lunedì 3 marzo 2014

QUANDO FA BENE CAMBIARE

A questo giro è toccato a Frates. L’allenatore milanese è stato infatti esonerato dalla Pallacanestro Varese dopo la pesante sconfitta subita a Masnago contro Sassari. Scelta curiosa quella di Vescovi che nel dopopartita aveva confermato il coach per poi rimuoverlo dall’incarico il giorno successivo. Qualche ben informato ha dichiarato che non è escluso che a spingere l’acceleratore per il cambio di guida tecnica sia stato qualcuno magari non nell’organigramma societario ma che conta parecchio. Certo è che Frates non paga solo per le due ultime larghissime sconfitte subite (Avellino e Sassari) ma per una stagione partita male e in cui la squadra non si è dimostrata mai particolarmente competitiva (nonostante le recenti buone vittorie esterne a Reggio Emilia e Venezia). 


Supercoppa Italiana persa ad inizio stagione, eliminazione al primo turno del Qualifing Round per accedere all’Eurolega, un record di 8/12 in campionato, la mancata partecipazione alla Coppa Italia e le 2 sole vittorie nel girone di Eurocup (ma in una in realtà in panchina ci era andato Bizzozi causa influenza del capo allenatore) sono i risultati tutt’altro che memorabili che l’allenatore milanese ha raccolto alla guida della Cimberio. Per “l’architetto” si tratta del secondo esonero in poco più di un anno, dal momento che nel dicembre 2012 era stato sollevato dall’incarico di vice allenatore dall’Olimpia Milano; curioso è anche il suo esonero dalla Fortitudo Bologna datato 2006, quando il fatto di bestemmiare durante gli allenamenti gli fece perdere il lavoro. Tornando a Varese, si dice che il rapporto squadra-coach fosse tutt’altro che sereno mentre l’amore con i tifosi non è mai sbocciato. Quasi paradossale è quello che è successo durante la partita galeotta contro Sassari quando la curva ha incitato Meo Sacchetti esponendo anche uno striscione che non lasciava molto all’immaginazione: “Sacchetti hai Varese nel cuore, quando sarai il nostro allenatore?”. La squadra è stata affidata a Bizzozi, ormai ex secondo allenatore della Cimberio, a Varese già nella scorsa stagione, quella degli “Indimenticabili”, quando era il fido scudiero di coach Vitucci. Bizzozi ha allenato a Mestre, Montegranaro, Desio, Pesaro, Teramo, Bologna e Venezia, ma non bisogna dimenticare anche le esperienza nelle selezioni giovanili della Nazionale e l’esperienza del 2009 alla guida della Nazionale femminile del Camerun. Allenatore preparato e dalla buona esperienza, ben voluto dai giocatori e dai tifosi, toccherà a lui risollevare la stagione di una squadra che, parole del Presidente Vescovi, punta ancora ai playoff.
Frates non è l’unico esonero del nostro campionato ma prima di lui hanno lasciato la panchina Mazzon, Gresta e Bechi.
Andrea Mazzon è stato il primo esonero della stagione, datato novembre 2013. L’allenatore veneziano ha dovuto lasciare la squadra della sua città dopo un inizio di campionato da incubo, con solo una vittoria nelle prime 5 giornate. Verona, Jesi, Imola, Napoli e Bologna sono state le sue esperienze precedenti all’arrivo all’Umana nella stagione 2011-2012. La Reyer nei 2 campionati in cui la guida tecnica è stata affidata a Mazzon ha raggiunto entrambe le volte i playoff (7° e 8° posto), raccogliendo però solo una vittoria nella competizione. Probabilmente in laguna si sarà pensato che il ciclo di Mazzon fosse terminato anche perché i soldi spesi per la costruzione del roster non sono stati pochi e una squadra con giocatori di qualità come Donell Taylor e Andre Smith avrebbe avuto bisogno di una scossa. 


