Best
of the East
Best
Team(s): New
York Basketball
Chi
si rivede. Nei top di quest'anno non c'era mai stato posto per la
coppia di team di New York che, almeno fino ad inizio 2014, non aveva
combinato nulla di buono. L'aria del nuovo anno sembra aver fatto
davvero bene tanto ai Nets quanto ai Knicks. Brooklyn ha racimolato
cinque vittorie, tra cui quelle contro Hawks, Warriors in serie
positiva da dieci partite e Heat, con una sola sconfitta, la batosta
presa dai Raptors nell'ultima uscita. New York ha invece regolato gli
Spurs, perso contro i Rockets e vinto altre cinque partite di fila
contro Mavericks, Pistons, Heat, Sixers e Suns, abbinando finalmente
un buon gioco ai campioni che presenta a roster. I ragazzi del
Madison Square Garden hanno già acchiappato l'ottavo posto utile per
i playoff, seppur col record misero di 15-22, ma i cugini del
Barclays Center sono appaiati col medesimo score. Attenzione a
parlare già di rinascita, però. A New York, specialmente
quest'anno, tutto cambia sempre in un batter d'occhio.
Best
Player: Carmelo
Anthony
La
riscossa dei Knicks ha un nome ed è quello di Anthony. Pur tirando
con percentuali non sempre grandiose, ma che si sono alzate nel
quintetto di vittorie consecutive (43.5% di media), Melo ha segnato
25.8 punti raccogliendo 8.8 rimbalzi a partita e aggiungendo 4.6
assistenze, che non fanno mai male in una squadra dallo scarso
playmaking come New York. Ottime le prestazioni in settimana contro i
Pistons (34 punti con 6/7 da tre punti) e contro gli Heat (29 punti,
8 rimbalzi e 5 assist). Secondo miglior marcatore della Lega (26.2
punti di media), il suo contributo non si è finora tradotto in
ottimi frutti per i Knicks, ma la colpa non è certamente da
attribuire solo a lui. Come ha dimostrato nell'ultima gara contro
Phoenix, è sempre pronto a decidere il match con le sue conclusioni
e non trema con la palla in mano. La crescita dei Knicks passa per la
crescita di Melo.
Best
of the West
Best
Team: Denver
Nuggets
Quest'anno
i tifosi dei Nuggets soffriranno il mal di mare a furia di scossoni.
Un inizio pessimo, poi un periodo fantastico, seguito da un'altra
striscia negativa ed ora, dal nulla, cinque importanti e splendide
vittorie consecutive, salvo poi farsi superare dai Jazz. Dopo quella
di misura sui Grizzlies ecco la netta, con annesso record stagionale
di punti segnati (137), contro i Lakers seguita dal +31 sui Celtics,
dall'ottimo successo sui Thunder e dalla netta affermazione sui
Magic. Morale della favola sono 119.6 i punti di media segnati in
questa striscia vincenti con 100.6 subiti. Guidati dal sempre
decisivo Ty Lawson (17.7 punti e 8.6 assist di media), i Nuggets
hanno portato alla doppia cifra di media anche Wilson Chandler
(12.8), J.J. Hickson (11.2), Kenneth Faried (10.5), Randy Foye (10.2)
e Nate Robison (10.1). Se, al suo rientro, Danilo Gallinari tornerà
ad essere un fattore e, magari, anche la prima scelta offensiva, a
Mile High City ci sarà di certo da divertirsi. Sempre che non
incappi di continuo in sconfitte come quelle contro Utah.
Best
Player: Blake
Griffin
Per
favore nessuno dica più che Blake Griffin sa solamente schiacciare.
Vincere un derby contro i Lakers è sempre un'ottima soddisfazione,
farlo senza il compagno di giochi preferito, quel Chris Paul che
viene sempre definito come il vero All Star dei Clippers, significa
che stai facendo del tuo meglio. Se a questo aggiungiamo il 12/15 al
tiro per 33 punti, i 12 rimbalzi e il +45 di plus / minus allora
l'impresa è di quelle da ricordare. I suoi 22.3 punti di media
(tirando col 52.7% dal campo) sono il frutto di partite sempre in
doppia cifra dall'inizio dell'anno, tre sole volte sotto i 15 segnati
e ben tredici sopra i 25. I 10.4 rimbalzi sono invece il risultato di
26 doppie doppie già raccolte finora. Era fondamentale dimostrare di
saper vincere e dominare anche da solo, senza Paul, in una partita
tesa come il derby di LA. Si può dire tranquillamente che se i Clips
sono quarti a Ovest con un ottimo 26-13 è anche e, forse,
soprattutto merito di Blake Griffin.
Best
of the Rest
1.
Spurs
rolling enemies: San
Antonio (30-8) è ancora e sempre padrona ad Ovest e in striscia
positiva da cinque partite a seguito dei successi su Clippers,
Grizzlies, Mavs, T-Wolves e Pelicans. Evergreen
is the way.
Gli Spurs sembrano davvero non essere mai finiti e non poter finire
mai. Esprimono il miglior gioco di squadra della Lega e coach Pop
sembra trasformare tutto ciò che tocca in ora. Anche un certo Marco
Belinelli, uno delle nostre parti..
2.
Pacers
Defense: defensive
rating a quota 92.6, -8.9 rispetto a quello offensivo a quota 101.5,
avversari lasciati col 40.9% al tiro e una difesa che, con Roy
Hibbert in testa, è capace davvero di fermare chiunque. Chiedetelo
ai Wizards, ridotti alla miseria di 66 punti segnati, minimo
stagionale in NBA. Il record in casa è di 18-1, il meglio visto
nella Lega dai magici Cavs di LeBron del 2008/2009. Non si costruisce
per caso il miglior record score ottenuto finora (29-7).
