Sono
i “nonni” per i giovani aggregati in prima squadra, qualcuno
preferirebbe chiamarli “saggi” o “maestri”, sono i veri
capitani delle loro squadre, anche se non tutti indossano la fascia
virtuale. Sono i ragazzi degli anni ’70, quei giocatori del nostro
campionato, italiani e stranieri, che ancora si divertono sul parquet
e contribuiscono in maniera attiva ai risultati dei rispettivi team
nonostante ormai le primavere sulle spalle sono almeno 35.
Jaka
Lakovic e Valerio Spinelli
Del
’78 il primo, un anno più giovane il secondo, sono i 2 play della
Scandone. Lakovic, sloveno di Lubiana, ha giocato nelle squadre più
competitive d’Europa: Panathinaikos, Barcellona e Galatasaray.
Arrivato in Italia come grande colpo di mercato all’inizio del
2013, ha subito convinto tutti disputando una grande seconda parte di
stagione in Irpinia tra 13,7 punti e una dose industriale di assist.
Quest’anno invece non è riuscito ancora a ripetere le giocate del
campionato appena passato, complice anche l’inizio non esaltante
dei Lupi. Certo, un giocatore della sua caratura ed esperienza riesce
sempre a “salvare la faccia” grazie alle sue doti tecniche e alla
mano calda, ma da lui Vitucci si aspetta una leadership che porti i
bianco-verdi a competere tra le primissime posizioni.
Valerio
Spinelli è nato a Napoli 34 anni fa e, dopo una gavetta tra B1 e
Legadue, è ormai una presenza costante dei roster della
massima serie. Le sue cifre sono sensibilmente calate dagli anni
delle serie minori ma come play di riserva è un lusso di cui
Avellino può vantarsi. I suoi 6,7 punti di media della stagione
appena passata sono un buon biglietto da visita ma anche lui ha
risentito della partenza ad handicap di quest’anno scendendo in
tutte le percentuali. Giocatore caparbio, tornando sui suoi livelli,
probabilmente non toglierà minuti a Lakovic ma potrebbe portare
Avellino in quelle posizioni pronosticate ad inizio anno.
Marco
Mordente e Andrea Michelori
Anche
loro compagni di squadra e anche loro attivi in Campania. Due nomi
che in Italia sentiamo dalla stagione 1996-1997, entrambi ex
nazionali. Mordente, teramano quasi 35enne (il 7 gennaio), è una
guardia che ormai da due stagioni si è accasato in Campania. Inizia
a Milano e nella città meneghina tornerà 3 volte per un totale di 8
stagioni sotto il Duomo. Reggio Emilia (2 volte) e Treviso sono le
altre sue importanti tappe. In queste 3 città conquisterà 1
Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa e 1 promozione nella massima
serie. Nonostante l’età i minuti sul parquet sono quasi 25 e ciò
indica una condizione atletica e una freschezza fisica ancora
invidiabile per molti suoi coetanei. 8,7 punti di media con il 50% da
2 sono le sue cifre di quest’anno.
La
Pasta Reggia si è presentata ai nastri di partenza con una squadra
molto giovane in cui i fari al servizio di coach Lele Molin sono
2, Mordy in guardia e Miche sotto
canestro.
Andrea
Michelori al sud è sceso solo per andare a giocare nella Juve, prima
Milano, Biella, Cantù e Bologna. Il suo palmarès è doppio rispetto
a quello dell’amico Mordente ma in Nazionale la carriera è di sole
6 presenze ai Mondiali del 2006 con 4 punti di media. Ala/centro che
non ha mai raggiunto i 10 punti di media a campionato, quest’anno
si è destreggiato bene in qualche partita mentre in molte altre ha
patito l’atletismo e l’altezza maggiore di molti centri
avversari. La permanenza in Serie A è un obiettivo più che
abbordabile che Caserta non si farà certo sfuggire, sarà importante
il lavoro anche psicologico dei due veterani in particolare con i più
giovani.
