martedì 10 settembre 2013

GRAZIE BLUE TEAM!





Applausi. Tanti, calorosi applausi per il nostro Blue Team, per i nostri ragazzi che, fino alla fine, hanno provato a realizzare il sogno di un intero movimento. Sabato sera, in un Vigorelli gremito di appassionati, tra cui molti, moltissimi giovani, è andata in scena la finale degli Europei di Football Americano: Italia vs Danimarca. Già dal pomeriggio, dopo un avvincente match tra Repubblica Ceca e Gran Bretagna (vittoria dei britannici per 23 a 14) l’atmosfera inizia a farsi elettrica, la tensione e l’emozione sono palpabili. Si ha la percezione di poter scrivere la storia, di poter compiere una grande impresa. L’avversario non è certamente dei più semplici, anzi, è la favorita dalla vigilia, ma il pronostico è di parità, un onesto 50% a testa.

L’ingresso in campo delle squadre è uno dei momenti più emozionanti. Il boato del pubblico esplode quando gli azzurri corrono, nella fila tracciata dalle cheerleader, per raggiungere il centro del campo e la bandiera tricolore, i danesi però rispondono con un ingresso in campo da veri vichinghi, che mette paura.

L’Italia è carica, non si fa intimorire e lo dimostra immediatamente, fermando il primo drive della Danimarca e ripartendo dalle proprie 42 yard. Un bellissimo lancio da 38 yard del quarterback Tommaso Monardi per il wide receiver “Rocky” Ciasulli ci porta subito in vantaggio, con il calcio addizionale di Di Tunisi siamo 7-0. Il pubblico ci crede ancora di più, ma i ragazzi della Danimarca rispondono presenti. Il quarterback Kasper Jensen inizia a mostrare il suo repertorio di finte con una giocata a sorpresa che ci punisce duramente. Ricevuto lo snap, esegue un passaggio in orizzontale per il suo running back, Soren Frederiksen, che, a sua volta, sorprendendo la difesa, lancia per 44 yard verso Aske Klixbull. Sugli spalti, mentre i meno esperti si stanno ancora chiedendo se l’azione sia regolare (regolarissima e molto bella), la Danimarca si porta in parità con una corsa centrale di 2 yard di Bjorn Christensen e con il calcio di Peter Fromberg. L’Italia deve reagire, ma troppa fretta porta a sbagliare. Monardi lancia un intercetto che riporta i nordici a poche yard dalla end zone, dove non sprecano l’opportunità di chiudere la prima frazione di gara in vantaggio 14-7, segnando nuovamente con una corsa centrale, di cui è autore il quarterback Jansen, che esegue benissimo la “fake play”, mandando la difesa italiana sul running back, potendo dunque correre liberamente per un facile touchdown.   



Quando la Danimarca è costretta a ripartire vicina alla sua end zone, la nostra difesa si esalta e diventa insuperabile, concedendo all’attacco di poter ripartire dalle 35 offensive. Monardi non spreca e lancia benissimo Mark Simone, che con una gran giocata chiude in touchdown il drive. Di Tunisi però sbaglia il calcio e dunque ci fermiamo ad un punto di distacco, 14 a 13. L’azione successiva è un duro colpo per noi italiani: il nostro cornerback sbaglia la copertura e permette a Frederiksen di involarsi per 46 yard, dritto in touchdown. E’ 21 a 13 per la Danimarca. Monardi nell’azione successiva lancia il secondo intercetto che, per nostra fortuna, non frutta nulla di significativo per i danesi. Dopo un nostro drive improduttivo, la nostra difesa commette uno sbaglio che complica non poco la situazione. Teniamo benissimo per i primi tre down, concedendo la miseria di 6 yard, ma sul quarto down, quando ormai sembra fatta, il coaching staff bianco-rosso prende la decisone di lanciare e Klixbull, apertosi bene per lo screen pass che coglie impreparata la secondaria, riceve il touchdown che vale il 28 a 13. Mancano poco meno di quattro minuti alla fine del tempo e accade un episodio convulso. Monardi lancia, ma il pallone viene deviato e cade nella mani di Timmi Rysgaard, su cui però si avventa Mark Simone che causa un fumble, recuperato prontamente da Michele Marchini. Il possesso è ancora nostro e non ci facciamo sfuggire l’occasione di accorciare le distanze. Dopo due primi down guadagnati dall’ancora ottimo Marchini, Monardi lancia il touchdown per Gabriele Arioli. L’Italia prova dunque un two point conversion, ma il lancio, sempre per Arioli, risulta incompleto perché il ricevitore, al momento del contatto col terreno, non aveva il pieno controllo dell’ovale. Andiamo negli spogliatoi sotto 28 a 19.

