lunedì 24 febbraio 2014

(TOP) & FLOP DELLA STAGIONE NFL : DETROIT LIONS


Che i Lions fossero una delle franchigie più disgraziate della Lega era un dato assodato, confermato dall'essere una delle sole due squadre storiche a non aver mai raggiunto il Super Bowl, insieme ai Browns, e a vari ed eventuali incidenti di percorso durante la loro storia, con il culmine dell'unico 0-16 di sempre nel 2008. Che i Lions riuscissero a buttare al vento anche l'ottima prima parte di questa stagione, quando mancava poco più di un passo per volare ai playoff, era un altro paio di maniche.

Giunti alla bye week con uno score di cinque vittorie e tre sconfitte, già allora si potevano trarre le prime conclusioni, che sembravano, però, poter essere più positive che di nefasti presagi. Superati solo dall'arcigna difesa dei Cardinals, da una prestazione offensiva non all'altezza contro i Packers e da un field goal di Mike Nugent a pochi secondi dalla fine contro i Bengals, Detroit, per il resto, aveva poco da rimproverarsi. Le vittorie contro Bears, prima di allora imbattuti, e Cowboys, con una rimonta straordinaria negli ultimi minuti di partita, mettevano la ciliegina sulla torta ad un ottimo inizio, segnato dalle affermazioni su Vikings, Redksins e Browns. I playoff, visti i risultati alterni di Packers (5-3) e Bears (5-3) in NFC North, erano assolutamente alla portata.

I migliori segnali erano giunti dall'attacco, devastante ed esplosivo per lunghi tratti, comandato egregiamente da un Matthew Stafford in crescita esponenziale (2.617 yard al lancio con 16 TD pass e soli 6 INT) e dalle grandi prestazioni anche sotto pressione, da leader di squadra, come quella contro Dallas. Calvin Johnson (821 yard su ricezione e 7 touchdown) aveva steccato le uscite contro Minnesota e Cleveland, ma nelle restanti partite aveva sorpreso ancora una volta tutti con la sua straordinaria potenza ed efficacia. Meravigliose le segnature contro Arizona, per corsa e potenza, contro Cincinnati, perché marcato strettissimo e magico nelle ricezioni in end zone anche sotto una tripla copertura, e la prestazione contro Dallas (14 ricezioni per 329 yard con 23.5 di media). Reggie Bush aveva dominato la scena nei momenti bui di Megatron, demolendo le difese di Vikings, Bears e Browns (307 yard su corsa e 1 touchdown oltre a 192 su ricezione e 2 touchdown), mentre Nate Burlenson e Joique Bell erano risultati due sparring partners più che all'altezza.


Anche la difesa, però, sembrava all'altezza della situazione, guidata da un DeAndre Levy in splendida forma. E il meglio per Detroit sembrava solo dover arrivare, dopo la vittoria contro i Bears, al ritorno dalla settimana di riposo, che portava gli uomini di Motown dritti in testa alla loro Division, con il vantaggio ormai acquisito negli scontri diretti contro Chicago e Green Bay in tremenda difficoltà dato l'infortunio occorso ad Aaron Rodgers, che lo avrebbe tenuto fermo per diverse settimane. I due touchdown di Megatron e le oltre 100 yard su corsa di Bush, oltre al quinto intercetto di Levy in stagione e al sack numero 4.5 di un Ndamukong Suh tornato su ottimi livelli, sembravano far presagire ad un'esaltante qualificazione alla post-season.

Per spiegare cosa sono stati in grado di gettare al vento questi Lions basta un semplicissimo dato: con la vittoria sui Bears il loro record sale a 6-3 e, a fine stagione, i Packers si qualificheranno ai playoff con il modico score di 8-7-1. Sarebbero bastate tre vittorie nelle ultime sette partite giocate, per altro giocate contro avversari in crisi quest'anno come Giants, Ravens e Steelers oppure non propriamente impossibili come Vikings e Buccaneers. Detroit sfodera l'unica prestazione degna di nota contro i Packers nel Thanksgiving Day, infliggendo ben 30 punti di distacco ad una squadra distrutta dall'assenza di Rodgers. Per il resto solo sconfitte e, non può essere altrimenti, un altro treno per qualcosa di grande è stato visto passare, senza sostare, a Motown.

