Best
of the East
Best
Team: Charlotte
Bobcats
Ma
che succede in Eastern Conference? A furia di prendere in giro i
Bobcats succede che, nella giungla degli orrori capitati finora ad
Est, tra i pochi salvi (o almeno salvabili), c'è anche Charlotte. Il
record (14-15) non è ancora sopra il 50% di vittorie, ma tanto basta
per avere la quinta piazza di Conference. Kemba Walker segna (18.7
punti di media) con regolarità, Al Jefferson è un fattore sotto
canestro (16.7 punti e 9.6 rimbalzi) e Gerald Henderson sta giocando
ottimamente. In settimana sono arrivate quattro vittorie molto
importanti contro Kings, Raptors, Pistons e Bucks, oltre ad
un'evitabilissima sconfitta contro i Jazz. Starete pensando che ci
sia poco da esultare nell'aver superato solo avversari di medio-basso
valore, ma andate ad analizzare, ad esempio, la stagione delle
newyorkesi. Se sono così in basso è soprattuttto per le sconfitte
contro le franchigie minori. Da cui i Bobcats stanno cercando, a
tutti i costi, di uscire.
Best
Player: LeBron
James
25.4
punti, 6.9 rimbalzi, 6.6 assist di media con un PIE di 21.4% (10%
sopra la media) dovrebbero bastare da soli per presentare il
Prescelto. In settimana, però, i numeri sono stati anche migliori:
27.5 punti, con il 66% al tiro, conditi da 8 rimbalzi e 7.5 assist di
media sono statistiche semplicemente inumane. LeBron si sta
confermando il solo padrone di questa Lega, l'unico in grado di
decidere le sorti di una squadra praticamente da solo. Miami, dopo un
inizio per lo meno balbettante, sta mettendo in fila un successo dopo
l'altro. Cinque vittorie consecutive, sette nelle ultime otto
giocate, e secondo posto ad Est con il record di 21-6, che sembra
destinato a salire sempre di più. Per ritrovare lo scettro di
Conference ci sarà da faticare e non poco contro questi Pacers
stellari, ma James e compagni sono pronti a battagliare con tutte le
loro armi per raggiungerli. E superarli, ovviamente.
Best
of the West
Best
Team: Los
Angeles Clippers
Che
bella squadra, questi Clippers. Blake Griffin sta diventando
un'infallibile arma da efficaci doppie-doppie (20.9 punti e 10.5
rimbalzi di media), Chris Paul lo era già, ma non ha perso di certo
perso il vizio (19.2 punti e 11.3 assist a partita), Jamal Crawford è
sempre un fattore in uscita dalla panchina (16.7 punti) e i nuovi
arrivati, J.J Redick, Jared Dudley e Darren Collison si stanno dando
da fare alla grande. Doc Rivers ha a disposizione un'ottima squadra e
sa come farla fruttare al meglio. Negli ultimi sette giorni, solo
vittorie per la squadra di Los Angeles. Spurs, Pelicans, Nuggets e
T-Wolves sono stati spazzati via con un passivo, tranne nell'ultimo
caso, sempre superiore ai 10 punti di distacco. Il record finora
(20-9) è ottimo e, tra le eccellenze ad Ovest, vale per ora il
quarto posto. Ma è destinato a crescere ancora.
Best
Player: Russell
Westbrook
Se
qualcuno ancora si stesse chiedendo cosa ha fatto la differenza negli
scorsi playoff dei Thunder per procurarne un'eliminazione anticipata,
beh ha già avuto più di una risposta. Westbrook sta tenendo delle
medie incredibili dal suo rientro (21.6 punti, 5.7 rimbalzi e 6.8
assist) e il record di Oklahoma City (22-5) ne giova non poco. In
particolare, nella striscia di nove vittorie consecutive,
interrottasi solo contro i Raptors la scorsa notte, Russell ha alzato
non di poco il suo rendimento e, negli ultimi sette giorni, il play
ha segnato 23.8 punti, raccogliendo 8 rimbalzi e smazzando 7.4
assist. Numeri da capogiro, che fanno di lui uno dei giocatori più
completi della Lega, oltre che uno delle guardie più forti nel
complesso. Se la condizione fisica lo supporterà fino alla fine
questa volta, ci saranno anche i Thunder per l'anello.
Best
of the Rest
1.
Clutching
Damian: che
Lillard sia uno dei migliori play in circolazione nella squadra più
in forma della Lega è ormai assodato. Segnare due canestri vincenti
in due partite consecutive, però, è qualcosa di straordinario.
Prima il jumper quasi sulla sirena per placare le pretese di vittoria
dei Pistons, poi la tripla che sigla il successo contro i Cavs,
davanti agli occhi increduli della Quicken Loans Arena. Chapeau.
2. Wizards being magic:
li chiamavano i
castigatori della Atlantic Division.
Knicks, Nets e Celtics fatti fuori una dopo l’altra dalle magie di
John Wall e compagni. I ritorni in campo di Bradley Beal, Trevor
Ariza e Nenè hanno giovato e non poco nell’economia di gioco di
Washington, che ora può veramente sperare nella post-season e,
forse, anche in qualcosa in più.