Il secondo tempo riprende con l’Italia che si rende più pericolosa sulle corse, in particolar modo con Dario Mingozzi. Dopo un touchdown, apparentemente regolare, che non viene convalidato dagli arbitri, scatenando le accese proteste del pubblico, è ancora la coppia Monardi-Arioli a riaccendere le speranze dei 4.000 del Vigorelli. Un bel lancio di 12 yard e il successivo calcio ci riportano a soli due punti di svantaggio, siamo 28 a 26 con tutto il terzo quarto da giocare. La nostra difesa costringe i danesi al punt e regala all’attacco la possibilità di sopravanzare gli avversari. Monardi però, decidendo per uno scramble, viene placcato sulle proprie 30 e perde sciaguratamente la palla. Il fumble del nostro quarterback permette ai nordici di realizzare una facile corsa centrale per il 35 a 26. Successivamente è ancora la difesa ad esaltarci, la safety Federico Forlai intercetta per la prima volta Jensen, ma il nostro attacco spreca l’opportunità di avvicinarsi significativamente ai danesi, optando per un field goal che vale il 35 a 29. E’ il momento chiave del match, l’Italia se vuole vincere deve dare tutto ora, a 10 minuti dalla fine, ma la Danimarca si dimostra fredda e cinica.  



Prima Jonas Hansen chiude un bellissimo drive che porta un guadagno considerevole di yard, poi lo stesso Hansen realizza il 42 a 29, in un’azione in cui la nostra difesa non da mai l’impressione di poter bloccare l’attacco dei danesi, guidato da un Jensen sugli scudi. Il colpo del k.o. per l’Italia è l’ennesimo intercetto di Monardi, che viene ritornato da Rysgaard per 52 yard in touchdown. Siamo sotto di 20 punti, 49 a 29. La partita è ormai conclusa, il tempo viene lasciato scorrere dalle due fiere avversarie fino alla conclusione. Il Blue Team si arrende alla Danimarca per 49 a 29.

Peccato per il risultato finale, ma quello che preme sottolineare di questa partita non sono i numeri, le statistiche o gli errori della nostra nazionale, ma il cuore che i nostri ragazzi hanno messo in campo e le emozioni che sono stati in grado di regalare al pubblico accorso numeroso, non solo in occasione della finale, ma anche nelle giornate precedenti. Ho accennato all’inizio alla moltitudine di giovani presenti. Questo è il dato da sottolineare, questo sport è amato dai ragazzi e anche da tante ragazze, presenti in numero consistente sugli spalti. Molto probabilmente pochi ancora sanno come funziona nel dettaglio il gioco, ma ciò che lascia il segno nel cuore e negli occhi è la grande spettacolarità e la grande intensità che il football americano sa regalare agli appassionati e ai neofiti. E’ stata una grandissima emozione vedere tutto il pubblico esultare per i touchdown del Blue Team, ma ancora più emozionante è stato come la gente si sia appassionata, personalmente mi è venuta la pelle d’oca quando le squadre sono entrate in campo. La speranza che serbiamo nei nostri cuori è che la bella settimana vissuta a Milano possa essere un trampolino di lancio per far emergere questo sport in Italia. I tanti giovani, i quali, molto probabilmente, hanno iniziato a seguire questo sport grazie alla NFL ( io compreso) hanno tutta l’intenzione di continuare a dar seguito ad un movimento che si è dimostrato molto attivo e che, grazie ad un’ottima organizzazione, ha saputo offrire uno spettacolo meraviglioso.

Grazie Blue Team!

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