Ad
un mese circa dall’inizio del campionato è giusto tirare le prime
somme su quello che sta accadendo nei palazzetti della nostra Serie
A, evidenziando soprattutto i profili di coloro che per quello che
hanno dimostrato fino adesso, in meglio e in peggio, si sono messi in
mostra.
I
MIGLIORI
Matt
Walsh
Trentuno
anni tra un paio di settimane, Matt Walsh può essere considerata la
maggiore sorpresa di questo inizio di campionato. Le doti del ragazzo
non si discutono ma ciò che sta dimostrando va oltre le più rosee
previsioni. Infatti le cifre parlano di 17,6 punti e 18 di
valutazione di media e Bologna deve ringraziare il lavoro della
guardia/ala di Holland per la sua ottima posizione in classifica.
Walsh ha frequentato la Germantown Academy di Fort Washington e si
distingue all’University of Florida di Gainsville dove vince una
borsa di studio per meriti sportivi e trascina la sua squadra alla
conquista del campionato. Nel 2005 tenta la sorte in NBA ma non viene
scelto al draft; nonostante questo riesce a firmare un contratto con
i Miami Heat da free-agent ma la sua esperienza si
chiude dopo 2 punti in 2 partite e pochissimi istanti sul parquet.
L’anno di svolta è il 2006 quando decide di partire per il vecchio
continente ed è proprio qui che prima con l’Olimpia Larissa
(Grecia) e poi con il Manresa (Spagna) è protagonista di due
stagioni da assoluto protagonista. Il suo personale palmares inizia a
riempirsi in terra belga dove vince campionati e coppa nazionale con
lo Spirou Charleroi e, dopo molto peregrinare tra Grecia, Francia,
Spagna e Ucraina, ritorna a Charleroi. Dopo 15 partite e 18.9 punti
di media viene acquistato dal Bamberg, con cui vince il campionato
tedesco e gioca l’Eurolega. A Bologna è arrivato con l’etichetta
dell’usato sicuro ma sta dimostrando di essere e di poter dare più
di quello che gli si è chiesto all’inizio della stagione. Per
quanto tempo la Virtus riuscirà a stare tra le prime della classe
non lo possiamo sapere ma se a Casalecchio di Reno si continuerà a
sognare beh, il protagonista del sogno sarà sicuramente lui.
Joe
Ragland
Giovane
play di Cantù, Ragland in poco tempo è riuscito a conquistare il
cuore dei suoi tifosi. È stato infatti preso in prestito dal Murcia
(Spagna) per giocare le ultime partite della scorsa stagione regolare
e i play-off a cui Cantù avrebbe sicuramente partecipato. Il colpo
del DS Della Fiori si rivela sin da subito tra quelli più riusciti:
il ragazzo di West Springfield infatti inizia a macinare cifre e
percentuali sopra la media. Uscito dal college nel 2012 viene
ingaggiato dalla squadra spagnola dove segna 11,3 punti di media. A
Cantù si accorgono di lui e il ragazzo ben presto riesce a scippare
il posto in quintetto a Tabu. Le ottime partite dell’anno scorso
hanno fatto in modo che la dirigenza decidesse di acquistare il
giocatore a titolo definitivo e l’inizio di questa stagione è
stato a dir poco esaltante: i 19,2 punti di media con il 51,9% da 3 e
il 20.8 di valutazione parlano da soli. L’atletismo e la faccia
tosta che Ragland mette in campo sono le armi che questo ragazzo sta
usando per battere costantemente i pari ruolo. Se Cantù è in testa
al campionato con una squadra che sulla carta è inferiore ad altre è
anche grazie all’alchimia che coach Sacripanti (canturino doc)
è riuscito a infondere e al gioco che intorno a Ragland e Aradori
(ottimo inizio anche per lui) si sviluppa.
Jerome
Dyson
A
vedere la sua storia cestistica da lui questo ce lo si sarebbe potuto
aspettare. Ma è soprattutto la costanza che sta dimostrando quello
che più impressiona e che ha portato Brindisi ad essere tra le
squadre migliori del nostro campionato. Nato a Rockville 26 anni fa,
frequenta l’Università del Connecticut dove si mette in luce ma
l’exploit lo fa in NBDL con i Tulsa 66ers; grazie alle sue
prestazioni viene anche convocato nella nazionale USA per i Giochi
Panamericani del 2011. La grande occasione arriva nell’estate dello
stesso anno quando firma un contratto in NBA con i New Orleans
Hornets con i quali disputa 9 partite per un totale di 67 punti
segnati in 20 minuti di utilizzo di media. Anche lui come molti altri
suoi compatrioti decide di sbarcare in Europa e di farlo in Israele,
campionato dove in molti riescono a mettersi in luce. Viene scelto
dall’Hapoel Holon, squadra che al campionato italiano ha dato
anche, tra tutti, Bryant Dunston, con cui gioca un campionato da
protagonista crivellando i canestri avversari con 20.4 punti di
media. Arriva a Brindisi la scorsa estete agli ordini di coach
Piero Bucchi, che può contare anche su altri ottimi americani come
Ron Lewis (altro ex Hapoel Holon) e Michael Snaer e su elementi dal
buon rendimento come Delroy James e Folarin Campbell. Ciò che è
apparso fondamentale fino a questo momento è stato il fatto che ogni
domenica la squadra ha trovato un protagonista assoluto e in effetti,
se si guardassero le cifre delle scorse stagioni degli uomini su cui
coach Bucchi può contare, si potrebbe vedere come il roster di
quest’anno seppur inesperto del nostro campionato, potrebbe
riservare grandi sorprese grazie alle sue innumerevoli (e precise)
bocche da fuoco.