I progressi di Stafford, il suo processo di crescita in atto e il resto sono andati a farsi benedire. Le yard guadagnate al lancio scendono a poco più di 2.000 da oltre 2.600 che erano state nella prima metà di stagione, i passaggi da touchdown diventano 13, di cui solamente due nelle ultime quattro partite giocate, e gli intercetti salgono clamorosamente anch'essi a 13, senza più nemmeno i due touchdown su corsa ottenuti nelle prime otto gare disputate. Basterebbe, forse, citare il passaggio del suo QB rating da un ottimo 94.7 di media a un ben più riduttivo 72.5 passando da prima a dopo la bye week. Una bella differenza.


Non è solo colpa di Stafford, intendiamoci. Johnson chiuderà la stagione con 84 ricezioni su 156 palloni lanciati verso di lui. Spesso si è cercato Megatron anche in situazioni praticamente impossibili e si provava a trovarlo in ogni momento di disperazione, quindi un minimo margine bisogna pur concederlo, ma questo non giustifica il misero 53% di prese effettive. Alla fine le sue yard guadagnate saranno 1.492, un bel passo indietro rispetto al record assoluto dello scorso anno (1.964), con 12 TDs, di cui solo uno nelle ultime cinque partite giocate. Fortuna che, alle sue spalle, Bell si è scoperto receiver e non solamente ottimo runningback. Spaventoso il suo 53/68 tra palloni ricevuti e lanciati verso di lui, con 547 yard (10.3 di media) guadagnate anche se, purtroppo, senza mai entrare in end zone su lancio, pur consolandosi con gli otto touchdown messi a segno palla alla mano. Poco è arrivato dagli altri ricevitori, se non un grande Fauria da 7 touchdown su 18 ricezioni messe a segno. Bush ha superato quota 1.000 yard su corsa, ma ha portato solo quattro segnature alla causa e non ha ripetuto in nessun altro match l'exploit dell'esordio (101 yard) in termini di guadagno sulle ricezioni.

La difesa non ha avuto un calo così drastico nella seconda metà di stagione, anzi è migliorata a livello di punti subiti (24.7 nelle prime otto gare, 22.4 nelle restanti). I singoli sono forse calati, Levy su tutti. Per lui cinque intercetti fino alla gara contro i Bears, solo uno dopo, per altro nell'unica vinta contro i Packers, e anche un calo di quasi un tackle a partita dalla vittoria su Chicago in avanti. Leader nella statistica è stato Stephen Tullock (135), che ha aggiunto 3.5 sack e 1 INT, mentre il rookie Ezekiel Ansah, la nota più positiva, è stato il migliori in termini di interventi sul quarterback avversario (8 sack per 72 yard perse dagli avversari, oltre a due fumble forzati). La retroguardia ha peccato di certo nei finali di partita, soprattutto contro Ravens e Giants, due sconfitte evitabilissime per i Lions e che sono costate loro i playoff, e nel difendere sui lanci avvesari (246.9 yard concesse di media, 23° dato complessivo).

Cosa manca dunque a Detroit per essere tra le protagoniste l'anno prossimo? Sicuramente Jim Schwartz si è meritato l'esonero dal ruolo di head coach a fine stagione ed è stato sostituito da Jim Caldwell. Vedremo se l'ex allenatore dell'attacco dei Ravens sarà in grado di dare certezze e nuova linfa ad un gruppo ricco di talento e ottimi giocatori. Dal Draft servirà assolutamente trovare una seconda opzione di livello nel ruolo di wide receiver, perché il solo Johnson non può portare avanti da solo tutto il peso dell'attacco, sempre auspicando che Stafford riprenda ad essere il fantastico quarterback visto nelle prime gare della scorsa stagione. Anche la difesa deve essere puntellata per rendere al massimo, specialmente per quanto riguarda la posizione di cornerback. Servirebbe anche un innesto come outside linebacker, anche se tutto dipenderà dalle scelte dalle scelte difensive del nuovo coach.



Alla vigilia della scorsa stagione i Lions erano auspicati ad avere il secondo peggior calendario possibile per la loro regular season, ma si è rivelato in realtà essere il 29° complessivo alla fine, dati i reali valori visti in campo nel corso delle 16 partite. Il dato fa capire, ancora una volta, come gli uomini di Motown abbiano buttato davvero una grande occasione. Il prossimo anno Detroit affronterà le squadre della AFC East e dell'NFC South, oltre ai rivali divisionali e a Giants e Cardinals. C'è tutto per far bene, servirà solo lottare fino alla fine. E vincere, se possibile. 

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