Worst
of the East
Worst
Team: Brooklyn Nets
Non
si può iniziare a complimentarsi per la prima serie di tre successi
consecutivi in stagione, che subito i Nets danno una ragione per
pentirsi di averlo fatto. Dopo la roboante vittoria del Barclays
Center contro i Sixers, con 36 punti di passivo inflitti e una
prestazione di squadra finalmente convincente, ecco tre sconfitte in
fila a cancellare i progressi fatti. Wizards e 76ers non dovrebbero
essere avversari nemmeno preoccupanti per una squadra che ha a roster
Deron Williams, Joe Johnson, Paul Pierce, Kevin Garnett e compagnia.
Eppure Washington vince anche abbastanza nettamente, mentre
Philadelphia, che arrivava alla sfida in striscia negativa da sette
gare, resta in partita, forza l'overtime e riesce a portare a casa il
match. La sconfitta contro i Pacers non è nemmeno da considerare,
Indiana è di un altro livello finora. Lo score di Brooklyn è
tragico (9-18), ma il proseguio, se qualcosa non cambia, potrebbe
anche essere peggiore.
Worst
Player: Victor
Oladipo
Vista
la nullità giunta finora da Anthony Bennet ai Cavs, gli occhi di
tutti sono sull'ex Hoosiers per determinare il Rookie of the Year di
quest'anno. La prima parte di stagione non era stata niente male, ma
ultimamente Oladipo sta deludendo e non poco. Cinque sconfitte
nell'ultima settimana e una sola vittoria contro i Bulls, ma dalla
guardia nessuna risposta convincente. 8 punti di media con con un
terribile 15/53 al tiro in 28 minuti di impiego sono davvero troppo
poco per chi aspira a entrare nel novero dei migliori Rookie della
Lega. I Magic sono rimasti sul fondo del barile (8-20) a pari merito
con Philadelphia e davanti solo ai Bucks, sono in striscia negativa
da tre partite e non sembrano ancora in grado di poter uscire dal
tunnel. A meno che Oladipo non decida di svegliarsi e dimostrare a
tutti quanto vale.
Worst
of the West
Worst
Team: Denver
Nuggets
Quattro
sconfitte consecutive, sette nelle ultime dieci giocate, sono davvero
troppe per chi aspira ai playoff ad Ovest. Il record piange (14-13 da
11-6 che era) e ora Denver è a due vittorie di distanza dall'ottavo
posto utile, occupato da Golden State. Proprio con i Warriors è
arrivata l'ultima debacle di una striscia che comprende Clippers,
Suns e Thunder. Nella recente settimana l'unica gioia è capitata
contro i Pelicans, poi solo insuccessi in casa Nuggets. Ty Lawson è
l'unico che sta giocando a buon livello (17.6 punti e 7.9 assist di
media), mentre J.J Hickson e Nate Robinson non sembrano in grado di
produrre il salto di qualità in un team ancora senza Danilo
Gallinari e con un Kenneth Faried in grande difficoltà. Serve
invertire la rotta già dalle prossime due contro Pelicans e
Grizzlies se non si vuol lasciar scappare il treno playoff.
Worst
Player: Rudy
Gay
Quando
i Grizzlies si sono liberati di lui, sembrava che dovesse diventare
l'uomo franchigia ai Raptors, ma nemmeno in Canada le cose sono
andate come ci si sarebbe aspettati. Memphis lo lasciò andare
basandosi sui dati statistici di un esperto, il quale sosteneva che
guadagnasse troppo per quanto produceva. Sembra che la tendenza non
sia cambiata nemmeno nella sua nuova casa, ai Kings. Non è un caso
che due delle tre volte che Gay è stato sopra i 20 punti in
settimana, tirando in maniera quanto meno decente, siano arrivate due
vittorie contro Rockets e Magic, mentre nella pessima prestazione
contro i Bobcats (4 punti con 1/6 al tiro), o in quelle non
all'altezza contro Heat e Pelicans, Sacramento abbia raccolto solo
sconfitte. La domanda che si fanno tutti è: quando troverà una
continuità di gioco?
Worst
of the Rest
1.
Conference
Difference (again?): si,
di nuovo. Basiamoci però su altri dati. Escludendo per un attimo le
prime tre squadre ad Est e ad Ovest abbiamo un tabellino di 123
vittorie e ben 207 sconfitte nella prima, mentre dall'altra parte
sono 167 le vittorie a fronte di "sole" 169 sconfitte.
Analizzando le prime tre (Pacers, Heat e Hawks; Blazers, Thunder e
Spurs) abbiamo invece un record di 59-24 nella Eastern e 67-16 nella
Western. Ha ancora senso tenere le Conference divise in questo modo
ed escludere tante ottime squadre dai playoff solo perché a Ovest?
2.
Not
clutching Bucks: Milwaukee
quest'anno ha ben poco da chiedere alla sua stagione, se non tanta
pazienza ai suoi tifosi in vista del Draft estivo. Eppure in
settimana i Bucks hanno offerto delle buone prestazioni, raccogliendo
molto meno di quanto avrebbero meritato. La vittoria coi Sixers
poteva essere accompagnata da quelle con Knicks, Cavs e Bobcats. In
tutti e tre i casi, però, la squadra ha perso dopo aver raggiunto i
tempi supplementari. Manca qualcuno che tenga la palla quando scotta
di più per tornare, quanto meno, a sorridere.
via Basket Caffe
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