Il famigerato “Black Monday” è ormai
passato agli annali ed è nuovamente tempo di guardare al futuro per molte
squadre. Gennaio, oltre che essere il mese dei playoff, è anche il mese dei
coach. Tante squadre che non hanno avuto gloria in stagione, licenziano e
assumono nuove guide per provare a smuovere la loro triste situazione che, per
alcune, perdura ormai da molti anni. Due squadre in particolare, piene di
talento, potrebbero sicuramente beneficiare del cambiamento: i Detroit Lions e i
Minnesota Vikings.
I Lions, subito dopo aver licenziato
Jim Schwartz, hanno presentato un identikit del loro prossimo head coach. Un
uomo con esperienza da capo allenatore, dotato di leadership e con la forza di
fare dei cambiamenti importanti sia col quarterback che all’interno dello
spogliatoio. Il profilo corrisponde perfettamente a colui che ha guidato i
Colts al Super Bowl 2009: Jim Caldwell.
Un vero guru dei quarterback, Caldwell
ha già allenato i Buccanneers e i Colts e potrà essere di enorme aiuto alla
crescita di un giovane dagli alti e bassi come Matthew Stafford. Ha iniziato a
Wake Forest la sua carriera sulla sideline, per poi passare, dopo otto anni, in
NFL, dove ha iniziato ricoprendo la posizione di allenatore dei quarterback e
poi di offensive coordinator. Una carriera costellata da alti e bassi, ma
Caldwell ha avuto la costante di essere sempre stato una risorsa preziosa per i
quarterback che ha allenato, prima Manning e poi Flacco. Proprio questa sua
caratteristica l’ha reso molto attraente per i Lions. Se riuscirà a far
crescere Stafford nella maniera migliore, facendolo diventare uno dei pilastri
della squadra, potrà aver già realizzato l’obbiettivo più importante per il suo
successo. Stafford ha iniziato l’anno con un rating di 94.7, guidando i Lions
ad un record di 5-3, ma poi ha concluso con un 72.1 che ha portato Detroit a
chiudere con 7-9.
Già dal primo incontro Stafford e
Caldwell si sono parlati e il coach ha presentato uno schema dettagliato sui
punti in cui il giovane quarterback deve maggiormente migliorare. Oltre a far
crescere il numero 9, Caldwell è anche un coach capace di farsi rispettare dai
suoi assistenti e all’interno dello spogliatoio. Un maestro del gioco, capace
di far regnare la calma in un ambiente che spesso si è mostrato troppo caldo,
senza bisogno di troppe parole. Inoltre ci sarà un notevole cambiamento di
mentalità nel team, passando da un coach focoso ad uno pacato e preciso, il che
potrebbe comportare una riduzione delle penalità che hanno afflitto troppo i
Lions quest’anno.
Passando in Minnesota la scelta è
ricaduta su Mike Zimmer, uno dei nomi più caldi per il posto di capo allenatore
già da qualche off-season. Un esperto della difesa, ha iniziato nel 1994 come
allenatore dei defensive back nei Dallas Cowboys per poi diventare, nel 1999,
defensive coordinator, posizione che ha ricoperto con molto successo ai
Cincinnati Bengals, sua ex squadra. Riesce a spremere il meglio dai suoi
giocatori ed è riuscito a far esplodere atleti come Vontaze Burfict o Geno
Atkins.
Quando prese per mano la difesa dei
Bengals alla fine del 2007, essa si trovava in fondo alle classifiche di
categoria, stessa situazione attuale dei Vikings. Minnesota ha concluso 27sima
in yard concesse per drive (33.53) e 29sima in punti concessi per drive (2.31).
La differenza rispetto al 2007 sta nel grande talento di cui dispone la difesa
purple-gold. Shariff Floyd e Xavier Rhodes saranno due giocatori fondamentali
da cui ripartire. Se riusciranno a rifirmare free agent del calibro di Jared
Allen e Chris Cook potranno sicuramente migliorarsi. Zimmer baserà la difesa
sul sistema 4-3 che ben si adatta al front seven dei Vikings e userà con
aggressività il pass rushing. Grazie ad una difesa stabile e ad un nuovo
offensive coordinator che possa aiutare il GM Spielman a trovare il quarterback
del futuro i Vikings saranno in buone mani con Zimmer. Non ci resta che
aspettare e vedere se le premesse verranno rispettate.
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