martedì 25 febbraio 2014

SASSARI, ERA ORA!!

Finalmente anche Sassari può festeggiare. La Coppa Italia 2014 infatti vede trionfare la squadra sarda che così può mettere il primo trofeo nella sua bacheca bacheca che, fino a questo momento, era praticamente spoglia e in cui facevano capolino solamente 3 coppe disciplina vinte tra Legadue e Serie A. La Dinamo, fondata nel 1960, ha dunque dovuto aspettare 54 anni prima di conquistare un titolo nazionale e, speriamo, possa essere solo il primo trofeo di una lunga serie. 

  
La Beko Final Eight 2014 non vedeva certo Sassari tra le favorite, dal momento che si presentava al sesto posto in griglia, ma sin dalla prima partita contro Milano si è candidata per il titolo. Infatti nello scontro diretto contro i padroni di casa la Dinamo si è imposta per 80 – 82, trascinata dai 24 punti di Drake Diener e facendo esplodere la rabbia degli ultras milanesi che hanno dichiarato prima lo sciopero del tifo e poi hanno bloccato gli allenamenti della squadra la settimana successiva. A questo punto lo scoglio più grande sembra superato anche se Sassari quest’anno è incappata in sconfitte che alla vigilia nessuno avrebbe pronosticato e allora la partita contro Reggio Emilia non è da prendere sottogamba, anche perché la Grissin Bon ha battuto niente meno che Cantù. Il match si risolve a favore del Banco 86 – 92 e la parte del leone tocca farla a Travis Diener, che ne infila 26, nonostante la coppia reggiana White – Kaukenas ne combini insieme 51. A questo punto sognare non costa davvero nulla, nonostante in finale ci si trovi davanti ai vincitori delle ultime 5 edizioni. Certo, la Mens Sana non è più lo squadrone delle precedenti stagioni e in più dalla cessione di Hackett ha perso molto del potenziale su cui la squadra si fondava, ma coach Crespi è settimane che lavora per trovare i nuovi equilibri e le convincenti vittorie su Roma e Brindisi ne fanno un cliente scomodo per tutti. La partita è giocata su ritmi molto elevati e vede Sassari portarsi subito in vantaggio e dare lo strappo decisivo già a metà gara (28 – 45). Il secondo tempo vede Siena riavvicinarsi più di una volta ma non riuscire mai a colmare il gap con il Banco che così, al quarantesimo, può alzare le braccia al cielo. Caleb Green e, naturalmente, i cugini Diener sono gli aghi delle bilancia della partita ma la vittoria, e non è retorica, è di squadra.
È sicuramente la vittoria di Meo Sacchetti, sulla panchina sarda dal 2009, anno in cui è subentrato a Demis Cavina e ha portato la Dinamo alla promozione in Serie A. Coach Sacchetti in tutti questi anni ha dimostrato di essere un allenatore particolarmente preparato; la sua squadra infatti è sempre migliorata centrando i play-off sin dalla prima stagione nella massima serie. La colpa più grande imputata all’allenatore di Altamura è quella di far arrivare la squadra troppo stanca alla fine della regular season e così si giustificano le sconfitte abbastanza nette ai play-off, per ultima quella della scorsa stagione contro Cantù. Starà a Sacchetti smentire questo trend negativo, per di più con la Coppa Italia in tasca.
È poi la vittoria dei cuginetti Diener, in Sardegna ormai da anni, che per la Dinamo non si sono mai tirati indietro. Travis, un po’ sottotono quest’anno, ha dimostrato in questa competizione di essere un play di livello che non a caso per 4 stagioni ha giocato in NBA, mentre Drake, convinto dal cugino a giocare a Sassari dopo che il suo arrivo a Varese veniva dato già come scontato, ha sbagliato in questi due anni e mezzo pochissime partite ed è uno tra i giocatori del campionato che può cambiare il corso della partita, probabilmente il più talentuoso e quello con la mano più calda. I ragazzi di Fond du Lac hanno fatto le fortune del Banco in queste stagioni e sicuramente il loro affiatamento è risultato decisivo anche perché il loro contributo realizzativo risulta essere sempre particolarmente elevato. In realtà è Drake quello che fino a questo momento ha dimostrato di avere le carte migliori anche se a livello di College e di basket professionistico non ha avuto grandi possibilità di sfondare visto il morbo di Crohn che lo ha tenuto fermo dopo il quadriennio a De Paul e il successivo arrivo in Italia in Legadue, a Castelletto Ticino. Chissà quale sarà il futuro dei due cugini, se a Sassari considereranno concluso il loro lavoro o se vorranno rimanere in Sardegna per cercare di conquistare altri titoli. 


