Promossi
Houston Rockets: regina indiscussa del mercato NBA grazie all'accordo raggiunto con Dwight Howard (quadriennale da 80 milioni di dollari), ora Houston può sognare in grande. Nessuno si pesterà i piedi con il gigante ex Lakers, come succedeva in California con Gasol o come sarebbe successo ai Mavs con Nowitzki, una delle papabili destinazioni prima dell'annuncio, anzi Harden sembra il compagno ideale, che sappia anche in parte rubargli le luci della ribalta e non fargli sentire troppo fiato sul collo. Se Lin tornerà sui livelli della Linsanity newyorkese ci sarà da divertirsi in Texas. Il pronostico li vede tra le pretendenti alle prime posizioni a Ovest e pronti per una post-season da protagonisti.
Golden
State Warriors: l'acquisto di Iguodala (quadriennale da 48 milioni di
dollari), può far volare una compagine già di livello assoluto come
i Warriors. Curry l'anno scorso è stato al limite del reale e i
giovani hanno girato tutti al meglio, soprattutto nella post season.
Se confermeranno il trend che li vede tra i migliori attaccanti della
NBA, Iggy aiuterà a chiudere il lucchetto in difesa e consentirà,
se possibile, di correre anche più veloci di quanto fatto finora.
Golden State è una delle pretendenti al titolo di Conference, ma, a
mio parere, deve iniziare a conquistare un record positivo e a
inserirsi nei primi posti a Ovest, giocando al meglio durante il
corso della stagione. Il resto è tutto da vedere.
Minnesota Timberwolves: Martin e Brewer sono due acquisti da non sottovalutare e potenzialmente costituiscono un attacco stellare, coprendo le falde del tiro oltre l'arco e di apertura e spaziatura del campo, con Love e Rubio. La difesa preoccupa non poco e la grana infortuni a Minneapolis è sempre in agguato. Tutto dipenderà da come girerà la buona sorte e se i vari pezzi si incastreranno a dovere. Molto buone le scelte al Draft di Muhammad (#14) e Dieng (#21), che aiutano a rendere la panchina dei lupi grigi profonda e di spessore nei ruoli di guardia e centro. Sono da playoff, ma c'è bisogno di un aiuto della fortuna. Nessuna pretesa di titolo, almeno per ora, anche se il talento c'è, eccome.
Minnesota Timberwolves: Martin e Brewer sono due acquisti da non sottovalutare e potenzialmente costituiscono un attacco stellare, coprendo le falde del tiro oltre l'arco e di apertura e spaziatura del campo, con Love e Rubio. La difesa preoccupa non poco e la grana infortuni a Minneapolis è sempre in agguato. Tutto dipenderà da come girerà la buona sorte e se i vari pezzi si incastreranno a dovere. Molto buone le scelte al Draft di Muhammad (#14) e Dieng (#21), che aiutano a rendere la panchina dei lupi grigi profonda e di spessore nei ruoli di guardia e centro. Sono da playoff, ma c'è bisogno di un aiuto della fortuna. Nessuna pretesa di titolo, almeno per ora, anche se il talento c'è, eccome.
Los
Angeles Clippers: il vero acquisto estivo è il coach, niente meno
che Doc Rivers, ultimo in grado di portare i Celtics al titolo NBA.
Se sarà lasciato libero di lavorare potrà guidare Chris Paul, altro
“acquisto” decisivo con il suo rinnovo (quinquennale da 107
milioni di dollari), e compagni a traguardi ancora inesplorati dai
Clipps. Rafforzatissimi dal punto di vista delle guardie, con
l'acquisto di Redick, Dudley e Collison, manca forse un po' di peso
sotto canestro alle spalle di Jordan e Griffin. Sono tra le possibili
sorprese a Ovest e puntano dritti alla post-season anche se, viste le
ultime stagioni, aspetto prima di concedermi a inutili trionfalismi.
Se non altro ora hanno un tecnico all'altezza dei loro sogni.
