i Pats
segnano 32 punti di media (contro i 24 senza), guadagnano 417.7 yard di media
(contro 358.2) e convertono il 68.8% dei viaggi in red zone (contro il 43.3%
senza), numeri impressionanti e che aiutano a far capire quanto sia
fondamentale.
Gronk dovrebbe essere recuperato in
tempo per l’inizio della stagione, ma i Patriots devono costruire un piano di
riserva data la facilità a cui è soggetto nel subire infortuni. La soluzione
ideale è quella di scegliere un tight end al draft. Si potrebbe riproporre un
pericoloso “two tight end set” e, nel caso più sfortunato, si avrebbe una
valida alternativa a Gronk. Sia Jace Amaro che Austin Seferian-Jenkins sono due
prospetti intriganti con un gran fisico, agilità e buone mani e
rappresenterebbe delle soluzioni altamente interessanti.
Tom Brady ha ancora la voglia di
raggiungere un Super Bowl e vincerlo, ha le capacità per farlo, ma deve essere
aiutato da tutti i suoi compagni e dall’organizzazione per potere partecipare
ancora una volta al grande ballo, se lo merita per tutto quello che ha dato ai
Patriots e, inoltre, è il primo a voler regolare quel conto col destino.
See
you next year Tom!
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