Best
of the East
Best
Team: Toronto
Raptors
La
scelta è ardua in una Conference in cui il record complessivo delle
sue squadre è 151-191, nonostante la presenza del team col miglior
record della Lega (Pacers 20-3). Meritano però una citazione, almeno
questa settimana, i Raptors, che hanno vinto contro Lakers, Sixers e
Bulls, fermandosi solo al cospetto della corazzata Spurs. La vittoria
a Los Angeles, nella sera del ritorno del Black Mamba sul parquet, è
stata propiziata da un super Amir Johnson (32 punti e 10 rimbalzi con
14/17 al tiro) oltre alla buona prestazione di Kyle Lowry e DeMar
DeRozan. Quest'ultimo si è ripetuto anche contro Philadelphia (27
punti, 6 assist e 5 rimbalzi). Quella contro i Bulls è stata invece
una bellissima vittoria di squadra, infliggendo un passivo di -22 a
Chicago. In settimana inoltre Toronto ha tradato Rudy Gay a
Sacramento, acquisendo Greivis Vasquez, John Salmons e Patrick
Patterson ed è salita a 9-13, issandosi fino al settimo posto ad
Est.
Best
Player:
Kyrie Irving
I
Cavs avevano bisogno di rialzarsi ed in fretta, per non perdere un
treno più che accessibile verso i playoff. Ci ha pensato il loro
giocatore più rappresentativo a dare una sveglia alla squadra. In
settimana sono arrivati due trentelli, contro Knicks e Magic, che
hanno permesso a Cleveland di racimolare due vittorie fondamentali,
dopo quella coi Clippers, per tornare a sperare. La sconfitta contro
gli Heat è pronosticabile, non sono queste le partite che i Cavs
devono pensare di vincere. I 37 punti contro New York, conditi da 11
assistenze e un +20 di plus/minus, rappresentano una delle migliori
prestazioni stagionali di Irving. Ripetutasi per altro nella
successiva sfida di Orlando, in cui i punti sono stati 31 e hanno
aiutato, con quelli di Dion Waiters, il parziale di 36-24 dell'ultimo
quarto, decisivo per la vittoria. Ora Cleveland è a 9-14, di certo
non un record ottimo, ma a una sola vittoria dall'ottavo posto che
significa playoff.
Best
of the West
Best
Team: Phoenix
Suns
Phoenix
aveva conosciuto un periodo in grande spolvero nelle primissime fasi
di regular season, poi si era gradualmente spenta e sembrava
eclissarsi fuori dalle posizioni che contano. Ecco che, però, le
cinque vittorie in fila contro Rockets, Raptors, Lakers, Kings e
Warriors hanno riportato i Suns a 14-9, record che ad Ovest vale il
sesto posto assoluto. In grande spolvero su tutti sono Eric Bledsoe
(19.5 punti e 6.4 assist di media), che ha dimostrato di essere un
grandissimo giocatore se gli viene dato il giusto spazio e Goran
Dragic (19.1 punti e 6.1 assist di media), da sempre dichiarato come
il sostituto di Steve Nash, che non sta deludendo le attese. Anche i
sorprendenti fratelli Morris e un Miles Plumlee sempre più presenza
e potenza sotto canestro sono parti decisive di un ingranaggio che
sta girando alla perfezione.
Top
Player: Stephen
Curry
Ormai
non ci sono più dubbi: Steph Curry è uno dei migliori giocatori
della Lega. Resta da capire dove vogliono e possono arrivare i suoi
Warriors. Il ragazzo in settimana ha messo 43 punti e distribuito 9
assist contro i Bobcats, 33 punti e 10 assistenze contro i Mavericks,
20 punti e 9 assist contro i Rockets ed infine 30 punti e 7 assist
contro i Suns. Eppure i risultati di squadra non sono stati di certo
esaltanti, contando che l'unica vittoria negli ultimi sette giorni è
arrivata contro Dallas. Nonostante i 24 punti, 4 rimbalzi e quasi 9
assist a partita di Curry, con un notevolissimo 15.2 di PIE, Golden
State non sta ingranando come si pensava ed è ferma a quota 13-12,
lontana dal 14-10 che vale proprio ai texani sopra citati l'ottavo
posto utile per i playoff. La stagione è ancora lunga, ma bisogna
iniziare a mettere fieno in cascina se non si vuole arrivare alla
fine nel pantano di chi cerca un posto nella post-season. E Curry è
il punto di partenza.
Best
of the Rest
1.
Doc
Docet: è
tornato, dopo 10 anni sulla panchina dei C's, per la prima volta al
TD Garden da avversario. E ne è uscito con una vittoria. Doc Rivers
ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei migliori allenatori
della Lega e di poter fare la differenza. I Clippers hanno ancora
molti problemi, amnesie evitabili, ma il record di 16-9 vale loro il
quarto posto a Ovest e il primo nella loro Division, nettamente
davanti ai cugini Lakers. Per ora, va bene così.
2.
Portland
on Fire: i
Trail-Blazers stanno mettendo in piedi qualcosa di francamente
impronosticabile anche dal miglior indovino. Primi per punti segnati,
quinti a rimbalzo, sesti per assistenze, 21 partite vinte e solamente
quattro sconfitte, primo record a Ovest e secondo totale dietro i
Pacers. 21, su 37, sono anche le triple segnate in settimana ai
Sixers, record di franchigia al Rose Garden. Basta per metterli tra
le papabili sorprese dell'anno?
