Best
of the East
Best
Team: Toronto Raptors
La
striscia di cinque vittorie consecutive si è interrotta solo al
cospetto dei due volte campioni in carica, gli Heat. Questo non
cancella però di certo i due ottimi successi sui Knicks, quello
convincente sui Bulls e le devastanti affermazioni su Pacers e
Wizards. Toronto, quest’anno, ne ha per tutti. Il record è al 50%
attualmente (16-16), ma prima della sconfitta contro Miami è stato
anche positivo, il che non succedeva da un bel po’ a questo punto
della stagione. Non è un caso che coach Dwane Casey si sia
guadagnato la palma di miglior coach dell’ultimo mese. DeMar
DeRozan sta avendo una grandissima stagione da 21.1 punti di media,
Kyle Lowry sta facendo grandi cose (15.7 punti e 7.6 assist a
partita) e Amir Johnson con Jonas Valanciunas stanno diventando un
fattore sotto canestro. Il quarto posto a Est ad oggi è assicurato e
in Canada tutti sperano lo sia ancora per lungo tempo.
Best
Player: Michael Carter-Williams
Dire
di avere lo stesso record di Brooklyn, adesso come adesso, potrebbe
anche non essere una cosa di cui vantarsi (12-21), ma se si
analizzano le sole partite con MCW in campo allora le cose cambiano e
parecchio. 11 delle 12 vittorie stagionali sono arrivate con lui in
campo e ben 10 sconfitte sono invece giunte durante la sua assenza.
In settimana sono arrivati tre successi e fanno quattro consecutivi
se si aggiunge quello coi Lakers della scorsa, con una media di 109.7
punti fatti. Se il team di LA e i Nuggets sono due squadre in crisi
nera, se i Kings non sono un avversario di alto lignaggio, è
altrettanto vero che sabato notte è arrivata la vittoria contro i
Blazers dei miracoli. Michael Carter-Williams (17.2 punti, 5.7
rimbalzi e 7.2 assist di media) è ad oggi il Rookie Of the Year se
ce n’è uno. I playoff per la sua squadra sono ancora lontani e
resteranno probabilmente un miraggio. Ma per ora, almeno per lui, va
benissimo così.
Best
of the West
Best
Team: Golden State Warriors
Non
è cambiato nulla rispetto a settimana scorsa, anzi. Golden State
viaggia spedita verso i piani alti della Western Conference e lo fa
mettendo in serie una vittoria dopo l’altra. Con quelle contro
Heat, Hawks e Wizards fanno nove in fila per i californiani, la
squadra più in forma della Lega adesso come adesso. Se contro Miami
Steph Curry si è dimostrato una delle migliori guardie in NBA (23
punti e 9.6 assist di media finora), contro gli Hawks a essere
tornato decisivo è stato Andre Iguodala che, a dispetto di
statistiche di basso profilo rispetto a quelle in carriera, sta dando
quella spinta in più di corsa e in difesa che i Warriors cercavano
per fare l’ennesimo salto di qualità. Con un David Lee dominante e
un Andrew Bogut tornato macchina da doppie doppie ora non manca
proprio nulla a questo team per essere tra il novero delle
primissime. Il record (23-13) ora è ottimo e il quarto posto a Ovest
è raggiunto. In attesa di nuovi traguardi.
Best
Player: Kevin Durant
Forse
ci sono state settimane in cui avrebbe meritato maggiormente di
essere il migliore a Ovest. Forse lo meriterebbe tutte le settimane.
Sicuramente, però, Kevin Durant sta studiando per diventare il
miglior giocatore della Lega. I Thunder, contro i T-Wolves,
rischiavano di incappare nella prima striscia di tre sconfitte
consecutive dell’anno e KD ha risposto agli attacchi di Minnesota
con 48 punti, di cui 23 nel solo quarto periodo a suggellare la
vittoria, e aggiunge 7 rimbalzi e 7 assist. Basterebbe questo. Durant
sta imparando a prendere meno conclusioni, tirando col 49,6% dal
campo, raccogliere tanti ottimi rimbalzi (8.3 di media finora) e
anche smazzare delle buone assistenze ai compagni (4.9). Un PIE di
20.6%, circa il 10% sopra la media NBA, dimostra che l’ala di
Oklahoma City non è affatto un giocatore nella media. E nemmeno la
sua squadra (27-7) lo è.
Best
of the Rest
Marco hits Career High: poco male che, alla fine, gli Spurs perdano la
partita contro i Knicks. Belinelli stravince il derby italiano contro
Bargnani e mette a tabellone 32 punti, massimo in carriera, con uno
straordinario 12/16 dal campo e un fantastico 6/9 da tre punti. Marco
finora, in assenza ancora di Gallinari, con un Datome ai margini di
Detroit e Bargnani in una squadra ad oggi pessima, sta avendo i
migliori risultati tra i nostri connazionali e la sua miglior
stagione in carriera agli ordini di coach Popovich. Avanti così!
Le Magnifiche Otto: che ad Ovest la concorrenza sia sempre strenua è
chiaro a tutti. Le prime otto squadre, finora, stanno però facendo
storia a sé. Se si pensa che tra Dallas (19-15) e Denver (16-17) già
ad oggi passano 3.5 partite di distanza, il concetto è presto
spiegato. E le eccellenze, con Thunder, Spurs e Blazers (che insieme
collezionano 23 sconfitte, una in più dei Knicks tanto per
intenderci) su tutte, non mancano di certo. Lunga vita alla Western
Conference.
