Che i Lions fossero una delle
franchigie più disgraziate della Lega era un dato assodato,
confermato dall'essere una delle sole due squadre storiche a non aver
mai raggiunto il Super Bowl, insieme ai Browns, e a vari ed eventuali
incidenti di percorso durante la loro storia, con il culmine
dell'unico 0-16 di sempre nel 2008. Che i Lions riuscissero a buttare
al vento anche l'ottima prima parte di questa stagione, quando
mancava poco più di un passo per volare ai playoff, era un altro
paio di maniche.
Giunti alla bye week con uno score
di cinque vittorie e tre sconfitte, già allora si potevano trarre le
prime conclusioni, che sembravano, però, poter essere più positive
che di nefasti presagi. Superati solo dall'arcigna difesa dei
Cardinals, da una prestazione offensiva non all'altezza contro i
Packers e da un field goal di Mike Nugent a pochi secondi dalla fine
contro i Bengals, Detroit, per il resto, aveva poco da rimproverarsi.
Le vittorie contro Bears, prima di allora imbattuti, e Cowboys, con
una rimonta straordinaria negli ultimi minuti di partita, mettevano
la ciliegina sulla torta ad un ottimo inizio, segnato dalle
affermazioni su Vikings, Redksins e Browns. I playoff, visti i
risultati alterni di Packers (5-3) e Bears (5-3) in NFC North, erano
assolutamente alla portata.
I migliori segnali erano giunti
dall'attacco, devastante ed esplosivo per lunghi tratti, comandato
egregiamente da un Matthew Stafford in crescita esponenziale (2.617
yard al lancio con 16 TD pass e soli 6 INT) e dalle grandi
prestazioni anche sotto pressione, da leader di squadra, come quella
contro Dallas. Calvin Johnson (821 yard su ricezione e 7 touchdown)
aveva steccato le uscite contro Minnesota e Cleveland, ma nelle
restanti partite aveva sorpreso ancora una volta tutti con la sua
straordinaria potenza ed efficacia. Meravigliose le segnature contro
Arizona, per corsa e potenza, contro Cincinnati, perché marcato
strettissimo e magico nelle ricezioni in end zone anche sotto una
tripla copertura, e la prestazione contro Dallas (14 ricezioni per
329 yard con 23.5 di media). Reggie Bush aveva dominato la scena nei
momenti bui di Megatron, demolendo le difese di Vikings, Bears e
Browns (307 yard su corsa e 1 touchdown oltre a 192 su ricezione e 2
touchdown), mentre Nate Burlenson e Joique Bell erano risultati due
sparring partners più che all'altezza.
Anche la difesa, però, sembrava
all'altezza della situazione, guidata da un DeAndre Levy in splendida
forma. E il meglio per Detroit sembrava solo dover arrivare, dopo la
vittoria contro i Bears, al ritorno dalla settimana di riposo, che
portava gli uomini di Motown dritti in testa alla loro Division, con
il vantaggio ormai acquisito negli scontri diretti contro Chicago e
Green Bay in tremenda difficoltà dato l'infortunio occorso ad Aaron
Rodgers, che lo avrebbe tenuto fermo per diverse settimane. I due
touchdown di Megatron e le oltre 100 yard su corsa di Bush, oltre al
quinto intercetto di Levy in stagione e al sack numero 4.5 di un
Ndamukong Suh tornato su ottimi livelli, sembravano far presagire ad
un'esaltante qualificazione alla post-season.
Per spiegare cosa sono stati in
grado di gettare al vento questi Lions basta un semplicissimo dato:
con la vittoria sui Bears il loro record sale a 6-3 e, a fine
stagione, i Packers si qualificheranno ai playoff con il modico score
di 8-7-1. Sarebbero bastate tre vittorie nelle ultime sette partite
giocate, per altro giocate contro avversari in crisi quest'anno come
Giants, Ravens e Steelers oppure non propriamente impossibili come
Vikings e Buccaneers. Detroit sfodera l'unica prestazione degna di
nota contro i Packers nel Thanksgiving Day, infliggendo ben 30 punti
di distacco ad una squadra distrutta dall'assenza di Rodgers. Per il
resto solo sconfitte e, non può essere altrimenti, un altro treno
per qualcosa di grande è stato visto passare, senza sostare, a
Motown.
I progressi di Stafford, il suo
processo di crescita in atto e il resto sono andati a farsi benedire.
