domenica 29 dicembre 2013

DANIEL ADONGO: UNSTOPPABLE



Cincinnati, domenica 8 dicembre, week 14 della NFL. Si sta giocando una partita di regular season con importanti implicazioni per i playoff. Sono in campo gli special team di Indianapolis Colts e Cincinnati Bengals. La palla viene calciata in aria da Mike Nugent, kicker dei Bengals, compie tutta la sua parabola, fino a cadere nella mani di un ragazzo del Kenya che, appena quattro mesi prima, non sapeva nemmeno come indossare il paraspalle: Daniel Adongo. 



Daniel ha compiuto una delle trasformazioni più emozionanti che il football americano abbia mai visto. Grazie ad un’impressionante etica lavorativa, un’enorme forza di volontà ed un fisico che sembra sia stato scolpito nel marmo, è passato, in soli quattro mesi, dall’essere una stella del rugby professionistico ad un linebacker NFL. Nessuno avrebbe pensato che potesse mettere piede in campo in questa stagione, eppure Adongo, lavorando costantemente per reprimere i suoi istinti da rugbista, è riuscito in un’impresa davvero storica.  

Il ventiquattrenne keniota ha visto premiati i suoi sforzi in allenamento proprio in un match importante come Colts – Bengals, nel quale ha giocato una dozzina di snap negli special team, in situazioni di kickoff, kickoff return e punt return. Ha mostrato buoni blocchi, una notevole forza fisica e una grande reattività quando ha recuperato il calcio sopracitato che gli stava scivolando tra le braccia.     

Il general manager Ryan Grigson ha sempre creduto nelle potenzialità di Daniel e non si è mai spaventato di fronte al fatto che non avesse mai giocato a football. Quando, a luglio inoltrato, è arrivato al training camp dei Colts per il primo allenamento, direttamente dalle visite mediche, i coach non sapevano cosa fare con un ragazzo che faceva fatica a catturare la palla, che non conosceva nemmeno uno schema e tantomeno sapeva lanciare l’ovale. I giocatori lo guardavano con curiosità, avevano sentito parlare della sua forza bestiale, quasi distruttiva, ma sorridevano nel vederlo vestito con una maglietta coloratissima, arancione e gialla. I coach, per verificare le sue capacità, decisero di fargli provare i test basici, di tipo fisico. Sul salto in lungo da fermo ha fatto registrare 3.35 metri, una misura che sarebbe valsa la top 10 nel Combine 2013. Il secondo test a cui fu sottoposto fu il “3 cone drill”, uno slalom tra i coni per testare i cambi di direzione e la velocità dei piedi. Coach Chuck Pagano, osservando la potenza di Adongo, disse stupefatto a Grigson che i Colts potevano ritenersi fortunati ad averlo firmato, perché chiunque l’avesse visto avrebbe voluto accaparrarsi un’atleta di tal genere.



E ora dopo un lungo lavoro, iniziato nella practice squad dei Colts, Adongo è finalmente sceso in campo. I suoi compagni affermano che è sempre uno dei primi ad arrivare al campo di allenamento e sempre uno degli ultimi a lasciarlo, ha passato tutti i giovedì (suo giorno libero) al campo a guardare filmati delle partite e i suoi compagni provare gli schemi, il venerdì sera rimaneva fino a tardi coi coach della difesa per imparare il gioco il più velocemente possibile. Ha lavorato molto in palestra e ha aumentato la sua massa muscolare di 14 kg. Il suo tablet è pieno di highlights di altri giocatori da emulare, l’obbiettivo è quello di rendere Adongo un temibile pass rusher, veloce e mostruosamente forte.

E’ rispettato dai suoi compagni e riceve tutto l’aiuto di cui necessita, è un ragazzo onesto e disponibile per tutta la squadra. Bisogna pensare che oltre a non conoscere le regole ad inizio anno, scendere in campo a dicembre significa giocare con temperature basse, ma anche contro gli elementi Daniel ha dato prova di essere un ragazzo preparato. Prima della partita contro i Bengals si è allenato tutta settimana con una maglia a maniche corte sotto i paraspalle, anche se una tempesta di neve si stava abbattendo su Indianapolis. Il suo obbiettivo era quello di acclimatare il suo corpo alle temperature più basse mai provate.

Prima del match un suo compagno, Da’Rick Rogers, lo ha caricato dicendogli di mettere in campo la stessa intensità che metteva in allenamento, di giocare duro, giocare veloce e che nessuno avrebbe potuto fermarlo. Adongo arrivato allo stadio, ha trovato posto nello spogliatoio, si è seduto in disparte ascoltando la musica, pensando e ripensando a milioni di cose. 


 
La partita è stata fruttuosa, sarebbe stato bello se fosse sceso in campo come outside linebacker, per provare a sackare Dalton, ma ha dato comunque il suo importante contributo negli special team. Sulla sideline ha parlato spesso coi veterani, ammettendo come il gioco andasse molto più veloce che in allenamento. Finita la partita si è tolto casco e paraspalle e si è rimesso i suoi vestiti colorati. Sulla strada di casa sembrava tra le nuvole, aveva recuperato un calcio, schiantato a terra due avversari coi blocchi ed era entrato nel libro delle statistiche NFL.

Quello che doveva essere solo un sogno, si è materializzato. Siamo solo agli inizi, ma Daniel Adongo potrebbe diventare davvero un giocatore devastante, semplicemente: unstoppable.  

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