mercoledì 2 ottobre 2013

LA DOMENICA NERA DI JOE



 
Non gli è bastata una cavalcata trionfale fino al Super Bowl e al premio, meritato, di MVP per allontanare le critiche, a volte feroci, sul suo conto. Non gli è bastato lanciare 11 touchdown e 0 intercetti durante gli ultimi playoff per far ricredere gli esperti sulle sue vere capacità. Joe Flacco è sempre rimasto “Normal Joe”, un quarterback nella media che ha firmato un contratto da superstar da 120 milioni di dollari in sei anni, durante l’estate. Flacco non è un quarterback d’elite come Tom Brady o Aaron Rodgers, è un buon quarterback capace di alti e bassi e che ha bisogno di molte soluzioni offensive per poter guidare al meglio la sua squadra. Per intenderci, non possiede quella qualità dei grandi campioni di tramutare in oro la spazzatura. Sarà per il suo carattere calmo, sarà per la sua espressione sempre pacata e tranquilla o sarà per le prestazioni mai impressionanti in stagione regolare, Flacco risulta insopportabile a tante persone, che, per preconcetti o ragioni di campo, continuano a considerarlo un giocatore di medio livello. 

Purtroppo per Flacco, la partita di domenica scorsa contro i Bills, ha dato molto di cui parlare ai suoi critici, perché, appena si prende in mano il tabellino di fine gara, si notano subito i 5 intercetti lanciati dal quarterback dei Ravens. E’ innegabile che Flacco abbia giocato una bruttissima partita, risultando uno dei motivi principali della sconfitta di Baltimore, 23 a 20, per mano dei Bills, ma, purtroppo, oltre a Flacco c’è molto di più che non funziona nell’attacco dei Ravens. Vediamo uno per uno i cinque intercetti e proviamo a capire cosa non ha funzionato e in che modo i Ravens possano evitare di commettere gli stessi errori in futuro. 

Il primo intercetto è arrivato nel primo quarto, su un terzo e sette per Baltimore. Flacco ha preso una brutta decisione scegliendo di lanciare per Tandon Doss, che non è certo conosciuto per avere mani affidabili ed era marcato da due uomini. In questa situazione anche il resto dei ricevitori era ben controllato dai difensori avversari, semplicemente Flacco non avrebbe dovuto eseguire il lancio, poiché il rischio di sbagliare era eccessivo e la zona di campo sfavorevole all’attacco (le 23 di Baltimore). Il resto lo ha fatto la safety Aaron Williams, bravo a leggere l’azione e lesto ad intervenire sulla palla. L’errore ha poi dato l’occasione ai Bills di calciare il field goal del 6-0. 



Il secondo intercetto è arrivato con 8 minuti scarsi sul cronometro del secondo quarto. Flacco ha deciso di dare una chance ad Ed Dickson, ben posizionato in mezzo al campo, ma, ancora una volta, il tight end si è dimostrato il giocatore più inaffidabile dell’intera squadra. Il passaggio, di poco sopra la fronte, gli è sfuggito dalle mani in maniera quasi imbarazzante ed è stato catturato dalla safety Jim Leonhard, accorso in copertura. Parte della colpa è, però, anche di Flacco, che, inspiegabilmente ha scelto di lanciare a Dickson, quando aveva completamenti liberi tre receiver, tra cui Torrey Smith e Marlon Brown, i due wideout più affidabili a sua disposizione. Questo intercetto ha permesso ai Bills di trovarsi in posizione favorevole per, pochi secondi dopo, realizzare un touchdown su corsa da 16 yard. 

Altrettanto grave è il terzo intercetto che ha vanificato il sempre eccellente lavoro della difesa. Daryl Smith era riuscito a catturare un passaggio di EJ Manuel e dare una possibilità a Baltimore di accorciare lo svantaggio all’inizio del terzo periodo. I lineman non sono riusciti a tenere il doppio blitz portato dagli avversari e il quarterback ha tentato un passaggio difficilissimo in end zone per Torrey Smith, il quale era ben coperto da Williams, che ha realizzato il secondo intercetto personale e ha spento le velleità offensive dei Ravens. Flacco avrebbe dovuto liberarsi della palla lanciandola fuori del campo e non tentare di realizzare un completo così difficile.  

Il quarto intercetto ha messo in luce tanti problemi dell’attacco. I ricevitori si sono mossi male sul terreno di gioco e, ancora una volta, Flacco ha preso una brutta decisone, decidendo di passare la palla in un’area troppo affollata. Brown e Doss si sono trovati nella stessa zona di campo e il linebacker Kiko Alonso non ha avuto molta difficoltà ad approfittare della confusione per inserirsi tra i due ricevitori e catturare facilmente la palla, concedendo la possibilità, nel drive successivo, di realizzare altri tre punti ai Bills. Il coaching staff avrebbe dovuto prestare maggior attenzione a questa chiamata offensiva, sapendo bene che Doss ha ancora problemi a seguire correttamente le traiettorie.  

L’ultimo intercetto però è stato il più doloroso di tutti. Flacco ha avuto la possibilità di salvare la partita, il che è incredibile se si pensa ai quattro intercetti già lanciati, ma, grazie ad una difesa sempre coriacea e ad alcune buone giocate di Torrey Smith, i suoi Ravens, ad un minuto dalla fine, potevano ancora vincerla. Se fosse riuscito ad arrivare in posizione favorevole, avrebbe almeno potuto dare l’opportunità a Justin Tucker di pareggiare il punteggio con un calcio. Ed invece no. Flacco ha lanciato un po’ troppo alto per Dallas Clark, il difensore si è frapposto col corpo tra la palla ed il tight end e Clark non è riuscito ad assicurarsi il possesso dell’ovale che, invece, è stato raccolto, a pochi centimetri da terra, da Kiko Alonso, il quale ha, di fatto, chiuso la partita e spento le speranze di rimonta dei Ravens. 



