Non gli è bastata una cavalcata trionfale fino al
Super Bowl e al premio, meritato, di MVP per allontanare le critiche, a volte
feroci, sul suo conto. Non gli è bastato lanciare 11 touchdown e 0 intercetti
durante gli ultimi playoff per far ricredere gli esperti sulle sue vere
capacità. Joe Flacco è sempre rimasto “Normal
Joe”, un quarterback nella media che ha firmato un contratto da superstar
da 120 milioni di dollari in sei anni, durante l’estate. Flacco non è un quarterback d’elite come Tom Brady o Aaron
Rodgers, è un buon quarterback capace di alti e bassi e che ha bisogno di molte
soluzioni offensive per poter guidare al meglio la sua squadra. Per intenderci,
non possiede quella qualità dei grandi campioni di tramutare in oro la
spazzatura. Sarà per il suo carattere calmo, sarà per la sua espressione sempre
pacata e tranquilla o sarà per le prestazioni mai impressionanti in stagione
regolare, Flacco risulta insopportabile a tante persone, che, per
preconcetti o ragioni di campo, continuano a considerarlo un giocatore di medio
livello.
Purtroppo per Flacco, la partita di domenica scorsa
contro i Bills, ha dato molto di cui parlare ai suoi critici, perché, appena si
prende in mano il tabellino di fine gara, si notano subito i 5 intercetti
lanciati dal quarterback dei Ravens. E’ innegabile che Flacco abbia giocato una
bruttissima partita, risultando uno dei motivi principali della sconfitta di
Baltimore, 23 a
20, per mano dei Bills, ma, purtroppo, oltre a Flacco c’è molto di più che non
funziona nell’attacco dei Ravens. Vediamo uno per uno i cinque intercetti e
proviamo a capire cosa non ha funzionato e in che modo i Ravens possano evitare
di commettere gli stessi errori in futuro.
Il primo intercetto è arrivato nel primo quarto, su
un terzo e sette per Baltimore. Flacco ha preso una brutta decisione scegliendo
di lanciare per Tandon Doss, che non è certo conosciuto per avere mani
affidabili ed era marcato da due uomini. In questa situazione anche il resto
dei ricevitori era ben controllato dai difensori avversari, semplicemente
Flacco non avrebbe dovuto eseguire il lancio, poiché il rischio di sbagliare
era eccessivo e la zona di campo sfavorevole all’attacco (le 23 di Baltimore).
Il resto lo ha fatto la safety Aaron Williams, bravo a leggere l’azione e lesto
ad intervenire sulla palla. L’errore ha poi dato l’occasione ai Bills di
calciare il field goal del 6-0.
Il secondo intercetto è arrivato con 8 minuti
scarsi sul cronometro del secondo quarto. Flacco ha deciso di dare una chance ad
Ed Dickson, ben posizionato in mezzo al campo, ma, ancora una volta, il tight
end si è dimostrato il giocatore più inaffidabile dell’intera squadra. Il
passaggio, di poco sopra la fronte, gli è sfuggito dalle mani in maniera quasi
imbarazzante ed è stato catturato dalla safety Jim Leonhard, accorso in
copertura. Parte della colpa è, però, anche di Flacco, che, inspiegabilmente ha
scelto di lanciare a Dickson, quando aveva completamenti liberi tre receiver,
tra cui Torrey Smith e Marlon Brown, i due wideout più affidabili a sua
disposizione. Questo intercetto ha permesso ai Bills di trovarsi in posizione
favorevole per, pochi secondi dopo, realizzare un touchdown su corsa da 16 yard.
Altrettanto grave è il terzo intercetto che ha vanificato
il sempre eccellente lavoro della difesa. Daryl Smith era riuscito a catturare
un passaggio di EJ Manuel e dare una possibilità a Baltimore di accorciare lo
svantaggio all’inizio del terzo periodo. I lineman non sono riusciti a tenere
il doppio blitz portato dagli avversari e il quarterback ha tentato un
passaggio difficilissimo in end zone per Torrey Smith, il quale era ben coperto
da Williams, che ha realizzato il secondo intercetto personale e ha spento le
velleità offensive dei Ravens. Flacco avrebbe dovuto liberarsi della palla
lanciandola fuori del campo e non tentare di realizzare un completo così
difficile.
Il quarto intercetto ha messo in luce tanti
problemi dell’attacco. I ricevitori si sono mossi male sul terreno di gioco e,
ancora una volta, Flacco ha preso una brutta decisone, decidendo di passare la
palla in un’area troppo affollata. Brown e Doss si sono trovati nella stessa
zona di campo e il linebacker Kiko Alonso non ha avuto molta difficoltà ad
approfittare della confusione per inserirsi tra i due ricevitori e catturare
facilmente la palla, concedendo la possibilità, nel drive successivo, di
realizzare altri tre punti ai Bills. Il coaching staff avrebbe dovuto prestare
maggior attenzione a questa chiamata offensiva, sapendo bene che Doss ha ancora
problemi a seguire correttamente le traiettorie.
L’ultimo intercetto però è stato il più doloroso di
tutti. Flacco ha avuto la possibilità di salvare la partita, il che è incredibile se si pensa ai quattro intercetti già
lanciati, ma, grazie ad una difesa sempre coriacea e ad alcune buone giocate di
Torrey Smith, i suoi Ravens, ad un minuto dalla fine, potevano ancora vincerla. Se fosse riuscito ad arrivare in posizione
favorevole, avrebbe almeno potuto dare l’opportunità a Justin Tucker di
pareggiare il punteggio con un calcio. Ed invece no. Flacco ha lanciato un po’
troppo alto per Dallas Clark, il difensore si è frapposto col corpo tra la
palla ed il tight end e Clark non è riuscito ad assicurarsi il possesso
dell’ovale che, invece, è stato raccolto, a pochi centimetri da terra, da Kiko
Alonso, il quale ha, di fatto, chiuso la partita e spento le speranze di
rimonta dei Ravens.
