martedì 19 novembre 2013

BASKET SERIE A : MIGLIORI E PEGGIORI FINORA

Ad un mese circa dall’inizio del campionato è giusto tirare le prime somme su quello che sta accadendo nei palazzetti della nostra Serie A, evidenziando soprattutto i profili di coloro che per quello che hanno dimostrato fino adesso, in meglio e in peggio, si sono messi in mostra.

I MIGLIORI

Matt Walsh

Trentuno anni tra un paio di settimane, Matt Walsh può essere considerata la maggiore sorpresa di questo inizio di campionato. Le doti del ragazzo non si discutono ma ciò che sta dimostrando va oltre le più rosee previsioni. Infatti le cifre parlano di 17,6 punti e 18 di valutazione di media e Bologna deve ringraziare il lavoro della guardia/ala di Holland per la sua ottima posizione in classifica. Walsh ha frequentato la Germantown Academy di Fort Washington e si distingue all’University of Florida di Gainsville dove vince una borsa di studio per meriti sportivi e trascina la sua squadra alla conquista del campionato. Nel 2005 tenta la sorte in NBA ma non viene scelto al draft; nonostante questo riesce a firmare un contratto con i Miami Heat da free-agent ma la sua esperienza si chiude dopo 2 punti in 2 partite e pochissimi istanti sul parquet. L’anno di svolta è il 2006 quando decide di partire per il vecchio continente ed è proprio qui che prima con l’Olimpia Larissa (Grecia) e poi con il Manresa (Spagna) è protagonista di due stagioni da assoluto protagonista. Il suo personale palmares inizia a riempirsi in terra belga dove vince campionati e coppa nazionale con lo Spirou Charleroi e, dopo molto peregrinare tra Grecia, Francia, Spagna e Ucraina, ritorna a Charleroi. Dopo 15 partite e 18.9 punti di media viene acquistato dal Bamberg, con cui vince il campionato tedesco e gioca l’Eurolega. A Bologna è arrivato con l’etichetta dell’usato sicuro ma sta dimostrando di essere e di poter dare più di quello che gli si è chiesto all’inizio della stagione. Per quanto tempo la Virtus riuscirà a stare tra le prime della classe non lo possiamo sapere ma se a Casalecchio di Reno si continuerà a sognare beh, il protagonista del sogno sarà sicuramente lui. 


Joe Ragland

Giovane play di Cantù, Ragland in poco tempo è riuscito a conquistare il cuore dei suoi tifosi. È stato infatti preso in prestito dal Murcia (Spagna) per giocare le ultime partite della scorsa stagione regolare e i play-off a cui Cantù avrebbe sicuramente partecipato. Il colpo del DS Della Fiori si rivela sin da subito tra quelli più riusciti: il ragazzo di West Springfield infatti inizia a macinare cifre e percentuali sopra la media. Uscito dal college nel 2012 viene ingaggiato dalla squadra spagnola dove segna 11,3 punti di media. A Cantù si accorgono di lui e il ragazzo ben presto riesce a scippare il posto in quintetto a Tabu. Le ottime partite dell’anno scorso hanno fatto in modo che la dirigenza decidesse di acquistare il giocatore a titolo definitivo e l’inizio di questa stagione è stato a dir poco esaltante: i 19,2 punti di media con il 51,9% da 3 e il 20.8 di valutazione parlano da soli. L’atletismo e la faccia tosta che Ragland mette in campo sono le armi che questo ragazzo sta usando per battere costantemente i pari ruolo. Se Cantù è in testa al campionato con una squadra che sulla carta è inferiore ad altre è anche grazie all’alchimia che coach Sacripanti (canturino doc)  è riuscito a infondere e al gioco che intorno a Ragland e Aradori (ottimo inizio anche per lui) si sviluppa.

Jerome Dyson

A vedere la sua storia cestistica da lui questo ce lo si sarebbe potuto aspettare. Ma è soprattutto la costanza che sta dimostrando quello che più impressiona e che ha portato Brindisi ad essere tra le squadre migliori del nostro campionato. Nato a Rockville 26 anni fa, frequenta l’Università del Connecticut dove si mette in luce ma l’exploit lo fa in NBDL con i Tulsa 66ers; grazie alle sue prestazioni viene anche convocato nella nazionale USA per i Giochi Panamericani del 2011. La grande occasione arriva nell’estate dello stesso anno quando firma un contratto in NBA con i New Orleans Hornets con i quali disputa 9 partite per un totale di 67 punti segnati in 20 minuti di utilizzo di media. Anche lui come molti altri suoi compatrioti decide di sbarcare in Europa e di farlo in Israele, campionato dove in molti riescono a mettersi in luce. Viene scelto dall’Hapoel Holon, squadra che al campionato italiano ha dato anche, tra tutti, Bryant Dunston, con cui gioca un campionato da protagonista crivellando i canestri avversari con 20.4 punti di media. Arriva a Brindisi  la scorsa estete agli ordini di coach Piero Bucchi, che può contare anche su altri ottimi americani come Ron Lewis (altro ex Hapoel Holon) e Michael Snaer e su elementi dal buon rendimento come Delroy James e Folarin Campbell. Ciò che è apparso fondamentale fino a questo momento è stato il fatto che ogni domenica la squadra ha trovato un protagonista assoluto e in effetti, se si guardassero le cifre delle scorse stagioni degli uomini su cui coach Bucchi può contare, si potrebbe vedere come il roster di quest’anno seppur inesperto del nostro campionato, potrebbe riservare grandi sorprese grazie alle sue innumerevoli (e precise) bocche da fuoco.


