Quando a Portland si
parla di Draft NBA le prime reazioni sono un misto tra sconforto e
inquietudine, ma, a ben guardare le scelte dei Trail Blazers nel
corso della loro storia, il tutto assume un'aria tra il grottesco e
l'incubo. 3 draft sono bastati per lasciarsi scappare 7 mostri sacri,
di cui 6 hall of hamer, del basket a stelle e strisce, 9 titoli di
MVP delle finali e uno tra i top 3 della lega, attualmente. Pensate a
un quintetto Stockton, Jordan, Durant, Barkley, Olajuwon. Ok e come
“riserve” mettiamoci Mc Adoo ed Erwing, solo per lasciare spazio
alle leve più recenti. Bene, al posto di costoro, i Trail Blazers
hanno usato le loro scelte per La Rue, Bowie e Oden. Ecco, ora è più
chiaro l'incubo di cui parlavo?
Eppure sembra proprio che quest'anno gli scout dell'Oregon ci abbiamo visto
giusto e con la sesta scelta si sono assicurati un playmaker di
grandi speranze e, finalmente, non solo quelle. Damian Lillard, da
Weber State, ha iniziato la stagione col botto, andando subito in
doppia doppia contro i Lakers, per punti (23) e assist (11),
diventando solamente il terzo giocatore della storia a riuscire
nell'impresa di metterne 20+10 assistenze a referto nella prima gara
nella Lega. E non si è fermato alle apparenze, ma ha continuato ad
inanellare ottime prestazioni per tutto il corso dell'anno tanto da
tenere Portland nelle zone calde per i playoff fino quasi alla fine,
quando gli infortuni che hanno falcidiato la squadra e, soprattutto,
il quintetto titolare hanno portato ad un filotto negativo che ad
Ovest non è ammissibile per chi punta alla post season. Eppure siamo
sicuri che senza questi inconvenienti il Rose Garden avrebbe di certo
visto i suoi beniamini nelle 8 prescelte.
Dotato di un ottimo
tiro dalla distanza e di un gioco inside out altrettanto all'altezza,
Lillard è anche un egregio passatore, come dimostra la media di 6.5
assist a partita in regular season. Era dai tempi di Allen Iverson
che un playmaker non metteva in scena almeno 1500 punti conditi da
almeno 500 assist nella sua stagione d'esordio nella Lega. E The
Answer non è proprio uno sconosciuto. La scelta con il numero 6 di
un ragazzo così talentuoso poteva portare a pensare a comportamenti
indisciplinati o a una scarsa adattabilità al gioco una volta giunto
sui parquet che più contano, ma Lillard si è mostrato un ottimo
giocatore, pronto per sfondare e per grandissime giocate, come quel
buzzer beater al Rose Garden che i tifosi degli Hornets ben
ricordano.
Portland, prima degli
infortuni a Hickson e Batum, aveva dato filo da torcere a tutti ed
era in lotta con Lakers, Jazz e Mavericks per un posto tra le prime
7/8 a Ovest. Il gioco dei Blazers era orchestrato a meraviglia da
Lillard, che non ha mai disdegnato nemmeno il tiro da fuori o la
penetrazione solitaria, assicurando punti per sé e per gli altri.
Accompagnato da un Aldridge per lunghi tratti superlativo, che ha
chiuso la stagione ai margini della doppia doppia di media, da un
Hickson che ha assicurato centimetri e vitalità sotto canestro anche
senza LBJ come compagno e da un Batum energico e spesso decisivo, il
rookie da Weber State ha trovato il posto adatto in cui esprimere
tutte le sue capacità agonistiche. Però, mentre Matthews come al
solito è stato un giocatore fondamentale, in grado con le sue triple
di spaccare la partita, gli altri rincalzi non sono stati certamente
all'altezza le numerose volte in cui sono stati chiamati in causa,
lasciando tutto il peso dell'attacco in mano a Lillard e Aldridge,
che hanno fatto del loro meglio per tappare le falle, senza però
ottenere un pass per i playoff.
La maledizione dei
Trail Blazers per il draft sembra quindi essersi conclusa quest'anno,
abbandonati i timori di non essersi lasciati scappare qualche futura
leggenda e assicurandosi invece un ragazzo dalle potenzialità enormi
che potrà fare ciò che i suoi predecessori non avevano fatto,
unendo delle prestazioni concrete alle speranze della partenza. E un
paio di settimane fa è arrivata la notizia che tutti, al Rose
Garden, aspettavano, per mettere un po' da parte le paure di un
incubo iniziato nel 1972: Portland ha il suo rookie dell'anno, Damian
Lillard!
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