Le yard guadagnate al lancio scendono a poco più di 2.000 da oltre
2.600 che erano state nella prima metà di stagione, i passaggi da
touchdown diventano 13, di cui solamente due nelle ultime quattro
partite giocate, e gli intercetti salgono clamorosamente anch'essi a
13, senza più nemmeno i due touchdown su corsa ottenuti nelle prime
otto gare disputate. Basterebbe, forse, citare il passaggio del suo
QB rating da un ottimo 94.7 di media a un ben più riduttivo 72.5
passando da prima a dopo la bye week. Una bella differenza.
Non è solo colpa di Stafford,
intendiamoci. Johnson chiuderà la stagione con 84 ricezioni su 156
palloni lanciati verso di lui. Spesso si è cercato Megatron anche in
situazioni praticamente impossibili e si provava a trovarlo in ogni
momento di disperazione, quindi un minimo margine bisogna pur
concederlo, ma questo non giustifica il misero 53% di prese
effettive. Alla fine le sue yard guadagnate saranno 1.492, un bel
passo indietro rispetto al record assoluto dello scorso anno (1.964),
con 12 TDs, di cui solo uno nelle ultime cinque partite giocate.
Fortuna che, alle sue spalle, Bell si è scoperto receiver e non
solamente ottimo runningback. Spaventoso il suo 53/68 tra palloni
ricevuti e lanciati verso di lui, con 547 yard (10.3 di media)
guadagnate anche se, purtroppo, senza mai entrare in end zone su
lancio, pur consolandosi con gli otto touchdown messi a segno palla
alla mano. Poco è arrivato dagli altri ricevitori, se non un grande
Fauria da 7 touchdown su 18 ricezioni messe a segno. Bush ha superato
quota 1.000 yard su corsa, ma ha portato solo quattro segnature alla
causa e non ha ripetuto in nessun altro match l'exploit dell'esordio
(101 yard) in termini di guadagno sulle ricezioni.
La difesa non ha avuto un calo così
drastico nella seconda metà di stagione, anzi è migliorata a
livello di punti subiti (24.7 nelle prime otto gare, 22.4 nelle
restanti). I singoli sono forse calati, Levy su tutti. Per lui cinque
intercetti fino alla gara contro i Bears, solo uno dopo, per altro
nell'unica vinta contro i Packers, e anche un calo di quasi un tackle
a partita dalla vittoria su Chicago in avanti. Leader nella
statistica è stato Stephen Tullock (135), che ha aggiunto 3.5 sack e
1 INT, mentre il rookie Ezekiel Ansah, la nota più positiva, è
stato il migliori in termini di interventi sul quarterback avversario
(8 sack per 72 yard perse dagli avversari, oltre a due fumble
forzati). La retroguardia ha peccato di certo nei finali di partita,
soprattutto contro Ravens e Giants, due sconfitte evitabilissime per
i Lions e che sono costate loro i playoff, e nel difendere sui lanci
avvesari (246.9 yard concesse di media, 23° dato complessivo).
Cosa manca dunque a Detroit per
essere tra le protagoniste l'anno prossimo? Sicuramente Jim Schwartz
si è meritato l'esonero dal ruolo di head coach a fine stagione ed è
stato sostituito da Jim Caldwell. Vedremo se l'ex allenatore
dell'attacco dei Ravens sarà in grado di dare certezze e nuova linfa
ad un gruppo ricco di talento e ottimi giocatori. Dal Draft servirà
assolutamente trovare una seconda opzione di livello nel ruolo di
wide receiver, perché il solo Johnson non può portare avanti da
solo tutto il peso dell'attacco, sempre auspicando che Stafford
riprenda ad essere il fantastico quarterback visto nelle prime gare
della scorsa stagione. Anche la difesa deve essere puntellata per
rendere al massimo, specialmente per quanto riguarda la posizione di
cornerback. Servirebbe anche un innesto come outside linebacker,
anche se tutto dipenderà dalle scelte dalle scelte difensive del
nuovo coach.
Alla vigilia della scorsa stagione i
Lions erano auspicati ad avere il secondo peggior calendario
possibile per la loro regular season, ma si è rivelato in realtà
essere il 29° complessivo alla fine, dati i reali valori visti in
campo nel corso delle 16 partite. Il dato fa capire, ancora una
volta, come gli uomini di Motown abbiano buttato davvero una grande
occasione. Il prossimo anno Detroit affronterà le squadre della AFC
East e dell'NFC South, oltre ai rivali divisionali e a Giants e
Cardinals. C'è tutto per far bene, servirà solo lottare fino alla
fine. E vincere, se possibile.
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