I PEGGIORI

Donell Taylor

Venezia non sta attraversando un buon periodo da quando è iniziato il campionato e l’esonero di coach Mazzon, che in effetti con i roster a sua disposizione in questi due anni non ha mai impressionato, è stata la conferma della voglia di rinnovare e di vincere della proprietà veneziana. La Reyer ha costruito una squadra molto competitiva con molti innesti di primo livello e uno di questi colpi è stato proprio Quence Donell Taylor II. Dopo due anni a Reggio Emilia in cui ha trascinato la squadra prima in Serie A e poi a play-off approda in laguna col titolo di miglior marcatore della stagione. Nato a Washington gioca in NCAA con l’UAB e nel 2005 approda in NBA dove rimane per due stagioni collezionando però poche apparizioni. In Europa gioca in Grecia e Belgio prima di approdare in Italia, a Casale Monferrato, squadra che porterà in Serie A e da cui si trasferirà in Emilia. Le cifre di questi ultimi anni hanno dimostrato come Donell possa essere spesso l’ago della bilancia per i suoi e monta quasi la tristezza pensando che quest’anno in 5 giornate ha complessivamente realizzato 13 di valutazione (2.6 a partita) e il 19,1% da 3, quando negli ultimi anni è stato sempre abbondantemente sopra il 45%. Un giocatore da ritrovare dunque, che deve utilizzare tutta la sua maturità ed esperienza per poter venire fuori da questa imbarazzante situazione che da un giocatore come lui non ci saremmo mai aspettati.

Taquan Dean

Mano morbidissima, uno dei migliori prospetti della sua annata (classe 1983) negli anni del college, uno dei protagonisti della NCAA nel quadriennio 2002-2006 a Louisville, un bombardiere passato da Russia, Spagna e Grecia dopo essere sbarcato a Biella per poi tornare in Italia, ad Avellino questa volta, nel 2010. La sua caratteristica principale è la precisione dai 6,75 metri, che lo ha contraddistinto negli anni e ha convinto la società irpina ad affidarsi a lui anche dopo l’infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo da gioco per alcuni mesi. Oggi però Dean è la brutta copia del giocatore visto in questi anni. Tirare con meno del 26% da 3 non è quello che coach Vitucci gli chiede e desidera da lui. Nonostante la partenza in salita della Scandone in questa stagione pian piano i lupi stanno iniziando a trovare una buona personalità di squadra ma Dean, eccetto per l’exploit contro Cantù, si ritrova ad essere sempre più ai margini del gioco con cifre ingiuste per un giocatore del suo calibro. Dovrà essere bravo Vitucci ad aspettare un ragazzo che nelle scorse stagioni ha sempre dimostrato di saper fare canestro e di avere un rendimento elevato, lavorando allo stesso modo visto a Varese quando Sakota, balbettante per tutta la stagione, divenne il trascinatore della Cimberio nell’ultimo periodo della stagione regolare e nel play-off.

C.J. Wallace

Milano è la grande favorita di quest’anno a detta della maggior parte, se non della quasi totalità, degli addetti ai lavori e nonostante la partenza non proprio brillantissima il giudizio di certo non è cambiato. Luca Banchi cercherà di vincere il secondo titolo consecutivo dopo quello dell’anno scorso a Siena e la squadra che la coppia Proli – Portaluppi gli ha messo a disposizione non è inferiore a nessuno in Italia e può giocarsela alla pari con quasi tutte le squadre in Eurolega. Ma tra i protagonisti di questa prima parte di stagione non figura il nome dell’ala/centro nata ad Atlanta e naturalizzata congolese. Wallace infatti sta trovando grandi problemi nel nostro campionato e la cosa è alquanto strana per un giocatore di primo livello quale ha sempre dimostrato di essere. Il numero 30 dell’EA7 dopo quattro anni a Princeton in NCAA passa al Bremerhaven in Germania dove riesce ad attirare l’attenzione degli esperti di mercato nostrani, tanto che Capo d’Orlando e Treviso sono le successive tappe della sua carriera. Nel 2010 si trasferisce in Spagna al Gran Canaria e le sue buone prestazioni lo portano ad indossare la maglia blaugrana del Barcellona. Le ultime due stagioni in Catalogna portano C.J. all’apice della sua carriera e dopo aver infarcito la sua bacheca di trofei si trasferisce nell’estate di quest’anno all’ombra del Duomo. Per un giocatore arrivato da Barcellona le aspettative sono ben diverse rispetto a ciò che ogni domenica C.J. dimostra: le cifre non sono troppo lontane da quelle delle ultime stagioni ma a Milano il suo ruolo deve essere quello del protagonista e non dell’ottimo gregario. Ci si aspetta molto da un giocatore della sua esperienza, non cifre stratosferiche e prestazioni monstre, ma soprattutto una solidità in area che Milano deve trovare per poter competere ai vertici in ambito nazionale e non solo. 




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