Ecco allora che sulla panchina del Taliercio si è seduto Zare Markovski, allenatore che definire “di esperienza” è un eufemismo. Carriera lunghissima divisa tra Macendonia, tanta Svizzera (dove ha vinto campionati e coppe nazionali) e tantissima Italia. Ad oggi Venezia è fuori dalla zona playoff ma ha racimolato comunque delle vittorie importante che l’hanno allontanata dalla lotta per la retrocessione nella quale si trovava implicata all’arrivo del coach di Skopje. Certamente Markovski sta cercando di rigenerare determinati giocatori chiave di un roster non lunghissimo e in particolare Andre Smith ha offerto delle prestazioni molto convincenti. Da sottolineare l’attenzione che il coach oro granata pone ai giovani e il coraggio di puntare su di loro (Nicola Akele, guardia del 1995, su tutti) nel momento del bisogno senza voler spremere eccessivamente i giocatori della prima squadra. Non è detto che Venezia arrivi ai playoff ma sicuramente bisogna dare merito a coach Zare di aver ridato un po’ di serenità ad un ambiente partito con grandi obiettivi e che si è dovuto ridimensionare in fretta.
Luigi “Gigio” Gresta allenava Cremona già nella passata stagione ma in realtà il suo arrivo in Lombardia è avvenuto in quella ancora precedente quando però era il vice di Caja. E proprio il ruolo del vice è quello che Gresta ha ricoperto nella maggior parte della carriera da allenatore, mentre da head coach le esperienze e i risultati non sono stati strabilianti. La Vanoli non è certo squadra da prime posizioni e l’obiettivo dichiarato è quello di una salvezza tranquilla e la squadra in effetti ha alcuni americani di qualità ma che da soli non possono certo far decollare la squadra biancoblu. La panchina è stata affidata a Cesare Pancotto, attivo come allenatore da ormai 32 anni; le squadre che Pancotto ha guidato hanno avuto alterna fortuna ma bisogna comunque ricordare le 5 promozioni conquistate dalla Serie C fino alla Serie A. È stato proprio Pancotto a riportare la Mens Sana Siena nel 1993-1994 ma in generale, statistiche alla mano, nella massima serie il suo lavoro è stato mediocre. Oggi la Vanoli si trova al terzultimo posto in classifica, con alle spalle solamente Montegranaro e Pesaro, rispettivamente a 2 e 4 punti. Dopo un inizio difficile è arrivata anche per Pancotto la prima vittoria ma sono soprattutto le quattro partite giocate a gennaio che hanno fatto risalire la china ai falchi cremonesi. Il rigenerato di turno è Ben Woodside, play americano naturalizzato georgiano, che sotto la gestione Pancotto ha dimostrato di meritare la fiducia della società, che già lo aveva messo sul mercato. La lotta salvezza quest’anno sarà particolarmente dura e Cremona ci sarà probabilmente dentro fino alle ultime giornate, starà a Pancotto riuscire, nonostante tutte le difficoltà, a ripetere l’exploit e a far esprimere il buon gioco espresso a gennaio, dimostrando che quelle 4 vittorie non sono state solo un fuoco di paglia. 


Anche a Bologna la stagione è iniziata con un allenatore e terminerà con un altro. Ad inizio stagione la società aveva deciso di continuare a puntare su Luca Bechi, subentrato a Finelli nel marzo 2013 e divenuto artefice della salvezza della Virtus. Bechi è stato a Biella dal 2001 al 2010, prima da vice e poi da capo allenatore; quindi Brindisi (al posto di Perdichizzi) e gli ucraini del Azovmash Mariupol’ prima dell’arrivo in Emilia. La stagione delle V nere era iniziata nel migliore dei modi e i bolognesi avevano conquistato la testa della classifica grazie al bel gioco espresso e ad un Matt Walsh in forma strepitosa. Poi però è successo qualcosa di difficilmente definibile: il buon gioco visto fino a quel momento si è inceppato e il referto rosa è diventato un ricordo sempre più lontano col passare delle settimane. Solo Walsh si è mantenuto su livelli alti, anche se con cifre minori rispetto all’inizio di stagione. Quando l’ingranaggio non gira più, si sa, bisogna cambiarlo e così a farne le spese è stato (come al solito) l’allenatore. Così Bechi ha lasciato il posto a Giorgio Valli a fine gennaio, dopo la sconfitta casalinga contro Cremona. Valli, emiliano di Modena, è per i tifosi virtussini una vecchia e nota conoscenza vista la lunga militanza come vice e capo allenatore nelle giovanili e della prima squadra (1982-2000). Le altre sue esperienze in panchina sono state buone in Legadue, mentre in Serie A non ha mai lasciato il segno (Ferrara salvezza e retrocessione, vice a Milano, salvezza a Montegranaro, esonero ad Avellino). Valli a Bologna ha subito trovato una vittoria importantissima contro Siena mentre poi ha dovuto subire la sconfitta di Montegranaro e lo strapotere di Milano. È presto per fare un bilancio del lavoro di Valli, anche se si può affermare che se la squadra ad inizio campionato ha dimostrato di essere di qualità e capace di mettere in difficoltà chiunque, non è impossibile che ritrovi lo spirito battagliero e mai domo necessario per conquistare i 2 punti contro avversari anche più blasonati.

Cambiare allenatore fa bene? In generale credo di sì. Nel momento in cui ci si rende conto che la squadra non possa fare e dare di più in determinate condizioni allora è giusto che a cambiare sia chi la squadra la dirige. Ma non bisogna mai dimenticare che anche la squadra stessa molte volte ha parecchie responsabilità e l’allenatore è quello che paga per tutti.
Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla Scala di Milano.”


Nessun commento:

Posta un commento