Nei
primi mesi di questa stagione un grande risalto hanno avuto le
imprese di quella che oggi si chiama Granarolo Bologna ma che tutti
conoscono ancora e giustamente come Virtus.
Le
Vu nere hanno iniziato la stagione nel miglior modo possibile cioè
macinando vittorie, cogliendo i due punti anche contro avversari
particolarmente difficili da affrontare, Sassari e Milano su tutti.
Dopo il primo terzo di campionato Bologna si trovava ad una sola
vittoria dalla vetta e i tifosi già pregustavano una stagione
condita da parecchie vittorie, il contrario di quelle che purtroppo
negli ultimi anni si sono viste intorno alla Unipol Arena. Coach Luca
Bechi sembrava l’uomo giusto al posto giusto, il condottiero che
avrebbe potuto realmente portare gli emiliani se non proprio agli
antichi fasti perlomeno ai playoff, traguardo assai gradito dai
tifosi, in particolare dopo una stagione di magra come quella
dell’anno scorso, conclusa al terzultimo posto.
Dal
punto di vista del roster il presidente ed ex gloria virtussina
Renato Villalta insieme al DS Bruno Arrigoni avevano costruito una
squadra che, seppur non imbattibile, poteva contare su giocatori di
primo piano come Dwight Hardy, giovani dal futuro radioso (capitan
Gaddefors e Matteo Imbrò) e inoltre avevano pescato dal mazzo la
carta vincente Matt Walsh. Proprio la guardia/ala americana era stata
osannata ad inizio anno come il salvatore della patria bolognese e
spesso il suo ingresso dalla panchina è coinciso con la svolta della
partita.
Poi
la sorpresa: il meccanismo che sembrava essere vincente ad un certo
punto si è inceppato. Non è semplice capire la causa di questa
situazione proprio perché Bologna aveva dimostrato di essere una
squadra con la mentalità vincente che aveva capito i suoi punti di
forza e riusciva a sfruttarli sempre al meglio. Dando uno sguardo al
calendario si può vedere come dopo nove giornate la Virtus aveva
messo 12 punti in cascina, due meno di quelli conquistati dalle
squadre che erano in testa alla classifica. Dalla giornata successiva
a quella appena passata le vittorie sono state solamente due e
l’ultima risale addirittura al 2 febbraio in casa contro Siena.
Una
crisi di gioco e di risultati sta accompagnando la Granarolo in
queste ultime settimane e ora la squadra si trova pericolosamente a
16 punti, due in più di Montegranaro e quattro punti sopra l’ultimo
posto, quello che significa retrocessione, occupato dall’inizio del
campionato dalla Vuelle Pesaro. La dirigenza ha operato sul mercato
portando nella città felsinea il lungo Ndudi Ebi, in arrivo da
Israele ma già visto in Italia a più riprese. Il nigeriano (che
peraltro vanta anche un’esperienza in NBA) sta dando il suo
contributo alla causa bolognese mettendo a referto più di 10 punti
di media a partita ma ciò non sembra bastare. Un cambio che dovrebbe
rivoluzionare la squadre dovrebbe essere quello del playmaker, ruolo
chiave all’interno della squadra. Casper Ware è stato un bel colpo
estivo della coppia Villalta-Arrigoni, visto che altre squadre erano
interessate al ragazzo californiano che a Casale nella prima
esperienza dopo il college si era messo in mostra con una media di
oltre 20 punti a partita, venendo anche incoronato miglior giocatore
della serie cadetta. Purtroppo le attese non si sono tramutate in
realtà e il play di Cerritos è stato silurato poco prima della metà
di marzo per essere sostituito da Willie Warren, ragazzotto di Dallas
scelto al numero 54 dai Clippers nel 2010 ma che in NBA non ha
lasciato traccia. È necessario che Warren recepisca in fretta le
idee del suo coach per tentare di portare a casa qualche vittoria in
questo finale di stagione che si preannuncia particolarmente
infuocato.
Ma
i cambiamenti non hanno riguardato solo la squadra infatti a passare
di mano è stata anche la guida tecnica. Luca Bechi è stato
esonerato e al suo posto si è seduto Giorgio Valli. Cambiare
allenatore non è mai una scelta semplice perché vuol dire ripartire
(quasi) da zero ma ciò di cui la squadra sembra aver bisogno è
proprio una scossa. Personalmente reputo rivedibile la scelta di
Valli e mi associo al pensiero di Daniele Labanti di Basketnet che
analizza i numeri dell’allenatore modenese che nelle ultime tre
esperienze ha collezionato un esonero, un terzultimo posto e una
retrocessione. Credo che la scelta dell’allenatore debba essere tra
quelle più oculate tanto ad inizio anno quanto a stagione in corso.
Esempi di allenatori che vengono richiamati dopo essere stati
esonerati se ne contano in quantità e non è escluso che anche a
Bologna, sponda Virtus, questa storia non si ripeta.
Arrivati
a questo punto della stagione con una griglia playoff ancora da
definire e molte squadre che ancora aspirano ad entrare tra le
migliori 8 del campionato la Virtus non può non guardarsi dietro le
spalle e preoccuparsi per un Charlie Recalcati che sta facendo
miracoli a Montegranaro e una Vuelle Pesaro che sembra essere in
crescita rispetto ad inizio anno. Valli dovrà fare gli straordinari
in questo periodo e cercare di fare in modo che lo spogliatoio non si
spezzi. Tenere in mano le redini della squadra sarà fondamentale per
tentare una risalita che vedrà Bologna impegnata contro squadre di
medio-bassa classifica e giocarsi anche degli scontri diretti per la
permanenza nella massima serie.
Un
episodio che ha fatto discutere e che è stato riportato sui media
nazionali con un certo risalto è stato l’allenamento serale
imposto da coach Valli alla squadra. Si narra che dopo una sessione
pomeridiana in cui, a detta del coach, i giocatori non si sono
impegnati abbastanza, Valli abbia mandato tutti a far la doccia per
poi riconvocarli per un allenamento straordinario alle 21 che lo
stesso coach ha reputato “il migliore della stagione”. I
giocatori non sembrano essere dello stesso parere visto che Walsh,
Hardy, Motum e Gaddefors hanno affidato a Twitter il loro pensiero
che non è certo stato tenero. Fa sorridere anche la solidarietà
espressa a distanza sempre attraverso il popolare social network da
Ware che sembra non essere proprio dispiaciuto di non aver passato un
paio d’ore in palestra con i gli ex compagni di squadra. Certo,
Valli ci ha tenuto a precisare che se le cose che si provano in
allenamento non vengono eseguite alla perfezione è giusto che le si
riprovino finché non si arriva al risultato, ma siamo sicuri che sia
questo il metodo giusto per spronare la squadra?
Per
concludere, Bologna è una piazza che al basket italiano e non solo
ha dato molto ed è normale che i tifosi siano esigenti in nome di
una tradizione che è giusto ricordare ma su cui non ci si può
assolutamente crogiolare. Le Vu nere dovranno necessariamente
cambiare passo e cercare di non perdere più quelle occasioni di
portare a casa la vittoria che spesso si sono presentate ma che sono
state inesorabilmente gettate al vento dopo partite combattute ma
perse di pochi punti.
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