Le prime quattro giornate di questa stagione NFL
sono state davvero avare di soddisfazioni per Joe Flacco. La performance
immacolata della scorsa post-season è solo un ricordo e i vari problemi di
tutto l’attacco dei Ravens stanno condizionando la sua stagione. Per ora ha
lanciato 5 touchdown e 7 intercetti e la penuria di mani affidabili, capaci di
catturare i suoi lanci, si fa sentire. Dickson sta giocando malissimo e ha già
droppato 6 palloni, Doss non è affidabile sia nell’eseguire le tracce sia
nell’assicurarsi il controllo dell’ovale, Clark, Brandon Stokley e il
rientrante Deonte Thompson stanno ancora cercando l’intesa con Flacco, ma non
riescono mai ad incidere sul match. Gli unici due giocatori che offrono una
garanzia in attacco sono il rookie Marlon Brown e Torrey Smith. Purtroppo però
sono solo due e spesso le difese raddoppiano la marcatura, su Smith in
particolare, rendendo difficile per Flacco lanciare ai suoi target migliori. La
sostanziale mancanza di soluzioni offensive porta il quarterback di Baltimore a
prendere decisioni sbagliate e ad eseguire brutti lanci. La prestazione di
domenica ne è una prova concreta: il primo e il quarto sono decisioni
sbagliate, la palla doveva essere lanciata altrove e non in zone così intasate,
il secondo è un errore di lettura e il terzo ed il quinto sono stati lanci mal
eseguiti, forzati in situazioni di terzo down e che hanno annullato le
possibilità di rimontare.
Oltre al passing game, anche il running game stenta
a decollare e risulta uno dei problemi maggiori per l’attacco. Domenica, Ray
Rice e Bernard Pierce hanno corso appena nove volte, combinando un misero
risultato di 24 yard
guadagnate. Sette corse sono arrivate nella prima frazione di gioco, due nella
seconda e la più lunga, 9
yard di Rice, è arrivata ormai quasi alla fine della
partita. L’offensive coordinator Jim Caldwell avrebbe dovuto insistere
maggiormente sulle corse nel secondo periodo, dopo aver visto che il suo
quarterback stava avendo una giornata negativa e ben sapendo che la difesa dei
Bills è molto vulnerabile, essendo la ventisettesima nella lega per yard
concesse su corsa. Non sfruttare queste azioni mette molta più pressione su Joe
Flacco, rende prevedibile il gioco dei passaggi, riduce il tempo di possesso
palla e obbliga la difesa a rimanere maggiormente in campo, con conseguente
calo fisico del reparto migliore dei Ravens.
Altro grande problema è una linea offensiva che
assomiglia ad un colabrodo. Il reparto è stato uno dei fattori fondamentali
della vittoria nell’ultimo Super Bowl e il ritiro, in estate, del centro
veterano Matt Birk non sembrava così grave. Purtroppo però la leadership, la
furbizia e la capacità di chiamare i giochi in linea che Birk offriva mancano
in altri membri del reparto e il suo sostituto, Gino Gradkowski, è più basso e
decisamente meno esperto. I suoi compagni di reparto inoltre non lo aiutano
nella crescita, specialmente Osemele che sta giocando una bruttissima stagione,
apparendo pericolosamente involuto rispetto all’anno passato. Manca la
coordinazione tra i cinque titolari e la capacità di offrire un fronte compatto
per lasciare il tempo necessario a Flacco di lanciare con tranquillità. Oltre
alle tante penalità che commettono, lasciano aperti troppi varchi che
permettono ai difensori avversari di sackare (già 12 volte in quattro partite)
o colpire Flacco. Quando non viene bucata, spesso collassa su sé stessa e non
apre mai uno spiraglio per i running back, risultando uno dei fattori del
pessimo running game. I tackle Oher e McKinnie, oltre a far fatica a contenere
gli avversari sono anche due dei peggiori run-blocker della NFL, rendendo
conseguentemente pressoché nullo il gioco di corse.
I Ravens devono rimboccare al più presto la giusta
via, muovere bene la palla sulle corse, aprire gli spazi in linea con blocchi
efficaci e permettere a Rice e Pierce di compiere quelle big play che tanto
stanno mancando all’attacco nero-viola. Se il gioco delle corse migliorerà,
trovando più alternative alle corse centrali e diventando più efficace grazie
ai blocchi di linea, allora anche Flacco potrà lavorare con più tranquillità,
conscio di poter contare su un alternativa di livello che apra il gioco
offensivo anche sul medio raggio. Se insieme agli allenatori troverà un modo di
muovere la catena in maniera più efficace, potrà rendere più pericoloso il suo
attacco, non facendo concentrare tutte le attenzioni avversarie su Smith e
rendendolo più libero di punire le difese con le sue ottime prese e i
consistenti guadagni. Deve assolutamente trovare il modo di rendere più
produttivi Clark e Stokley, perché quando rientreranno Jacoby Jones e Dennis
Pitta, il suo attacco riceverà nuova linfa e grazie alla continua maturazione
di Marlon Brown potrà diventare più pericoloso.
Prima di uscire dal tunnel degli spogliatoi del
M&T Bank Stadium c’è una scritta: “Play
like a Raven”. Flacco lo sa che deve alzare il suo livello di gioco, ma
tutti, a partire dagli allenatori devono far scorrere l’orgoglio di essere dei
Ravens nel loro sangue e dimostrare il perché i campioni in carica sono ancora
una squadra temibile.
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