I
PEGGIORI
Donell
Taylor
Venezia
non sta attraversando un buon periodo da quando è iniziato il
campionato e l’esonero di coach Mazzon, che in effetti con i roster
a sua disposizione in questi due anni non ha mai impressionato, è
stata la conferma della voglia di rinnovare e di vincere della
proprietà veneziana. La Reyer ha costruito una squadra molto
competitiva con molti innesti di primo livello e uno di questi colpi
è stato proprio Quence Donell Taylor II. Dopo due anni a Reggio
Emilia in cui ha trascinato la squadra prima in Serie A e poi a
play-off approda in laguna col titolo di miglior marcatore della
stagione. Nato a Washington gioca in NCAA con l’UAB e nel 2005
approda in NBA dove rimane per due stagioni collezionando però poche
apparizioni. In Europa gioca in Grecia e Belgio prima di approdare in
Italia, a Casale Monferrato, squadra che porterà in Serie A e da cui
si trasferirà in Emilia. Le cifre di questi ultimi anni hanno
dimostrato come Donell possa essere spesso l’ago della bilancia per
i suoi e monta quasi la tristezza pensando che quest’anno in 5
giornate ha complessivamente realizzato 13 di valutazione (2.6 a
partita) e il 19,1% da 3, quando negli ultimi anni è stato sempre
abbondantemente sopra il 45%. Un giocatore da ritrovare dunque, che
deve utilizzare tutta la sua maturità ed esperienza per poter venire
fuori da questa imbarazzante situazione che da un giocatore come lui
non ci saremmo mai aspettati.
Taquan
Dean
Mano
morbidissima, uno dei migliori prospetti della sua annata (classe
1983) negli anni del college, uno dei protagonisti della NCAA nel
quadriennio 2002-2006 a Louisville, un bombardiere passato da Russia,
Spagna e Grecia dopo essere sbarcato a Biella per poi tornare in
Italia, ad Avellino questa volta, nel 2010. La sua caratteristica
principale è la precisione dai 6,75 metri, che lo ha contraddistinto
negli anni e ha convinto la società irpina ad affidarsi a lui anche
dopo l’infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo da gioco per
alcuni mesi. Oggi però Dean è la brutta copia del giocatore visto
in questi anni. Tirare con meno del 26% da 3 non è quello che coach
Vitucci gli chiede e desidera da lui. Nonostante la partenza in
salita della Scandone in questa stagione pian piano i lupi stanno
iniziando a trovare una buona personalità di squadra ma Dean,
eccetto per l’exploit contro Cantù, si ritrova ad essere sempre
più ai margini del gioco con cifre ingiuste per un giocatore del suo
calibro. Dovrà essere bravo Vitucci ad aspettare un ragazzo che
nelle scorse stagioni ha sempre dimostrato di saper fare canestro e
di avere un rendimento elevato, lavorando allo stesso modo visto a
Varese quando Sakota, balbettante per tutta la stagione, divenne il
trascinatore della Cimberio nell’ultimo periodo della stagione
regolare e nel play-off.
C.J.
Wallace
Milano
è la grande favorita di quest’anno a detta della maggior parte, se
non della quasi totalità, degli addetti ai lavori e nonostante la
partenza non proprio brillantissima il giudizio di certo non è
cambiato. Luca Banchi cercherà di vincere il secondo titolo
consecutivo dopo quello dell’anno scorso a Siena e la squadra che
la coppia Proli – Portaluppi gli ha messo a disposizione non è
inferiore a nessuno in Italia e può giocarsela alla pari con quasi
tutte le squadre in Eurolega. Ma tra i protagonisti di questa prima
parte di stagione non figura il nome dell’ala/centro nata ad
Atlanta e naturalizzata congolese. Wallace infatti sta trovando
grandi problemi nel nostro campionato e la cosa è alquanto strana
per un giocatore di primo livello quale ha sempre dimostrato di
essere. Il numero 30 dell’EA7 dopo quattro anni a Princeton in NCAA
passa al Bremerhaven in Germania dove riesce ad attirare l’attenzione
degli esperti di mercato nostrani, tanto che Capo d’Orlando e
Treviso sono le successive tappe della sua carriera. Nel 2010 si
trasferisce in Spagna al Gran Canaria e le sue buone prestazioni lo
portano ad indossare la maglia blaugrana del Barcellona. Le ultime
due stagioni in Catalogna portano C.J. all’apice della sua carriera
e dopo aver infarcito la sua bacheca di trofei si trasferisce
nell’estate di quest’anno all’ombra del Duomo. Per un giocatore
arrivato da Barcellona le aspettative sono ben diverse rispetto a ciò
che ogni domenica C.J. dimostra: le cifre non sono troppo lontane da
quelle delle ultime stagioni ma a Milano il suo ruolo deve essere
quello del protagonista e non dell’ottimo gregario. Ci si aspetta
molto da un giocatore della sua esperienza, non cifre stratosferiche
e prestazioni monstre, ma soprattutto una solidità
in area che Milano deve trovare per poter competere ai vertici in
ambito nazionale e non solo.
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