Worst
of the East
Worst
Team: Detroit Pistons
Ma
i Pistons non dovevano essere la sorpresa della stagione? In
settimana è arrivata la sola mazzata subita dai Grizzlies (112-84
per Memphis il finale), non certo una squadra imprescindibile, ma il
periodo è nero già da un po’. Prima degli Orsi, infatti, erano
arrivate tre sconfitte in fila contro Magic e due volte contro i
Wizards. Se Washington si sta dimostrando una buona squadra,
altrettanto non si può dire per Orlando e, ad oggi, nemmeno per
Detroit. Un record di 14-20, che solo in questa Eastern Conference
può valere l’ottavo posto utile ai playoff, non può essere adatto
a una squadra che in estate ha acquisito giocatori del calibro di
Brandon Jennings (comunque in una discreta stagione a 17 punti e 8.3
assist di media) e Josh Smith per entrare nel novero delle migliori.
Con due talenti assoluti come Andre Drummond e Greg Monroe sotto
canestro sarebbe davvero un peccato non provare l’ebrezza della
post-season. Anche per il nostro Gigi Datome!
Worst
Player: Jared Sullinger
C’erano
tante aspettative e tante speranze sulle spalle di Sullinger ad
inizio stagione. Soprattutto vista la partenza di Kevin Garnet. Se in
termini di rimbalzi (7.3 a partita e tre delle ultime quattro sopra i
10) Jared non sta facendo rimpiangere The Big Ticket, altrettanto non
si può dire in termini di punti. Negli ultimi tre match l’ala
grande ha raccolto 20 rimbalzi offensivi totali, tantissimi, ma ha
contribuito in termini di segnature con appena 11 conclusioni segnate
su ben 40 tentate. L’1/6 avuto nella precedente contro gli Hawks
non aiuta a migliorare la statistica. Non è forse un caso che siano
arrivate quattro sconfitte di fila. Certo anche i compagni non sono
stati esemplari, ma se Sullinger abbinasse alla forza sotto canestro
anche un tiro e delle conclusioni migliorate potrebbe arrivare
lontano. Sulle tracce di KG.
Worst
of the West
Worst
Team: Memphis Grizzlies
E’
davvero difficile scegliere una peggiore in una Conference tanto
equilibrata. Questo è più un “premio” all’infelice stagione
avuta finora da Memphis, che alla settimana in corso. Anche se aver
fatto ritrovare la vittoria ai Nuggets dopo otto sconfitte
consecutive è un segnale che qualcosa non sta funzionando per il
giusto verso. Se il 9-14 contro le avversarie di Conference non è,
visto il livello a Ovest, un risultato da denigrare, lo 0-8 contro le
avversarie di Division è un dato che deve invece far riflettere.
Vero è che Spurs, Rockets e Mavs sono ad oggi squadre da playoff, ma
se si vuole ambire alla post-season bisogna cominciare a batterle e
far vedere gli artigli. Altrettanto si potrebbe dire del buon record
in trasferta (8-7) e del pessimo in casa (7-11), il motivo principale
dello score negativo avuto finora dai Grizzlies. Cosa sarà di
Memphis?
Worst
Player: Josè Calderon
Convivere
con un giocatore come Monta Ellis non dev’essere di certo facile,
ma lo spagnolo di recente non sta avendo il rendimento che Dallas si
aspettava da lui. Nelle ultime tre gare, Calderon ha tirato sempre
molto sotto il 40% dal campo, prendendo 37 conclusioni e mettendone a
segno solamente 12, con un 8/26 da tre punti non all’altezza delle
qualità dell’iberico, che in stagione tira con il 46%. Anche gli
assist, 4.8 di media finora, stanno scarseggiando. Se contro i
Wizards è arrivata una vittoria, contro Clippers e Knicks sono
arrivate due sconfitte che, seppure Dallas conservi un margine ampio
sulle inseguitrici al suo ottavo posto a Ovest, non sono comunque un
buon segnale per i texani. Anno nuovo, vita nuova si spera sempre, ma
Calderon deve invece augurarsi di tornare in fretta sui livelli dello
scorso anno.
Worst
of the Rest
Celtics Up & Downs: mettetevi persuasi che Boston, benché ci provi e
benché ci potrebbe provare ad Est, non vuole andare ai playoff. A
periodi di slancio collettivo e di vittorie straordinarie fanno
sempre da contraltare momenti di buio. Ecco spiegate le quattro
sconfitte in fila contro Hawks, Bulls, Pelicans e Thunder e il record
(13-21) che ne consegue. Il 50% è tornato a essere lontano e, ad
oggi, solo una chimera per menti utopistiche.
Rockets avoidable stops: nessuno mette in dubbio la buona stagione (22-13 e
sesto posto a Ovest) avuta finora da Houston, anche visto il roster
di livello di cui sono in possesso. In settimana è arrivata però la
seconda sconfitta stagionale contro i Kings che, insieme a quelle
contro Jazz e Sixers, compone un quartetto di stop davvero evitabili
per una squadra che aspira al vertice. Proprio con queste vittorie si
mette fieno in cascina per quando farà freddo.
via Basket Caffe
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