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of the East
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Team: New York Knicks
Una
settimana fa erano con un piede nel fosso, oggi hanno fatto quattro
passi importanti per risalire e, forse, c’è luce in fondo al
tunnel. Una netta vittoria a Minneapolis, un’ancor più netta
affermazione al Madison contro i Jazz, un successo convincente a
Cleveland per allontanare, seppur di poco, i Cavs, ed infine la
vittoria facile ma mai scontata per questi Knicks, contro i Sixers.
La lotta per l’ottavo posto, ora, si è infiammata anche ad Est.
New York (25-40), Detroit (24-39) e Cleveland appunto (24-40) sono
tutte all’inseguimento disperato degli Hawks (27-35), anche se
neppure i Bobcats (30-34) possono stare tranquilli. Un ottimo Carmelo
Anthony, un grande Amar’e Stoudamire e il ritorno decisivo di Tyson
Chandler hanno ridato linfa ai Knicks e aperto una striscia vincente
che, se continuasse, potrebbe decidere la loro stagione per il
meglio. A meno di 20 partite dalla fine della regular season non si
può più fare calcoli e, soprattutto, non si può più sbagliare.
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Player: Joakim Noah
Se
i Bulls sono al quarto posto complessivo ad Est, con una sola
sconfitta in più dei Raptors, terzi, anche senza Derrick Rose, molto
lo devono alla loro guardia… ehm al loro centro, Joakim Noah.
L’errore, per quanto voluto, potrebbe sembrare banale, ma le cifre
del francese nelle ultime cinque partite giocate parlano chiaro: 13.6
punti, 9.8 rimbalzi e 7.8 assist, con due triple doppie effettive ed
una tripla doppia mancata di tre assistenze nella vittoria
all’overtime sugli Heat. Non solo, perché Noah sta tirando poco
sotto il 60% dal campo e sta fornendo delle prove difensive
magistrali che hanno, tra le altre, tirato il freno ai Big Three
nell’ultima uscita di Chicago. Nonostante le sconfitte contro Nets
e Grizzlies, sono arrivate due vittorie contro Knicks e Pistons,
oltre alla recente già citata. Chi pensava che la stagione di
Chicago fosse stata segnata dal nuovo infortunio di Rose, non aveva
fatto i conti con Noah. E adesso, per chiunque si troverà di fronte
la squadra di Tim Thibodeau ai playoff, saranno dolori.
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of the West
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Team: Los Angeles Clippers
Attenzione,
perché i Clippers hanno deciso di rivoluzionare la graduatoria della
Western Conference, fino ai piani altissimi. E non hanno intenzione
di fermarsi. Sono otto adesso le vittorie consecutive, 45 i successi
totali a fronte di 20 sconfitte e sole 2.5 le partite da recuperare
sul primo posto, occupato dagli eterni Spurs. Dopo aver vinto in
maniera più che convincente a Phoenix, ecco che i Clippers
infliggono ai Lakers non solo una sconfitta nel derby, non solo la
peggior sconfitta di sempre nella stracittadina, davanti al pubblico
dello Staples Center, ma la debacle peggiore nella storia della
franchigia (-48), prendendosi pure una piccolissima rivincita sul
passato. Ecco poi il successo di misura sugli Hawks e la nuova
affermazione sui Suns. Se San Antonio (6 vittorie di fila) e Houston
(5) non fossero anch’esse in striscia vincente, per LA ci sarebbe
un posto assai migliore del quarto attuale. La vetta, però, è così
vicina che sarebbe un peccato non crederci fino in fondo. E
sorprendere, per la prima volta, tutta la NBA.