È la vittoria di Giacomo Devecchi e di Manuel Vanuzzo, alla Dinamo dalla stagione 2006-2007, ragazzi che che hanno coronato le loro fatiche con questa vittoria. Una menzione particolare va all’ala veneziana, capitano dal 2007 di questa squadra che, a quasi 39 anni, corona una carriera che lo ha visto spesso ricominciare dalla Legadue ma che lo ha visto anche protagonista con la maglia della Nazionale.
È la vittoria di Omar Thomas e Caleb Green, le due ali americane arrivate quest’anno alla corte di Sacchetti. Entrambi nati nell’85, sono potenzialmente due forze della natura viste le loro caratteristiche fisiche che li rendono i padroni dell’area sia palla in mano che in fase di rimbalzo.
È la vittoria di Amedeo Tessitori e di Massimo Chessa, due ragazzi che di solito non trovano molto spazio sul parquet ma che quando sono chiamati in causa si sono sempre fatti trovare pronti. In particolare è il caso di Tessitori, ala pisana di 208 centimetri che a 18 anni ha dimostrato di avere una certa personalità in campo senza farsi prendere dal panico davanti a giocatori più esperti. Tessitori è un ragazzo di grande prospettiva che ha già indossato la maglia delle rappresentative nazionali giovanili e che ha ben figurato insieme al giovanissimo play Federico Mussini di Reggio Emilia, classe ’96 e con tanta tanta tanta energia e voglia di emergere.
È la vittoria di Marques Green, che dopo una stagione difficile come quella passata ha ritrovato minuti, gioco e punti in una squadra che ha saputo dargli la fiducia di cui necessitava e che sembrava aver perso a Milano. Se Travis Diener non è in giornata (ed è successo) ci pensa il piccolo Marques a dare qualità all’attacco biancoblu e le sue partenze nel quintetto titolare dimostrano che il suo impegno in palestra sta dando buoni frutti.
È la vittoria di Brian Sacchetti, additato spesso come un “figlio di papà” ma che dimostra di meritare i minuti che il papà-coach gli concede. Si è messo in luce durante la finale soprattutto in fase difensiva ed effettivamente la sua esperienza nelle nazionali giovanili indica che Brian è un giocatore di qualità. E se Sacchetti senior ha deciso di puntare su di lui nonostante tutti i problemi che possono crearsi in uno spogliatoio per una situazione particolare come questa vuol dire veramente che Brian è tutt’altro che un raccomandato.
È la vittoria di Drew Gordon, ala-centro ritornato a stagione in corso dopo le poche partite disputate l’anno scorso. Nonostante la condizione non fosse quella migliore Drew ha fatto capire quale sia la sua caratura. Un lungo completo, uno di quelli che nel pitturato fanno la differenza. E se la sua strapotenza fisica sarà ben sfruttata nel modo migliore dai suoi compagni di squadra…
È la vittoria del presidente Stefano Sardara, sempre pronto a difendere la squadra e a metterci la faccia quando le cose (molto raramente) non vanno bene, pronto a richiamare i giocatori dopo qualche sconfitta di troppo. Un uomo di sport che ha investito molto in questa società e a cui bisogna fare i complimenti insieme a tutto il resto dell’organigramma societario che ha sempre creduto nel progetto Dinamo.


È infine la vittoria dei tifosi. Perché, come capita per molte società, il pubblico è davvero un fattore determinante. I tifosi meritano questa vittoria tanto quanto i giocatori visto il sostegno che non è mai venuto a mancare e, credo, l’atmosfera che intorno al Palaserradimigni si è creata sia di quelle che fanno bene allo sport.

Il fatto che Sassari abbia vinto la Coppa Italia può fare bene al movimento cestistico italiano, che ha visto dopo parecchio tempo Siena perdere un titolo e Milano, favorita alla vigilia, non afferrarlo (e crediamo che a fine stagione giocherà i play-off col coltello tra i denti). E dunque brava Sassari, te la sei meritata questa coppa, per la tua storia non solo un titolo ma il primo trofeo che già richiede compagnia perché di spazio da riempire la bacheca ne ha ancora molto.

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