Sfido
chiunque a sostenere che, al momento della scoperta di Marc Gasol
miglior difensore della regular season NBA 2012/2013, non abbia
storto il naso o non si sia chiesto il perché di questa scelta. A
ben guardare i motivi ci sono e sono pure parecchi, ben visibili ai
giornalisti specializzati che lo hanno votato numero uno, come
a chiunque sia interessato e appassionato di basket.
Lo spagnolo rappresenta una
svolta importante e decisiva, finalmente avvenuta tra i premiati per
questo riconoscimento.
Infatti quest'anno si sono lasciate perdere, almeno in parte, le
statistiche di rimbalzi, stoppate e quant'altro per elogiare invece
una difesa completa, intelligente e a tratti superlativa come quella
di Marc e dell'intera squadra che il catalano guida a prestazioni
egregie con grinta ed energia, i Memphis Grizzlies.
Un
primo dato salta subito agli occhi se si analizza la sua e la loro
stagione: 88.7 punti subiti per gara, la media più bassa tra le
franchigie NBA, oltre
che notevole, già di per sé, per una squadra giunta quinta nella
propria conference e sesta nel computo totale della Lega.
I
maligni però non vedevano in lui un candidato plausibile per il
titolo di difensore dell'anno, vista la presenza di James, dominante
sui due lati del campo e miglioratissimo nella fase di non possesso,
Ibaka, stoppatore di primo livello e dotato di un'elevazione spaziale
per bloccare i tiri avversari e andare a rimbalzo, Noah, il numero
uno per intensità di gioco ed energia sotto il tabellone, mentre si
erano fatti da parte i recenti vincitori Chandler e Howard, non al
top in questa stagione come nelle passate. Lo spagnolo, poco dopo
aver ricevuto il premio, non aveva convinto nelle prime due di
playoff di Memphis, perse malamente contro i Clippers e con oltre 100
punti di media incassati. Sembrava quindi un premio immeritato, ma
solo a prima vista.
La
forza di Marc Gasol non sta solo nei 14 punti, 7 rimbalzi, 4 assist
(!) e 1 stoppata abbondante di media. Queste cifre, le più basse tra
gli ultimi premiati prima di lui, non rivelano a pieno la sua
intelligenza cestistica, la sua perfetta capacità di leggere le
situazioni senza palla un momento prima per essere sul giocatore
marcato e sul pallone un attimo in anticipo per fermare la sua
avanzata o l'azione della squadra avversaria. Il fratello Pau è
diventato da subito un top player al suo arrivo in NBA conquistando
il titolo di Rookie of the Year, mai vinto da Marc, ed è risultato
spesso decisivo prima nei Grizzlies e soprattutto poi nei Lakers,
con cui ha vinto 2 anelli, ma non ha mai guidato la sua difesa a
essere la migliore della Lega e non ha mai mostrato la tecnica
difensiva dell'hermanito.
La capacità del più giovane dei Gasol di saper contenere
l’avversario sui giochi a due e di dare equilibrio e consistenza a
rimbalzo sono state premiate dai giornalisti, che hanno visto in lui
il giocatore più completo senza palla.
I critici però hanno trovato pane
per i loro denti quando Marc è stato escluso dal miglior quintetto
difensivo della Lega, votato dagli allenatori NBA pochi giorni dopo
l'elezione del premio di Difensore dell'Anno. Solo 5 voti per
inserire il catalano nel primo quintetto, a fronte dei 25 di James e
dei 17 di Ibaka, suoi principali rivali per l'altro award. Ecco però
che, dopo aver demolito i Clippers con 4 vittorie in fila dopo le
prime due perse, con una media di punti subiti tornata sui buonissimi
standard stagionali, Memphis si trova di fronte Oklahoma City, orfana
di uno dei suoi leader assoluti, Russell Westbrook. Gasol ha quindi
di fronte Ibaka, colui che, soprattutto, i tifosi avrebbero voluto al
suo posto come difensore dell'anno, viste le quasi 3 stoppate a
partite e la media a rimbalzo leggermente più alta dello spagnolo di
Barcellona. È il momento della rivincita di Marc.
Ibaka
è surclassato dal punto di vista del gioco, dimostra una tensione
emotiva che non gli permette di essere mai decisivo, parte freddo e
negli istanti finali non sembra mai poter dire la sua, mentre Gasol è
dominante quando la palla scotta, non si ferma davanti a nessuno e
risolve spesso la partita con le sue giocate. Diamo un'occhiata anche
alle statistiche. Marc porta al 48% abbondante, con 19 punti di
media, la sua percentuale di tiri dal campo, mentre Serge si ferma al
37% con 12 di media. Per stoppate, l'ala grande di OKC non sembra più
così lontana, 3.2 contro le 2.8 del centro dei Grizzlies, mentre i
rimbalzi sono in parità, 8.4 di media a testa, aggiungendo però che
Gasol ruba 2 palloni e in più distribuisce altrettanti assist a
partita. Tutto questo porta a uno schiacciante 4-1 per i beniamini
della contea di Shelby e a un'eliminazione clamorosa per la testa di
serie #1 a Ovest già al secondo turno.
Memphis ora si trova di fronte San
Antonio nella sua strada verso il titolo ed è sotto 0-1 dopo il
primo match in Texas. Siamo però certi che gli Orsi lotteranno come
non mai per raggiungere le Finals e il loro nuovo idolo, Marc Gasol,
cercherà in tutti i modi di arrivare a sfidare LeBron James, che
molto probabilmente sarà all'atto finale con i suoi Heat, per
dimostrare ancora una volta tutto il suo valore e, chissà, magari,
rubargli il posto sul trono NBA.
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