Un
anno fa, all'uscita dai playoff contro i Seahawks, il futuro dei
Redskins prevedeva un solo, grande punto interrogativo. La bigia
notte di Washington, conclusasi con una sconfitta tanto decisa quanto
dura da digerire, si era conclusa con il crack del ginocchio destro
di Robert Griffin III. Il quarterback, fresco vincitore del premio di
Offensive Rookie Of the Year, aveva fatto evaporare tutti i sogni di
gloria del pubblico della capitale con la stessa velocità con cui
aveva compromesso la sua stagione e, forse, la sua carriera. Un anno
dopo, quel crack è ancora il punto interrogativo più grande dei
Redskins. Ma, ora, non è più nemmeno il solo.
Griffin
ha stupito qualunque sostenitore e amante del football con giocate
difficilmente ripetibili nell'anno da rookie tanto quanto, giunto
alla sua seconda stagione nella Lega, sembra aver perso molto del suo
smalto e talento. I numeri sono eloquenti: 258 passaggi completati su
393 (65.6%) nella prima annata, 274/456 (60.1%) nella seconda, 20 TD
pass con soli 5 INT e 3 fumble a fronte di 16 TD pass, 12 INT e 6
fumble. Nonostante le yard si siano leggerissimamente alzate (3.203
contro 3.200), il quarterback rating è crollato: 102.4 > 82.2. I
problemi non sono arrivati solo al lancio, ma anche sulle corse, uno
dei grandi punti di forza nella meravigliosa stagione da rookie. Gli
attacchi sono scesi da 120 a 86 (c'è anche da considerare che
Griffin non ha giocato le ultime due gare di regular season), le yard
guadagnate palla alla mano cadute da 815 a 489 e i touchdown
festeggiati se erano stati ben 7 due stagioni fa, quest'anno si sono
completamente annullati. In generale la sensazione è stata di grande
insicurezza, ogni snap non è parso di fluidità ed emozione, ma
bensì di difficile interpretazione e spesso lanciato o portato con
una lentezza preoccupante.
Griffin
non è, però, l'unico problema di questi Redskins. Anzi. Se Pierre
Garcon è stato eccezionale, il vero punto di forza dell'attacco
della squadra della capitale insieme ad Alfred Morris, le alternative
al receiver sono mancate in maniera più che evidente. Il prodotto di
Mount Union ha ricevuto 113 volte su 184 in cui è stato il target,
per un grandissimo guadagno di 1.346 yard (11.9 di media). I
touchdown quest'anno sono mancati in generale a Washington, che ne ha
festeggiati in totale 39 (21° in NFL), di cui ben 5 difensivi (4°
in NFL), ma Garcon è stato il migliore tra i ricevitori con 5
palloni portati in end zone, oltre a ben 84.1 yard guadagnate a
partita e 16 giocate oltre le 20 yard. Alle sue spalle, però, il
vuoto. Nessuno oltre le 500 yard o 50 ricezioni. Jordan Reed completa
45 passaggi su 59 da target e mette a segno 3 touchdown, come Leonard
Hankerson e Logan Paulsen. Aldrick Robinson stupisce per le yard di
media ad ogni ricezione, ben 20.3, ma riceve un decimo dei palloni di
Garcon. Decisamente troppo poco.
Se
i Redskins sono stati il quinto miglior team per quanto riguarda il
gioco di corse (135.3 yard di media a partita), molto, moltissimo lo
devono ad Alfred Morris, che ha portato il pallone 276 volte per
1.275 yard (4.6 di media), quasi 80 a partita, con 7 touchdown
portati alla causa, record di squadra per questa stagione. Da citare
anche Roy Helu che ha abbinato yard palla alla mano (274 e 4
touchdown) e yard su ricezione (251 e 2 touchdown), risultando
l'unico, oltre a Garcon e Morris, a superare le 500 yard guadagnate e
i 5 o più touchdown. La difesa sulle corse avversarie non è stata
altrettanto efficiente. Il 17° posto complessivo, con 110.6 yard di
media subite a partita, è però pur sempre migliore del 20° nella
difesa sui lanci dei quarterback avversari, con ben 243.5 yard subite
di media. La retroguardia diventa poi la penultima se si analizzano i
punti subiti (29.9 di media, 478 totali) e ha concesso, in tutte le
statistiche principali, sempre più di quanto gli avversari hanno
invece lasciato a Washington.