Dallas
Mavericks: si è vero, si sono fatti tanti nomi altisonanti in casa
Mavericks quest'estate e, forse, ci si attendeva arrivasse quel
qualcosa in più per riportarli alla soglia dell'elitè. Però
acquisti come Calderon con Ellis, per far girare il pallone meglio di
quanto visto nell'ultima stagione, e Blair con Dalembert, per dare
una mano ai longevi Carter, Nowitzki e Marion sotto canestro, non
sono da sottovalutare. A mio parere potranno fare molto meglio
dell'anno scorso, anche considerando che il tedesco inizierà a
giocare dalla prima e non a metà stagione. Saranno invischiati nella
lotta per un posto utile per la post-season e sapranno come darsi da
fare per conquistarlo.
Limbo
Denver
Nuggets: sicuramente la migliore in questo mercato estivo delle
squadre in questa categoria di mezzo, vede partire uno dei suoi
uomini franchigia, Iguodala, e il centro da quintetto, Koufos, ma
trova degli innesti niente male in Hickson, in entrata dai Trail
Blazers, e Robinson, ex Bulls, oltre che parti utili nel meccanismo
del neo-coach Brian Shaw in Foye e Arthur. Sicuramente più completi
dello scorso anno devono capire quanto peserà l’assenza di Iggy,
ma soprattutto in che modo saprà tornare Gallinari dopo il grave
infortunio al ginocchio. Nella mischia per una qualificazione alla
post-season, senza certezze alcune.
Sacramento
Kings: passata la paura di veder cancellata la franchigia, ecco
subito un'ottima scelta al Draft, altra numero #1 pronosticata, ma
non avveratasi. Ben McLemore (#7) meritava maggior fiducia da chi ha
preceduto Sacramento, ma la guardia sarà utilissima ai Kings in
coppia con Vasquez, uno dei migliori acquisti estivi a mio parere.
Ottimo passatore, con anche 14 punti a partita nelle mani, insieme a
Landry e Mbah a Moute rafforza una squadra che è da tempo sotto il
50% di vittorie. Prevedo una stagione con qualche successo in più
delle passate e se Cousins decide che è ora di mostrare tutte le sue
doti e fare il fenomeno.. ci sarà da divertirsi !
Portland
Trail Blazers: peccato per Hickson, che a mio giudizio era un
compagno perfetto per Aldridge, ma l'arrivo di Lopez dai Pelicans
tappa parzialmente la falda. Mo Williams sarà il cambio dello
straordinario Lillard e ben 5 scelte nelle prime 45 al Draft, tra cui
spicca McCollum alla #10, fanno ben sperare per la prossima stagione.
Se gli infortuni lasceranno un po' perdere i beniamini del Rose
Garden potranno ambire a un posto per l'ultimo treno utile ai
playoff, altrimenti la vedo dura, contro una concorrenza sempre più
agguerrita. Chissà però che la coppia Lillard-Aldridge non abbia
altri programmi in serbo.
Phoenix
Suns: dopo una stagione disastrosa, l’ultima, ai limiti
dell’imbarazzante, ecco che i Suns, non potendo fare un mercato
estivo da protagonista, hanno almeno cercato di salvare la faccia e,
a mio parere, ci sono riusciti. Gli acquisti di Bledsoe dai Clippers
e di Green dai Pacers sono innesti davvero utili, che compensano le
partenze di Dudley e Scola per il percorso inverso dai sopra citati.
Occhio inoltre al Draft: Alex Len (#6) è un centro formidabile che
non dovrebbe far rimpiangere l’argentino sotto canestro, oltre a
poter potenzialmente concedere qualche gradita sorpresa ai Suns. Non
sono da playoff, ma apprezzo lo sforzo.
Bocciati
Oklahoma
City Thunder: i draftati Adams (#12), Roberson (#26) e Abrines (#32),
il rinnovo di Fisher e l’acquisto di Gomes non possono soddisfare i
palati dei finalisti NBA di due anni fa, che l’anno scorso hanno
dovuto prematuramente dare addio ai playoff solo per l’infortunio
occorso a Westbrook. Perso Harden ormai da due stagioni, perso Martin
quest’anno, doveva arrivare qualche nome più importante per
rimpolpare il roster, che ora sembra un po’ scarno per avere
pretese da titolo. Si qualificheranno per la post-season, ma, a mio
parere, non andranno molto lontano.