Worst
of the East
Worst
Team: Miami
Heat
Sarebbero
da considerare le striscie negative di Celtics (9 sconfitte di fila),
Magic (8) e Bucks (6), ma trattandosi di team che non hanno nulla da
chiedere alla stagione in corso, tanto vale trattare di chi punta al
titolo. Le vittorie contro Raptors e Pelicans avevano aperto al
meglio la settimana di Miami che però poi si è chiusa con due
sconfitte inaspettate. La rivalsa di Knicks e Nets, a lungo
esplicitata nei top settimanali, è passata per una vittoria a testa
in casa contro Miami, per altro entrambe in doppia cifra di scarto.
Non c'è da preoccuparsi, il 27-10 assicura ampiamente il secondo
posto.. ecco assicura giusto il secondo posto ad Est, a 2.5 gare dai
Pacers in vetta. Il fattore campo è fondamentale se si vuole puntare
all'anello e gli Heat ultimamente sembrano troppo altalenanti per
poter puntare effettivamente al primato di Indiana.
Worst
Player: Jeff
Teague
Dopo
che tutti hanno osannato la splendida prestazione contro i Cavs, il
suo rendimento è calato notevolmente e, in questa settimana, ha
raggiunto i minimi stagionali. Nelle ultime quattro partite sono
arrivati 14.5 punti, trovati però con un tremendo 33.9% al tiro, con
soli 5 assist smazzati a partita e ben 4 palle perse di media.
Nonostante la sua pessima prestazione, unita a quella anche peggiore
di Millsap, Atlanta ha incredibilmente battuto Indiana, ripetendosi
poi anche contro Houston, salvo poi perdere contro Memphis, così
come aveva fatto contro i Nets nella prima delle quattro partite in
analisi. Il terzo/quarto posto sembra saldamente nelle mani degli
Hawks, ma attenzione che Wizards, Bulls, Piston e le due di New York
sono lì a un soffio. È un attimo uscire dalla contesa per i playoff
e sarebbe un peccato per un'ottima squadra come Atlanta.
Worst
of the West
Worst
Team: Phoenix
Suns
Vale
lo stesso discorso che ad Est per Lakers (4 sconfitte di fila) e
Pelicans (6), ma i Suns sono direttamente invischiati nella lotta per
l'ottavo posto e il 2014, finora, è stato davvero povero di
soddisfazioni. Una vittoria netta sui Bucks e un'affermazione di
misura sui T-Wolves non basta per chi punta ai playoff ad Ovest se
nel frattempo si perde due volte coi Grizzlies e una con Piston,
Bulls e Knicks. Phoenix sembra aver perso lo smalto nello stesso
lasso di tempo in cui ha perso Eric Bledsoe per infortunio. Goran
Dragic sta continuando a fare ottime cose, ma altrettanto non si può
dire degli altri, specialmente i gemelli Morris, vera rivelazione di
inizio anno. Ora Phoenix, a quota 21-16, è pericolosamente scivolata
all'ultimo posto utile per la post-season e deve ringraziare il cielo
che i Jazz hanno regolato incredibilmente i Nuggets, altrimenti
Denver sarebbe a una sola gara di distacco.
Worst
Player: Kevin
Love
Quanto
dalle prestazioni di Love dipendano strettamente quelle dei suoi
T-Wolves è presto detto. Contro gli Spurs, 3/14 al tiro per 14 punti
e 7 rimbalzi, risultato: sconfitta. Contro i Bobcats, 6/10 per 19
punti e 14 rimbalzi, risultato: vittoria. Contro i Suns, 4/20 al tiro
per 15 punti, risultato: sconfitta. Contro i Sixers 7/12 al tiro e 26
punti, risultato: vittoria. Questo dimostra anche qualcosa in più.
Le squadre contro cui Love fa bene sono spesso dal record negativo,
mentre contro le grandi di quest'anno spesso fatica. Come dimostrano
anche i liberi sbagliati nel finale contro i Thunder, che potevano
decidere l'overtime, parte delle innumerevoli partite perse per
pochissimi punti dai T-Wolves quest'anno. L'ala di Minnesota deve
imparare a fare molto meglio quando la palla scotta. Altrimenti i
playoff resteranno sempre un miraggio.
Worst
of the Rest
1.
Losing
Streaks: non
citabili direttamente sopra, trovano però posto qui. Boston (13-26)
ha deciso di fare sul serio col tanking,
Orlando (10-28) già era ben avviata e prosegue all'opera, Milwaukee
(7-30) quest'anno proprio non riuscirebbe a vincere nemmeno se lo
volesse. Il Draft estivo fa gola, ma a queste franchigie serve
davvero qualcosa di speciale per tornare sui livelli degli anni
passati.
2.
Losing
Streaks (pt.2): i
Pelicans (15-22) sono indecisi sul loro futuro, ma si stanno
lasciando andare vista la concorrenza ad Ovest che non permette
ottime chance di post-season e i Lakers (14-23) vogliono una buona
scelta al Draft e lo danno non poco a vedere, come tutte in questo
pacchetto degli orrori. Magari la squadra di LA potrebbe giusto
evitare di perdere il derby di 36 punti, massimo scarto di sempre.
via Basket Caffe
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