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Player: James Harden
I
Rockets stanno volando. Delle ultime 17 partite ne hanno vinte 15, di
cui le ultime cinque consecutivamente. Hanno raggiunto il terzo posto
nella Western Conference e, come i Clippers, sono a 2.5 partite dalla
vetta. Tutto può ancora succedere. Certo poi se in squadra c’è il
miglior giocatore a Ovest delle ultime due settimane di NBA, allora
si parte con una marcia in più. Dal 1 febbraio, Harden ha segnato 28
punti di media con il 48.7% dal campo, ha chiuso per tre volte a più
di 10 assist, di cui due nelle ultime cinque, e ha rubato per ben
sette volte 3 o più palloni. I recenti successi contro Pistons,
Heat, Magic, Pacers e Blazers, per altro con tre delle possibili e
probabili pretendenti al titolo, sono anche e soprattutto opera sua.
Ad Ovest, al momento, nessuna squadra è già sicura dei playoff e
men che meno c’è qualche team sicuro della posizione in cui si
trova al momento. I Rockets continueranno a volare fino al primo
posto o finiranno a metà graduatoria? Chiedetelo prima di tutto ad
Harden. James, Harden.
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SPURS
ON TOP:
chiamarli evergreen, ormai, non fa più nemmeno notizia. Sei vittorie
consecutive, nove nelle ultime dieci partite giocate, e gli Spurs
(46-16) volano in testa alla Western Conference, ricacciando indietro
gli attacchi di ogni avversario. Unica squadra della Lega con meno di
dieci sconfitte in trasferta (23-8, medesimo record che in casa), San
Antonio si è anche regalata un netto successo contro gli Heat (+24)
per “vendicare” la sconfitta delle scorse Finals. O per avvisare
che i texani, in ogni caso, ci sono ancora.
FIGHTING
GRIZZLIES:
la bella vittoria dello United Center, in una sfida dalle forti
emozioni difensive, contro i Bulls e la successiva contro i
sorprendenti Bobcats, ha portato a quattro le vittorie dei Grizzlies
nelle ultime cinque partite giocate, che diventano poi nove se si
analizzano le ultime dodici. Il record (39-29), oggi, è da playoff
con l’ottavo posto nelle mani, ma Phoneix, nona, insegue a una
sconfitta di distacco. Occhi ben aperti, se si vuole proseguire la
stagione.
Worst
of the East
Worst
Team: Detroit Pistons
Altre
tre sconfitte di fila e fanno dieci nelle ultime dodici uscite dei
Pistons. Se si analizzano le quattro consecutive prima della vittoria
sui Knicks, almeno Detroit ha l’alibi di averle subite da quattro
squadre che, con tutta probabilità, faranno i playoff nella
durissima Western Conference. Dopo la vittoria su New York è
arrivata una nuova debacle contro i Bulls, accettabile, anche se, per
andare ai playoff, battere qualche team con un record vincente, ogni
tanto, servirebbe. Le ultime due, però, al cospetto dei T-Wolves,
già fuori da ogni discorso per la post-season ad Ovest, e dei
Celtics, in una stagione di transizione e piena ricostruzione, non
hanno nessuna scusante. Ad oggi, il record di 24-39 in maniera
incredibile non li condanna, visto che Atlanta ha deciso di farsi del
male da sola nell’ultimo periodo. Certo una squadra che ha un
record di molto negativo tanto in casa (14-20), quanto in trasferta
(10-19), ai playoff non potrà certo fare molta strada. Ma sarebbe
già qualcosa.
Worst
Player: Luol Deng
Cleveland
sta avendo una stagione da mal di mare. Deng, che doveva essere il
timoniere a salvare la nave, si sta dimostrando un marinaio dalla
scarsa esperienza, troppo poco per riportare i Cavs sani e salvi a
riva. Dopo le cinque vittorie consecutive di febbraio, che seguivano
a una striscia di sei sconfitte, ecco altre tre disfatte e due
successi. Marzo doveva cominciare con i migliori auspici se si voleva
sperare in qualcosa di grande. Ed invece Cleveland ha gettato
nuovamente tutto al vento con quattro sconfitte contro Grizzlies,
Spurs, Bobcats e Knicks. Deng ha tirato oltre il 35% dal campo e
segnato più di 15 punti solamente contro San Antonio, mentre la
media nelle restanti tre è di 10 punti con il 30.2% al tiro, con
poco più di 6 rimbalzi e 2 assist. Se i Cavs avessero messo in
cascina anche solo la metà dei match citati in precedenza, sarebbero
loro ora i primissimi inseguitori degli Hawks per i playoff. Sembra
proprio, però, che quest’anno in Ohio si sia abbonati al
naufragio.