Le prime quattro giornate di questa stagione NFL sono state davvero avare di soddisfazioni per Joe Flacco. La performance immacolata della scorsa post-season è solo un ricordo e i vari problemi di tutto l’attacco dei Ravens stanno condizionando la sua stagione. Per ora ha lanciato 5 touchdown e 7 intercetti e la penuria di mani affidabili, capaci di catturare i suoi lanci, si fa sentire. Dickson sta giocando malissimo e ha già droppato 6 palloni, Doss non è affidabile sia nell’eseguire le tracce sia nell’assicurarsi il controllo dell’ovale, Clark, Brandon Stokley e il rientrante Deonte Thompson stanno ancora cercando l’intesa con Flacco, ma non riescono mai ad incidere sul match. Gli unici due giocatori che offrono una garanzia in attacco sono il rookie Marlon Brown e Torrey Smith. Purtroppo però sono solo due e spesso le difese raddoppiano la marcatura, su Smith in particolare, rendendo difficile per Flacco lanciare ai suoi target migliori. La sostanziale mancanza di soluzioni offensive porta il quarterback di Baltimore a prendere decisioni sbagliate e ad eseguire brutti lanci. La prestazione di domenica ne è una prova concreta: il primo e il quarto sono decisioni sbagliate, la palla doveva essere lanciata altrove e non in zone così intasate, il secondo è un errore di lettura e il terzo ed il quinto sono stati lanci mal eseguiti, forzati in situazioni di terzo down e che hanno annullato le possibilità di rimontare. 

Oltre al passing game, anche il running game stenta a decollare e risulta uno dei problemi maggiori per l’attacco. Domenica, Ray Rice e Bernard Pierce hanno corso appena nove volte, combinando un misero risultato di 24 yard guadagnate. Sette corse sono arrivate nella prima frazione di gioco, due nella seconda e la più lunga, 9 yard di Rice, è arrivata ormai quasi alla fine della partita. L’offensive coordinator Jim Caldwell avrebbe dovuto insistere maggiormente sulle corse nel secondo periodo, dopo aver visto che il suo quarterback stava avendo una giornata negativa e ben sapendo che la difesa dei Bills è molto vulnerabile, essendo la ventisettesima nella lega per yard concesse su corsa. Non sfruttare queste azioni mette molta più pressione su Joe Flacco, rende prevedibile il gioco dei passaggi, riduce il tempo di possesso palla e obbliga la difesa a rimanere maggiormente in campo, con conseguente calo fisico del reparto migliore dei Ravens. 

Altro grande problema è una linea offensiva che assomiglia ad un colabrodo. Il reparto è stato uno dei fattori fondamentali della vittoria nell’ultimo Super Bowl e il ritiro, in estate, del centro veterano Matt Birk non sembrava così grave. Purtroppo però la leadership, la furbizia e la capacità di chiamare i giochi in linea che Birk offriva mancano in altri membri del reparto e il suo sostituto, Gino Gradkowski, è più basso e decisamente meno esperto. I suoi compagni di reparto inoltre non lo aiutano nella crescita, specialmente Osemele che sta giocando una bruttissima stagione, apparendo pericolosamente involuto rispetto all’anno passato. Manca la coordinazione tra i cinque titolari e la capacità di offrire un fronte compatto per lasciare il tempo necessario a Flacco di lanciare con tranquillità. Oltre alle tante penalità che commettono, lasciano aperti troppi varchi che permettono ai difensori avversari di sackare (già 12 volte in quattro partite) o colpire Flacco. Quando non viene bucata, spesso collassa su sé stessa e non apre mai uno spiraglio per i running back, risultando uno dei fattori del pessimo running game. I tackle Oher e McKinnie, oltre a far fatica a contenere gli avversari sono anche due dei peggiori run-blocker della NFL, rendendo conseguentemente pressoché nullo il gioco di corse.  

I Ravens devono rimboccare al più presto la giusta via, muovere bene la palla sulle corse, aprire gli spazi in linea con blocchi efficaci e permettere a Rice e Pierce di compiere quelle big play che tanto stanno mancando all’attacco nero-viola. Se il gioco delle corse migliorerà, trovando più alternative alle corse centrali e diventando più efficace grazie ai blocchi di linea, allora anche Flacco potrà lavorare con più tranquillità, conscio di poter contare su un alternativa di livello che apra il gioco offensivo anche sul medio raggio. Se insieme agli allenatori troverà un modo di muovere la catena in maniera più efficace, potrà rendere più pericoloso il suo attacco, non facendo concentrare tutte le attenzioni avversarie su Smith e rendendolo più libero di punire le difese con le sue ottime prese e i consistenti guadagni. Deve assolutamente trovare il modo di rendere più produttivi Clark e Stokley, perché quando rientreranno Jacoby Jones e Dennis Pitta, il suo attacco riceverà nuova linfa e grazie alla continua maturazione di Marlon Brown potrà diventare più pericoloso. 



Prima di uscire dal tunnel degli spogliatoi del M&T Bank Stadium c’è una scritta: “Play like a Raven”. Flacco lo sa che deve alzare il suo livello di gioco, ma tutti, a partire dagli allenatori devono far scorrere l’orgoglio di essere dei Ravens nel loro sangue e dimostrare il perché i campioni in carica sono ancora una squadra temibile.      

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