martedì 25 marzo 2014

VIRTUS, CHI SEI VERAMENTE?

Nei primi mesi di questa stagione un grande risalto hanno avuto le imprese di quella che oggi si chiama Granarolo Bologna ma che tutti conoscono ancora e giustamente come Virtus. 


Le Vu nere hanno iniziato la stagione nel miglior modo possibile cioè macinando vittorie, cogliendo i due punti anche contro avversari particolarmente difficili da affrontare, Sassari e Milano su tutti. Dopo il primo terzo di campionato Bologna si trovava ad una sola vittoria dalla vetta e i tifosi già pregustavano una stagione condita da parecchie vittorie, il contrario di quelle che purtroppo negli ultimi anni si sono viste intorno alla Unipol Arena. Coach Luca Bechi sembrava l’uomo giusto al posto giusto, il condottiero che avrebbe potuto realmente portare gli emiliani se non proprio agli antichi fasti perlomeno ai playoff, traguardo assai gradito dai tifosi, in particolare dopo una stagione di magra come quella dell’anno scorso, conclusa al terzultimo posto.

Dal punto di vista del roster il presidente ed ex gloria virtussina Renato Villalta insieme al DS Bruno Arrigoni avevano costruito una squadra che, seppur non imbattibile, poteva contare su giocatori di primo piano come Dwight Hardy, giovani dal futuro radioso (capitan Gaddefors e Matteo Imbrò) e inoltre avevano pescato dal mazzo la carta vincente Matt Walsh. Proprio la guardia/ala americana era stata osannata ad inizio anno come il salvatore della patria bolognese e spesso il suo ingresso dalla panchina è coinciso con la svolta della partita. 

Poi la sorpresa: il meccanismo che sembrava essere vincente ad un certo punto si è inceppato. Non è semplice capire la causa di questa situazione proprio perché Bologna aveva dimostrato di essere una squadra con la mentalità vincente che aveva capito i suoi punti di forza e riusciva a sfruttarli sempre al meglio. Dando uno sguardo al calendario si può vedere come dopo nove giornate la Virtus aveva messo 12 punti in cascina, due meno di quelli conquistati dalle squadre che erano in testa alla classifica. Dalla giornata successiva a quella appena passata le vittorie sono state solamente due e l’ultima risale addirittura al 2 febbraio in casa contro Siena.

Una crisi di gioco e di risultati sta accompagnando la Granarolo in queste ultime settimane e ora la squadra si trova pericolosamente a 16 punti, due in più di Montegranaro e quattro punti sopra l’ultimo posto, quello che significa retrocessione, occupato dall’inizio del campionato dalla Vuelle Pesaro. La dirigenza ha operato sul mercato portando nella città felsinea il lungo Ndudi Ebi, in arrivo da Israele ma già visto in Italia a più riprese. Il nigeriano (che peraltro vanta anche un’esperienza in NBA) sta dando il suo contributo alla causa bolognese mettendo a referto più di 10 punti di media a partita ma ciò non sembra bastare. Un cambio che dovrebbe rivoluzionare la squadre dovrebbe essere quello del playmaker, ruolo chiave all’interno della squadra. Casper Ware è stato un bel colpo estivo della coppia Villalta-Arrigoni, visto che altre squadre erano interessate al ragazzo californiano che a Casale nella prima esperienza dopo il college si era messo in mostra con una media di oltre 20 punti a partita, venendo anche incoronato miglior giocatore della serie cadetta. Purtroppo le attese non si sono tramutate in realtà e il play di Cerritos è stato silurato poco prima della metà di marzo per essere sostituito da Willie Warren, ragazzotto di Dallas scelto al numero 54 dai Clippers nel 2010 ma che in NBA non ha lasciato traccia. È necessario che Warren recepisca in fretta le idee del suo coach per tentare di portare a casa qualche vittoria in questo finale di stagione che si preannuncia particolarmente infuocato.


Ma i cambiamenti non hanno riguardato solo la squadra infatti a passare di mano è stata anche la guida tecnica. Luca Bechi è stato esonerato e al suo posto si è seduto Giorgio Valli. Cambiare allenatore non è mai una scelta semplice perché vuol dire ripartire (quasi) da zero ma ciò di cui la squadra sembra aver bisogno è proprio una scossa. Personalmente reputo rivedibile la scelta di Valli e mi associo al pensiero di Daniele Labanti di Basketnet che analizza i numeri dell’allenatore modenese che nelle ultime tre esperienze ha collezionato un esonero, un terzultimo posto e una retrocessione. Credo che la scelta dell’allenatore debba essere tra quelle più oculate tanto ad inizio anno quanto a stagione in corso. Esempi di allenatori che vengono richiamati dopo essere stati esonerati se ne contano in quantità e non è escluso che anche a Bologna, sponda Virtus, questa storia non si ripeta. 

Arrivati a questo punto della stagione con una griglia playoff ancora da definire e molte squadre che ancora aspirano ad entrare tra le migliori 8 del campionato la Virtus non può non guardarsi dietro le spalle e preoccuparsi per un Charlie Recalcati che sta facendo miracoli a Montegranaro e una Vuelle Pesaro che sembra essere in crescita rispetto ad inizio anno. Valli dovrà fare gli straordinari in questo periodo e cercare di fare in modo che lo spogliatoio non si spezzi. Tenere in mano le redini della squadra sarà fondamentale per tentare una risalita che vedrà Bologna impegnata contro squadre di medio-bassa classifica e giocarsi anche degli scontri diretti per la permanenza nella massima serie.


Un episodio che ha fatto discutere e che è stato riportato sui media nazionali con un certo risalto è stato l’allenamento serale imposto da coach Valli alla squadra. Si narra che dopo una sessione pomeridiana in cui, a detta del coach, i giocatori non si sono impegnati abbastanza, Valli abbia mandato tutti a far la doccia per poi riconvocarli per un allenamento straordinario alle 21 che lo stesso coach ha reputato “il migliore della stagione”. I giocatori non sembrano essere dello stesso parere visto che Walsh, Hardy, Motum e Gaddefors hanno affidato a Twitter il loro pensiero che non è certo stato tenero. Fa sorridere anche la solidarietà espressa a distanza sempre attraverso il popolare social network da Ware che sembra non essere proprio dispiaciuto di non aver passato un paio d’ore in palestra con i gli ex compagni di squadra. Certo, Valli ci ha tenuto a precisare che se le cose che si provano in allenamento non vengono eseguite alla perfezione è giusto che le si riprovino finché non si arriva al risultato, ma siamo sicuri che sia questo il metodo giusto per spronare la squadra? 


Per concludere, Bologna è una piazza che al basket italiano e non solo ha dato molto ed è normale che i tifosi siano esigenti in nome di una tradizione che è giusto ricordare ma su cui non ci si può assolutamente crogiolare. Le Vu nere dovranno necessariamente cambiare passo e cercare di non perdere più quelle occasioni di portare a casa la vittoria che spesso si sono presentate ma che sono state inesorabilmente gettate al vento dopo partite combattute ma perse di pochi punti.

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