Il week 11 della NFL non è stato un
fine settimana facile per gli arbitri. Nelle partite 49ers-Saints e
Patriots-Panthers ci sono state due decisioni fortemente contestate e che hanno
lasciato un segno importante nel prosieguo del match. La nostra attenzione si
focalizza su quella che ha fatto più discutere, perché legata al tema più ampio
delle regole restrittive sui giocatori difensivi: il personal foul chiamato ad
Ahmad Brooks, outside linebacker dei San Francisco 49ers, sul sack portato a
Drew Brees, quarterback dei New Orleans Saints.
E’ bello ed importante che la NFL si impegni a proteggere
l’incolumità dei suoi atleti, nel tempo si sono rese necessarie delle
contromisure per prevenire i contatti pericolosi e permettere ai giocatori di
avere una vita serena una volta finita la carriera. Il tema delle “concussions”
rimane attualissimo nei dibattiti tra lega e giocatori. Quello che bisogna
sottolineare è, però, che la maggior parte delle regole protettive, in special
modo quelle sui quarterback, sono difficilissime da seguire per i difensori.
Il motivo? La velocità e la forza che
questi possiedono. Ed essendo superatleti stiamo parlando di velocità e forza alla
loro massima espressione. Ahmad Brooks, l’uomo al centro dell’attenzione, è un
atleta di 191 cm
per 117 kg,
in pratica una montagna di muscoli. Il prototipo del pass-rusher sappiamo
essere la leggenda dei Giants Lawrence Taylor, nessuno era meglio di lui sul
terreno di gioco nell’andare contro i quarterback. Giocava come un toro
scatenato, con una forza tale che spesso distruggeva letteralmente gli
avversari contro cui si scagliava. Fisicamente Brooks è più pesante di Taylor (117 kg a 108 kg) , ma decisamente più
rapido (corre le 40 yard
in 4.6 secondi). Dunque, ipoteticamente, Brooks potrebbe anche essere più
distruttore di quanto non fosse Taylor, la differenza risiede nel fatto che
Brooks non può semplicemente fare ciò che faceva il suo collega negli anni ’80.
Tutta la forza e la velocità che il numero 55 dei 49ers, o qualunque altro dei
suoi colleghi, possiede, deve essere incanalata in una precisa aerea del corpo
del quarterback, altrimenti viene fischiata una penalty.
Scendiamo nel profondo del “caso
Brooks”. Siamo nel quarto quarto, a meno di tre minuti dalla fine, i Saints
sono già nella metà campo avversaria e San Francisco deve impedirgli di
segnare, essendo il vantaggio ridotto ad appena tre punti. In situazione di
“3rd&2”, Brooks parte con un tempismo perfetto e brucia col primo passo il
tackle destro, Zach Strief, arrivando dal lato cieco di Brees. Il colpo è
talmente forte da atterrare il numero 9 dei Saints e fargli perdere la palla,
prontamente recuperata da Patrick Willis, ma l’arbitro Tony Corrente lancia
subito una flag. Viene fischiato un “personal foul” a Brooks per aver placcato
al collo il quarterback, con l’aggravante delle 15 yard di penalità
previste dal regolamento che portano i Saints in una posizione più che
favorevole, da cui poi deriverà il pareggio.
Veniamo al punto. Brooks esegue un
tackle perfetto tecnicamente, non colpisce Brees con il casco o con le mani e
non lo colpisce al collo soprattutto, bensì lo placca alle spalle con le
braccia in maniera molto dura, come d’altronde richiede il suo ruolo. Il fatto
che il collo esegua quel movimento inquietante che si nota in slow motion è una
conseguenza della forza e della velocità a cui avviene l’impatto, non
direttamente del colpo. Se lo stesso sack fosse stato portato su quarterback
come Peyton Manning o Joe Flacco, alti quasi due metri, sarebbe stato in pieno
petto, ma essendo Drew Brees alto poco più di 180 cm è normale che avvenga
in un punto diverso. Non si può certo chiedere a Brooks di abbassarsi
all’altezza del petto del quarterback dei Saints per sackarlo. La cosa più imbarazzante
poi è stata la reazione di Brees che, una volta colpito, ha chiesto che Brooks
venisse punito per averlo placcato duramente. Ma siamo nella NFL o sbaglio? Si
sta giocando a football americano, è normale che avvengano colpi duri, come ci
si può lamentare per essere stati colpiti e aver perso un po’ di sangue dal
labbro?
Fatto sta che Brooks è stato multato
dalla lega per la somma di 15.750$ e pur frustato per la penalità, da buon
professionista, si è detto disposto a pagare la multa, rifiutando l’aiuto
economico di Ray Lewis e Ted Bruschi che si erano chiaramente schierati a suo
favore, proponendo di pagare metà della cifra.
Il tema dei colpi e delle relative
sanzioni applicabili è più che mai attuale nella NFL. Goodell e i suoi, tramite
la multa a Brooks, hanno fatto chiaramente intendere di essersi schierati dalla
parte dell’incolumità dei giocatori che, ci tengo a sottolineare, è
giustissimo. Bisogna però stare attenti a non snaturare troppo il gioco del
football e a dare anche ai difensori la possibilità di eseguire il loro lavoro
al meglio. Sia chi gioca in attacco che chi gioca in difesa ha diritto ad avere
la stessa possibilità di esprimere nel migliore dei modi il suo compito, non
bisogna basarsi su preconcetti legati al fisico. Il football americano è uno
sport duro e chi gioca in NFL, ma non solo, sa benissimo che i colpi violenti
possono arrivare, fa parte della natura stessa di questo sport e perciò, pur dovendo
fare (e ripeto, giustissimo) il possibile per salvaguardare l’incolumità presente
e futura dei giocatori, bisogna comunque preservare l’essenza del nostro
bellissimo sport.
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