Perry
Riley è stato il leader in termine di tackles con 115 totali (72 da
solo e 43 assistito) e ha aggiunto 3 sack, 9 pass deflected e 1 INT
in una stagione che ha segnato però un passo indietro anche per lui
rispetto alla scorsa. I veri leader difensivi sono stati DeAngelo
Hall, che ha portato alla causa 78 tackles (57+21), 13 pass
deflected, 4 intercetti (di cui due riportati in touchdown) e 3
fumble forzati (uno di questi riportato in end zone), e Brian Orakpo,
che ha siglato 10 sack per 67 yard di perdita avversaria, oltre a un
intercetto, riportato per 29 yard fino all'end zone avversaria, e 2
fumble recuperati. La giocata difensiva più lunga appartiene però a
David Amerson, che ha riportato il suo intercetto a Mike Glennon per
45 yard fino al touchdown. Serviranno in post-season degli innesti
nel ruolo di safety e di cornerback, fin troppo scoperti durante la
stagione. Ciò che, però, sarà da puntellare in maniera efficace al
Draft è senza dubbio l'offensive line, che ha concesso 96
quarterback hits, di cui 43 sack, ed è sembrata incapace di poter
proteggere il già fragile Robert Griffin dalle insidie delle
retroguardie avversarie. Prima di tutto sarà da ricercare
un'offensive guard e, secondariamente, anche un centro e un right
tackle di buon livello.
Che
dire della stagione di Washington in termini di risultati? Forse era
meglio tralasciare l'argomento. La sconfitta all'esordio contro gli
Eagles matura nei primi tre quarti e vede da subito l'attacco dei
Redskins in grande difficoltà, con troppi errori e troppe poche
idee. La situazione si ripete contro i Packers, la squadra della
capitale si sveglia solo nel finale di partita quando, ormai, Aaron
Rodgers l'ha già demolita, tanto nel punteggio quanto nel morale.
Griffin contro i Lions pare la brutta copia del suo anno da rookie e
prende più botte di quanto di buono sappia costruire. La stagione è
cominciata con uno 0-3 in casa Redskins e la situazione non farà che
peggiorare. Delle cinque partite seguenti, però, i Pellerossa ne
vinceranno tre contro Raiders, Bears e Chargers, dimostrando di avere
potenzialità e talento offensivo oltre che una parvenza di solidità
difensiva. Nel mentre, però, è anche vero che Cowboys e Broncos
passeggiano su Washington e i playoff sembrano già una chimera.
Chimera,
che diventerà miraggio, utopia, delusione, tracollo con l'andare
delle successive otto partite, che chiudono la stagione con una
striscia poco invidiabile di otto sconfitte consecutive. Un quarto
delle vittorie complessive stagionali (24) di Cowboys, Giants,
Vikings e Falcons arriverà proprio contro i Redskins, mentre squadre
da playoff come Eagles, Niners e Chiefs chiudono, con vittorie a dir
poco nette, un ciclo di quasi due mesi di soli KO per il team di Mike
Shanahan. Dopo che tre delle sue quattro stagioni da head coach al DC
si sono chiuse all'ultimo posto dell'NFC East, ecco che è arrivato
puntuale l'esonero, soprattutto perché ci si aspettava davvero
qualcosa in più in questa ultima annata. Jay Gruden sarà al primo
incarico da capo allenatore, dopo il successo nel Super Bowl XXXVII
come assistente dell'attacco dei Buccaneers e essere stato capo
allenatore dell'attacco ai Bengals nelle ultime due stagioni. Il
47enne di Tampa avrà il compito di riportare una squadra che
sembrava costruita per vincere, e anche parecchio, a livelli ben
lontani dal nefasto 3-13 con cui si è conclusa questa stagione,
sperando che tra Draft e free agency arrivino gli ultimi tasselli
utili a completare un team che sembra, nel complesso, di buonissimo
livello. Sperando poi, soprattutto, che Griffin possa uscire dal
tunnel in cui è entrato dopo il grave infortunio al ginocchio.
Qual
era l'obiettivo di Washington per questa stagione? Andare oltre quel
crack, oltre quella bigia notte dei playoff di due stagioni fa, oltre
quel solo, grande punto interrogativo. Qual è l'obiettivo di
Washington per la stagione che inizierà a settembre? Sperare che
quella bigia notte e quel grande punto interrogativo possano, prima o
poi, avere fine.
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