Giacomo
Galanda
Il
Gek è stato uno dei giocatori più gloriosi della storia del basket
italiano. Nato a Udine nel gennaio del ’75 è stato uno dei perni
di Verona, Bologna e Siena, mentre è letteralmente idolatrato a
Varese, in cui è stato tra i protagonisti dello storico scudetto
dei Roosters nel ’99 (anno in cui ha vinto anche
gli Europei con la Nazionale) e in cui ha disputato anche una
stagione in Legadue. Ala/(ma soprattutto)centro l’anno prossimo
festeggerà i 20 anni di carriera professionistica e c’è da
scommetterci che non appenderà le scarpette al chiodo almeno fino ai
40. È la terza stagione che il numero 10 disputa a Pistoia: i
campionati di Legadue lo vedevano scendere in campo quasi sempre in
quintetto, il ritorno in Serie A invece non è stato dei migliori
vista anche la concorrenza col più giovane JaJuan Johnson, ma
nonostante questo il Gek riesce ancora a dare il suo contributo
mettendo nel cesto qualche punto nei minuti che coach Paolino Moretti
gli concede. La lotta per la sopravvivenza nella massima serie vede i
toscani giocarsela con Pesaro e Montegranaro ma grazie al contributo
degli americani, che sembrano aver preso confidenza col nostro
campionato, la zona rossa è stata già messa alle spalle.
Manuel
Vanuzzo
Trentotto
anni e non sentirli. Soprannominato “Capità” l’ala
sassarese ha iniziato la sua carriera a Montecatini, poi è passato
da Messina per giocare a Milano un paio di stagioni. Va a Borgomanero
nel 2004 e, dopo due stagioni, rimane in Legadue accasandosi alla
corte sassarese. Nonostante i punti a referto non siano mai stati
troppi le sue percentuali sono comunque di una certa importanza in
particolare dai 6,75 in cui anche nella stagione passata si è
distinto con quasi il 40% di media. Anche in questa stagione il tiro
dalla lunga lo sta consacrando come uno dei maggiori bombardieri del
nostro campionato e non è stato raro che l’ultimo tiro gli fosse
affidato (meno negli ultimi anni in cui Drake Diener ha fatto vedere
cose favolose a fil di sirena). Non sappiamo per quanto ancora
Vanuzzo abbia intenzione di giocare, certo è che le ultime stagioni
del Banco di Sardegna condite da successi a raffica facciano
venire l’acquolina in bocca anche al buon vecchio ragazzo
veneziano.
Alvin
Young
Leader
designato di una formazione che quest’anno sta facendo molta fatica
e a cui è chiesto un mezzo miracolo per rimanere in Serie A. Molti
giovani, alcuni prospetti interessanti (leggi Anosike), un leader
italiano (Pecile) e un allenatore in campo, Young appunto. Uscito da
Niagara nel ’99 ha militato in Italia per la maggior parte della
sua carriera cestistica, diventando un idolo per i tifosi di Reggio
Emilia. Le ultime stagioni le ha passate a Venezia dimostrando di
poter dire ancora la sua soprattutto in fase offensiva. La sfida che
Young ha raccolto è di quelle davvero difficili da realizzare,
soprattutto se ad una guardia i tiri iniziano a non entrare. La
salvezza di Pesaro deve passare soprattutto dalle sue mani, dalle sue
bombe, dalla sua esperienza.
Dimitri
Lauwers
La
professionalità al potere. Lauwers è stato uno dei giocatori più
amati in tutte le squadre in cui ha militato. I palazzetti di Belgio
e Francia sono stati quelli che hanno visto le gesta della guardia di
Liuk che nel nostro Paese ha militato a Teramo, Scafati, Bologna,
Varese, Avellino e Verona prima di passare nella piccola
Montegranaro. Buon tiratore, nelle ultime stagioni ha visto
decrescere sia le percentuali che il minutaggio anche se quest’anno
Recalcati, allenatore di una certa esperienza e di una saggezza fuori
dal comune, sembrerebbe puntare su di lui anche come leader in uno
spogliatoio popolato da ragazzi degli anni ’90 che si sono appena
affacciati al basket che conta.
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