Worst
of the West
Worst
Team: Phoenix Suns
Che
sia la franchigia dell’Arizona la vittima designata ad abbandonare
la stagione anzitempo e chiudere al nono posto in Western Conference?
Con due sconfitte di fila, sei nelle ultime nove giocate, i Suns si
sono messi nei guai. Ora, a quota 36-27, sono a una sconfitta di
distanza dai Grizzlies ottavi e a una partita e mezzo dai Mavericks
settimi, anche se tutto, come ben sappiamo, può ancora succedere in
questi ultimi match di regular season. Se non si può accusare
Phoenix per le ultime tre sconfitte contro Warriors e Clippers due
volte, certo bisognerà vedere quanto peseranno invece le due
precedenti contro T-Wolves e Jazz. Sarebbe un peccato non vederli ai
playoff in una stagione così sorprendente e non ammirare, anche in
post-season, i progressi straordinari di Goran Dragic (20.6 punti e
6.2 assist di media), le magie di Gerald Green e le prestazioni di
questa frizzante squadra. I prossimi impegni non sembrano proibitivi
in casa Suns. Servirà vincerle tutte.
Worst
Player: Reggie Jackson
I
Thunder, con le due recenti sconfitte al cospetto di Suns e Lakers,
hanno perso la vetta ad Ovest. Colpa dei cinque KO nelle ultime otto
uscite, che hanno lasciato via libera agli Spurs, in serie positiva.
Se Kevin Durant sta continuando una stagione straordinaria, forse da
miglior giocatore della Lega, e Russell Westbrook è tornato a pieno
ritmo, sfornando delle ottime prestazioni, Reggie Jackson, invece,
sembra aver sofferto il rientro del compagno. Oltre al minutaggio ben
più risicato, quasi 10 minuti in meno sul parquet nelle ultime sette
partite rispetto alle sette precedenti, Jackson, nelle cinque
sconfitte di cui si parlava sopra, ha messo a segno solamente 8.8
punti, tirando con il 34.9% dal campo, con 3 assist di media e
mettendo in mostra solo in parte le ottime qualità che possiede.
Certo se per i Thunder il rientro di Westbrook non può che essere
una notizia positiva, altrettanto, forse, non potrà dire Jackson.
Ora, però, c’è da pensare solo a come riottenere la vetta ora.
Worst
of the Rest
NOT
USUAL PACERS:
che sta succedendo ad Indiana? Quattro sconfitte consecutive e primo
posto a serio rischio anche se, ultimamente, pure gli Heat viaggiano
a corrente alternata. Se contro i Warriors è arrivata una sconfitta
di misura, Bobcats, Rockets e Mavericks hanno invece passeggiato su
quella che è sempre stata, negli ultimi tempi, una delle migliori
difese di tutta la NBA. L’obiettivo playoff è già stato
raggiunto, ma i Pacers avevano messo in programma la testa della
graduatoria. Occhio a non perderla.
SIXERS-LAKERS?
NOT ANYMORE:
dato il recente ritiro della maglia numero 3 di Allen Iverson, si è
parlato spesso di quelle Finals del 2001, che hanno visto di fronte
Sixers e Lakers. Ad oggi, queste due nobili decadute, stanno lottando
solamente per un obiettivo ben diverso: l’ultimo posto, ad Est e ad
Ovest rispettivamente. Diciassette sono le sconfitte consecutive di
Philadelphia (15-48), mentre per Los Angeles (22-42) è arrivata la
peggior disfatta di sempre, per altro in un derby contro i Clippers.
Basterà abbandonarsi ai ricordi?
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