Memphis
Grizzlies: senza infamia e senza lode. Hanno confermato Allen e
Bayless, acquisito Miller e nulla più. Bocciati perché, a mio
giudizio, con qualche innesto mirato in più, sarebbero diventati una
squadra potenzialmente da titolo. Resta da capire dove hanno
sbagliato nello sweep contro gli Spurs che li ha estromessi dai
playoff dello scorso anno a una serie dalle Finals, ma il tempo
stringe e nel frattempo molte squadre sono salite di livello,
lasciando i Grizzlies nella mischia delle buone, ottime squadre a
Ovest. Chi ne uscirà vivo? Lo scopriremo a fine regular season.
San
Antonio Spurs: idem come sopra. Belinelli e Pendergraph, oltre ai
rinnovi di Splitter e Ginobili, basteranno per confermarsi la regione
di Conference? Tutto dipenderà da come si innesteranno i nuovi
acquisti nelle altre compagini. Fatto sta che, Warriors a parte, le
quattro semifinaliste a Ovest dello scorso anno, hanno deciso di
restare nel buio in questo mercato estivo. E se a Golden State il
quintetto è già da titolo, anche nelle altre franchigie il livello
è salito e non di poco. Sicuri della post-season, a meno di disastri
mai visti in casa Pop, sarà tutto da vedere ciò che succederà in
seguito. Gli Spurs, però, non hanno fatto nulla per rendere più
agevole la loro strada.
Los
Angeles Lakers: Kaman e Young sono due buoni acquisti, ma se li
mettiamo a confronto con le cessioni di Metta World Peace e,
soprattutto, Howard il tutto assume tratti meno gloriosi. Hanno già
in mente il 2014 e la free agency che infiammerà il prossimo mercato
estivo, i Lakers di d'Antoni. Se l'anno scorso il settimo posto a
Ovest è stato raggiunto solo nell'ultima gara di stagione regolare,
ora, senza Bryant ancora per un po', non voglio immaginare cosa
succederà allo Staples. Se fossimo in Serie A calcistica, sarebbero
da retrocessione, senza se e senza ma. Fortuna che devono aspettare
solo un anno per tornare, come sembra, al vertice.
Utah
Jazz: com'è umanamente possibile accollarsi 24 milioni di dollari
sul salary cap per avere in squadra Jefferson, Biedrins e Rush?
Fortuna che andranno tutti in scadenza tra un anno, se no sarebbe
stato davvero il flop del secolo a una stagione dalla più ricca
free agency da molto tempo a questa parte. Oltre a questi, Lucas e
una scelta controversa alla #9 con Burke, nulla più. Senza Millsap
prevedo una stagione fallimentare sotto tutti gli aspetti in casa
Jazz. I playoff saranno un miraggio da cercare col binocolo e la
prossima stagione ci vorrà una rinascita completa, a meno che non si
voglia stare lontani dai posti che contano per molti, molti anni.
Surprising
One
New
Orleans Pelicans: sorpresa non solo per il nuovo nome e il nuovo logo
della franchigia, ma anche per gli acquisti del mercato estivo, a
metà tra il sorprendente e l'inspiegabile. Avere nel proprio roster
la prima scelta mancata, causa grave infortunio, Nerlens Noel (#6),
centro dalle qualità eccellenti, e il terzo miglior assist-man della
Lega, Vasquez, che ha avuto nelle mani 9 passaggi vincenti a partita
la scorsa regular season, e decidere di scambiarli per Holiday,
playmaker mai davvero esploso tra le fila dei 76ers, ed Evans, eterna
promessa, mai diventata però una rivelazione, è qualcosa
apparentemente senza senso. Gli acquisti di Morrow e Stiensma
aumentano la profondità in panca, ma questa squadra è, per ora,
incommentabile. Se i nuovi Pelicans abbiano fatto un errore colossale
o la genialata dell'anno ce lo dirà solo il campo, where
amazing happens.
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