La delusione e lo sconforto sono
chiaramente evidenti negli occhi dei giocatori e dei tifosi. Gli Atlanta
Falcons sono passati dall’essere un team favorito per il Super Bowl ad una
squadra in piena emergenza che fatica a vincere match, sulla carta facili, e
ora si ritrova nella parte bassa della lega. La partenza 1-4 è la peggiore dal
2007 e il motivo non può solamente essere la sfortuna o l’aver incontrato
squadre più forti. Dopo la prima settimana sembrava che, se nella partita contro
i Saints fossero andate per il verso giusto due o tre azioni, il risultato
avrebbe potuto essere diverso. Ma dopo aver visto una squadra nella media come
i Jets imporre il loro gioco al Georgia Dome e Geno Smith condurre un drive
dopo l’altro come se fosse un quarterback veterano e non un rookie, è
chiaramente evidente che i Falcons hanno seri problemi, di cui l’infortunio di
Julio Jones è solo l’ultimo.
Atlanta è una squadra completamente
sbilanciata in favore dell’attacco. Da quando hanno draftato Matt Ryan nel 2008 a quando hanno
sperperato ben cinque scelte per arrivare a Julio Jones nel 2011, è sempre
apparso, in maniera chiara, che le partite avrebbe dovuto vincerle la parte
offensiva. E, se guardiamo alla storia della NFC, è una tattica che nel passato
ha portato a molti successi. L’infortunio di Jones è ovviamente una bruttissima
tegola, ma a roster ci sono molti altri giocatori in grado di tenere alte le
possibilità di vittoria dei Falchi: Ryan, Roddy White e Tony Gonzalez sono un
pericolo per ogni team avversario, senza dimenticarci di Steven Jackson, atteso
a breve al ritorno in campo. Il grosso problema è che aver guardato troppo
all’attacco ha fatto perdere parecchio di vista la difesa.
Conto i Jets, la difesa rosso-nera non
ha semplicemente sottovalutato il giovane quarterback avversario, non ha
proprio trovato un modo di fermarlo. Non basta segnare più punti in tutta la
gara, bisogna anche fare in modo che gli avversari ne segnino di meno. Tutti i
team imbattuti finora hanno la loro difesa nelle top 10 delle migliori per
punti concessi a gara. Atlanta concede 26.8 punti a partita, il che significa
che ne dovrebbe segnare 27 o più. Il problema è che non lo fa. Se questo
elemento non basta a far capire che il solo attacco non è sufficiente per
rimanere al vertice in NFL, bisogna considerare che il progetto dei Falcons è a
breve scadenza. Jones è fuori per tutta la stagione e non c’è a roster un
giocatore in grado di sostituirlo in termini di abilità e playmaking. Gonzalez,
che pur sta disputando un’ottima stagione, è sempre più vicino al ritiro,
tant’è che in settimana si è addirittura vociferato di una fantomatica trade
coi Chiefs, per fargli chiudere la carriera in un team vincente. Anche Jackson,
probabilmente, non è più lo stesso runningback che ha stabilito i record di
franchigia ai Rams. In sintesi, la finestra per vincere il Super Bowl si sta
chiudendo abbastanza in fretta, l’unica soluzione rimane bilanciare la squadra
e costruire una difesa affidabile.
I Saints, prima ancora che con il loro
straordinario attacco, stanno dominando con la loro difesa, i Ravens lo scorso
anno, hanno avuto un Flacco straordinario, ma hanno potuto contare su una
difesa solidissima. Scordiamoci subito che Atlanta stia perdendo apposta le
partite per arrivare ad una scelta alta al prossimo draft. Non c’è nessuna
intenzione di “tankare” in Georgia per scegliere, ad esempio, il promettente
defensive end Jadeveon Clowney, ma bisogna subito che si mettano al lavoro per
risolvere i problemi.
Sfortunatamente, grazie alla loro
attenzione per l’attacco, ora si ritrovano, con l’infortunio di Jones, nella
pessima condizione di non avere abbastanza solidità in difesa per sopperire
alle mancanze offensive e dunque nella enorme difficoltà di non riuscire a
vincere le partite. Bisogna che ai piani alti vengano fatte scelte più oculate
in futuro per evitare disastri del genere.
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