Worst
of the East
Worst
Team: Chicago
Bulls
Si
sapeva che l'assenza di Derrick Rose sarebbe pesata e non poco
sull'economia della stagione dei Bulls. Di qui a farli crollare a
nove vinte e tredici perse, a una sconfitta dall'essere fuori dai
playoff al momento in Eastern Conference, ne passa, però. In
settimana sono arrivate tre tragiche sconfitte contro Bucks, Knicks e
Raptors, a fronte di una sola vittoria nella "rivincita"
contro Milwaukee. Nelle tre perse la cosa che spaventa davvero è
che, al cospetto di retroguardie tra le peggiori nella Lega, Chicago
abbia segnato la miseria di 76 punti di media. La squadra al momento
si trova al 28° posto complessivo nella Lega per punti segnati,
davanti solo a Bobcats e Bucks e dietro anche ai Jazz ultimi ad
Ovest. Il solo Luol Deng si avvicina ai 20 a partita, mentre tutti
gli altri sono ben sotto la quota. Chi si aspettava una stagione
formidabile dei Tori ha visto le sue speranze spegnersi, anche
quest'anno, sul fragile fisico di Rose.
Worst
Player: Evan
Turner
I
Sixers, dopo l'ottimo inizio, sono crollati al penultimo posto ad
Est. Colpa anche e soprattutto della striscia aperta di sei sconfitte
consecutive che ha tremendamente peggiorato il record di squadra
(7-18). Evan Turner è ancora il top scorer (19.7 punti), ma non ha
di certo vissuto una settimana facile. Agli ottimi 25 punti contro i
Clippers, ne sono seguiti solo 37, nonostante i 41 tiri tentati,
nelle successive tre sfide contro T-Wolves, Raptors e Trail-Blazers.
In particolare contro Portland lo score è stato dei peggiori (3
punti con 1/7 al tiro) e, da uno che dovrebbe essere la prima scelta
offensiva, vista anche l'assenza di Michael Carter-Williams per
infortunio, ci si aspetta ben altro. Se l'inizio di stagione era
stato davvero promettente e le statistiche restano comunque le
migliori in carriera, Turner deve continuare a dimostrare le sue
qualità per essere un punto di partenza nelle stagioni future dei
Sixers.
Worst
of the West
Worst
Team: Los
Angeles Lakers
Nella
settimana del ritorno di Kobe dopo il gravissimo infortunio al
tendine d'Achille, i Lakers hanno poco altro di cui festeggiare. Le
sconfitte contro Raptors, Suns e Thunder hanno fatto scendere la
squadra di Los Angeles sotto la soglia del 50% di vittorie, score
solo parzialmente migliorato dal successo sui Bobcats ed ora a quota
11-12, che li relega al quart'ultimo posto ad Ovest, lontani da una
posizione per la post-season. Se il Black Mamba è ancora
ingiudicabile, visto che sta ancora smaltendo i postumi della lunga
assenza dai parquet, c'è da sottolineare come il solo Pau Gasol stia
avendo una buona stagione (14.4 punti e 9.3 rimbalzi di media),
mentre tutti gli altri siano in flessione. Le assenze di Chris Kaman
e Steve Nash stanno pesando più del dovuto ma, in generale, questa
squadra non sembra attrezzata per lottare con le migliori. Sempre che
Bryant non decida il contrario..
Worst
Player: Patrick
Beverley
Da
un playmaker ci si aspetta, nel caso in squadra abbia giocatori come
James Harden, Dwight Howard e Chandler Parsons, che "rubano"
la maggior parte dei tiri utili, soprattutto una cosa: gli assist. E
Beverley, che sta trovando sempre più posto in campo data l'assenza
di Jeremy Lin, si trova proprio in questa situazione. Risultato? La
miseria di due assistenze a partita. Che il ragazzo sia uno dei
migliori difensori nella Lega, non solo nel suo ruolo, va a parziale
difesa delle sue scarne statistiche, ma resta comunque il fatto che,
in oltre mezz'ora di impiego e con tante individualità di valore, un
playmaker dovrebbe essere in grado di donare passaggi utili in
quantità. In settimana, le pensanti sconfitte con Blazers e Kings,
sono un segnale che a Houston manca ancora qualcosa per fare il salto
di qualità definitivo.
Worst
of the Rest
1.
Washington
Injuries: i
Wizards sembravano poter finalmente avere un'ottima stagione nelle
zone tranquille per la post-season, ma sono subentrati gli infortuni
a rendere tutto più difficile. Tre dei giocatori più
rappresentativi hanno finora avuto problemi fisici: Bradley Beal ha
giocato solo 13 partite, Trevor Ariza 17, Nenè 16. Il solo John Wall
non basta, come dimostrano le quattro sconfitte di fila e il record
ora ridotto a 9-13, fuori dal discorso playoff.
2.
Grizzlies
sempre peggio: altre
tre sconfitte contro Thunder, Pelicans e T-Wolves spingono Memphis
sempre più in basso. 10-13 è lo score finora di una delle squadre
ritenute più solide e forti della Lega, nettamente fuori dalla lotta
per la post-season ad Ovest. Gli infortuni e la sfortuna stanno
facendo la loro parte in questa possibile disfatta dei Grizzlies, ma
non tira avanti solo piangendo sul latte versato. Serve ripartire.
via Basket Caffe
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