A Chicago, sportivamente parlando, la
prima squadra che si sente nominare sono i Bulls. Ovviamente Michael Jordan e, in
questi anni, Derrick Rose hanno portato l’entusiasmo per il basket alle stelle,
relegando il football al secondo sport cittadino, complice una serie di ultime
stagioni non propriamente esaltanti per i Bears. Ma ora, dopo la straripante
vittoria contro i Pittsburgh Steelers nel Sunday Night, gli Orsi sono in vetta
alla NFC North con un record di 3-0. Grazie a queste convincenti vittorie
dall’inizio dell’era di Marc Trestman a Chicago, è finalmente giunto il momento
di considerare anche la squadra di football un top team pronto a lottare per
traguardi importanti, come avviene per i loro “cugini” nel basket?
I Bears sono stati abili a superare le
avversità che hanno trovato sul loro percorso in queste prime tre giornate,
rimontando da uno svantaggio quando era necessario o giocando con intensità per
siglare il prima possibile la vittoria. E’ difficile decretare, già ora, se siano
pronti a mantenere certi ritmi durante tutto l’arco della stagione, è certo
però che hanno mostrato un gran numero di forti individualità e, nello stesso
momento, si sono uniti velocemente in un gruppo affiatato e motivato, dimostrando
di aver chiaramente recepito il messaggio di coach Trestman.
Ci sono tre motivi essenziali che ci
permettono di prendere seriamente in considerazione la pericolosità dei Bears
in questo 2013: la striscia di vittorie, il calendario e la situazione della
division.
La squadra di Windy City ha iniziato la stagione in maniera eclatante. Dopo
essere stati in svantaggio per 21
a 10, fino a metà del terzo quarto, contro i Cincinnati
Bengals, sono riusciti a raggiungere una vittoria ormai insperata. Un perfetto
passaggio da touchdown di 19
yard del quarterback Jay Cutler per Brandon Marshall ha
chiuso la rimonta e ha assegnato la vittoria per 24 a 21. Nella seconda
settimana, contro i rivali divisionali dei Minnesota Vikings, hanno dato
un’altra dimostrazione di tenacia e volontà di vincere. Con solamente dieci
secondi rimanenti sul cronometro, Jay Cutler ha nuovamente mostrato rara
freddezza, trovando il tight end Martellus Bennett in end zone, lanciandogli
una passaggio da 16 yard
che ha garantito ai suoi la vittoria per 31-30. Domenica scorsa, i Bears hanno
intrapreso un viaggio ad est per affrontare gli Steelers. Questa volta, Chicago
ha invertito il trend che la vedeva rincorrere fino all’ultimo quarto di gara e
ha deciso di chiudere ben prima la questione, mostrando grande solidità, sia in
attacco che in difesa, e siglando i tredici punti finali della gara per il
risultato di 40 a
23. Dopo le prime tre giornate il dato più interessante è che i Bears sono una
delle sole sette squadre ancora imbattute.
Guardando il calendario dei Bears,
salta subito all’occhio una considerazione: le partite che verranno non
sembrano così difficili come apparivano ad inizio stagione. Perché sono già
passati tre week di gioco e si possono fare le prime valutazioni sulle performance
complessive delle altre squadre, stabilendo dunque l’entità della difficoltà
del calendario, basandoci sulle prestazioni attuali e non della stagione
passata. Delle tredici partite
rimanenti, solamente cinque sono contro team che attualmente hanno un record
vincente. Molte delle squadre che incontreranno sul loro cammino, dai Giants ai
Rams o ai Redskins, stanno attraversando momenti difficili e si stanno
sfaldando nello spogliatoio, avendo le sconfitte riportato a galla alcuni
conflitti interni. I Bears potranno avvantaggiarsi della loro solidità di
gruppo e vincere la partita ancor prima di scendere sul terreno di gioco, in
una gara di fiducia nei propri mezzi. Inoltre ripensando alle rimonte eseguite
nelle prime due giornate bisogna riconoscere ai Bears un grande potenziale
offensivo e una difesa difficile da superare nei momenti più caldi.
La loro division è una delle più
equilibrate al momento e, sicuramente, si scatenerà una lotta feroce per
vincerla e raggiungere la post season. La NFC
North, dopo i Bears col record ancora intatto, vede i Detroit
Lions (2-1), i Green Bay Packers (1-2) e i Minnesota Vikings (0-3). I Lions si
stanno rivelando una bella sorpresa, potendo contare su un attacco molto
dinamico, in cui la crescita di Matthew Stafford e l’acquisizione di Reggie
Bush ampliano la gamma di soluzioni offensive, prima basate solo sullo
smisurato talento di Megatron. L’incognita è rappresentata da una difesa poco
affidabile, soprattutto dal punto di vista della correttezza in campo. I
Packers, fin quando avranno Aaron Rodgers in cabina di regia rappresenteranno
sempre una minaccia. In questo momento però sono un grosso punto interrogativo,
perché stanno sprecando ghiotte opportunità per colpa di decisioni errate del
coaching staff. Come avvenuto domenica scorsa contro i Bengals, quando, al
posto di assicurarsi la vittoria con un calcio, hanno deciso di correre, sul
quarto down e con pochi minuti dalla fine dell’incontro, e dall’azione è
derivato un fumble poi ritornato in touchdown dagli avversari. Minnesota invece
è una delle grandi delusioni di questo inizio stagione. Christian Ponder non
sta facendo girare il suo attacco, troppi errori e un gioco eccessivamente
prevedibile stanno condizionando la stagione dei Vikings. Ponder non può e non
deve caricare tutto il peso della produzione offensiva sulle spalle di Adrian
Peterson che, per quanto incredibilmente forte, non può essere l’unica
soluzione del gameplan per arrivare in end zone.
Sembra che solamente i Bears possano
perdere la loro division e l’accesso ai playoff che manca ormai da tre anni. La
capacità di reagire alle situazioni difficili, l’unità del gruppo e la forza
dei singoli elementi proiettano questo team come una delle formazioni più
temibili nel 2013, pronta a regalare grosse sorprese alla lega. Questi Orsi
fanno davvero paura e sono molto affamati di vittorie.
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