Best
of the East
Best
Team: Indiana
Pacers
Semplicemente,
ad oggi, il miglior team dell'intera Lega. 33 partite vinte e
solamente 7 perse, un record spaventoso in casa (21-1) e una striscia
di cinque vittorie consecutive ancora aperta. Ciò che sorprende
maggiormente è che siano arrivate con un +27 sui Wizards, che hanno
vinto quattro delle ultime cinque partite giocate, contro i Kings e
poi battendo Knicks, Clippers e Warriors, tre serie pretendenti alla
post-season (e non solo) con un distacco medio di 16.6 punti tra
punti segnati (108.3) e punti subiti (91.7). Quello che poteva
sembrare solamente un bellissimo inizio di stagione si sta
trasformando in qualcosa di tremendamente concreto e a lungo termine.
Merito, soprattutto, di un Paul George leader assoluto di squadra
(23.2 punti, 6.2 rimbalzi, 3.5 assist e 1.85 rubate a partite) e
miglior giocatore ad Est visto finora. Gli Heat sono già lontani 4.5
partite. Ora è tutto nelle mani di Indiana.
Best
Player: Al
Jefferson
Charlotte,
specialmente per quanto riguarda il basket, non è di certo un'isola
felice. Jefferson, però, oltre al contratto faraonico, ha trovato
qualche motivo in più per sorridere. Dopo un inizio di stagione
difficile e un infortunio, il centro ex Jazz sta dimostrando il
perché i Bobcats hanno puntato tanto, tantissimo su di lui. Nelle
cinque partite settimanali, in cui sono arrivate tre vittorie e due
sconfitte per i Cats, oltre ad aver trascinato i Miami Heat al
supplementare, le medie di Al sono paurose: 26.6 punti segnati di
media conditi con 13 rimbalzi e anche 3.6 assist a partita. Non è un
caso che Charlotte sia tornata all'ottavo posto utile per i playoff,
nonostante il record ancora non sia un granché (18-25). In
particolare Jefferson ha riportato un 30+15 (30 punti con 13/17 al
tiro e 17 rimbalzi contro i Magic) in casa Bobcats che mancava dal 17
gennaio 2009, firmato Gerald Wallace. A Charlotte è tempo di
sognare?
Best
of the West
Best
Team: Memphis
Grizzlies
Peccato
per la brutta sconfitta contro i Pelicans, alle prese con una lunga
striscia negativa, rimediata nel Martin Luther King Day. Peccato
perché in settimana erano arrivate quattro ottime vittorie contro
Hawks, Thunder, Bucks e Kings. Se le ultime due franchigie non
possono essere un banco di prova, sicuramente Atlanta e, in
particolare, Oklahoma City sono due test probanti per chi sta
cercando la forma migliore per lottare per qualcosa di grande. Per
ora Memphis è tornata ad avere un record al 50% (20-20) e ha
risalito la china fino al nono posto ad Ovest, ancora lontano 3
partite da quelli che contano, però. Mike Conley (18.1 punti e 6.3
assist di media) e Zach Randolph (17.1 punti e 10.6 rimbalzi a
partita) sono i leader di squadra in attesa che Marc Gasol torni ad
essere quello dello scorso anno, riprendendosi dall'infortunio. Per
ora, va bene così.
Best
Player: Kevin
Durant
Semplicemente
divino. Manca Russell Westbrook e Oklahoma City è, per la prima
volta in questa stagione, in crisi di risultati? Sembra impossibile
chiedere qualcosa di più ancora a KD, eppure KD ce l'ha messo da
solo, quel qualcosa in più. Nelle quattro uscite settimanali, aperte
dalla sconfitta contro i Grizzlies, e chiuse con i tre successi in
fila con Rockets, Warriors e Kings, Durant ha totalizzato 39.2 punti
di media (!) con quasi 5 rimbalzi e 6.5 assist a partita. Il dato che
fa davvero paura è che, a quella allucinante media punti, l'ala dei
Thunder abbia abbinato il 57% al tiro, con un picco del 67.9% nel
19/28, con 5/9 da tre punti, nel giorno del suo career high contro
Golden State, in cui ha sfornato 54 punti e una prestazione davvero
da campione. Riportata OKC al secondo posto, in coabitizione con i
Blazers, ad Ovest (31-10), ora si punta dritti a riprendersi quel
primo posto ad oggi in mano agli Spurs.
Best
of the Rest
1.
Terrence
Jones dominating: 21.6
punti e 12.2 rimbalzi nelle ultime cinque uscite hanno fatto di
Terrence Jones il nuovo idolo in casa Houston. Più giovane
dall'epoca di Hakeem The
Dream Olajuwon
a segnare 30 punti in una partita (36 con 14/20 al tiro nella
vittoria sui Bucks), Jones sta diventando un fattore per questi
Rockets. Il 28-15, abbinato al quinto posto assoluto della Western
Conference, ne sono una dimostrazione perfetta.
2.
Clippers
come-back: un
parziale subito di 32-6, a cavallo tra terzo e quarto periodo, e uno
svantaggio di 17 punti a 3.26 dal termine, metterebbero all'angolo
chiunque. Non questi Clippers, però. Un fallo stupido di Samuel
Dalembert su Blake Griffin scatena la franchigia di Los Angeles che,
con Barnes e un Redick scatenato, recupera velocemente lo svantaggio.
Ci pensa Crawford a segnare i liberi del sorpasso e Jordan recupera
l'ultimo pallone utile per Dallas. Finisce 129-127 per i padroni di
casa.
Worst
of the East
Worst
Team: New
York Knicks
Cosa
avevo detto la scorsa settimana riguardo l'andare cauti prima di
parlare di rinascita Knicks? New York ha ripreso a fare ciò ha fatto
meglio finora: perdere nettamente. Dopo la sofferta vittoria coi
Suns, ecco sfornate quattro sconfitte di fila, con 10 punti di
passivo in casa dei Bobcats, 28 dai Pacers, 14 in casa contro i
Clippers e ben 23 nel derby perso al Madison Square Garden contro i
cugini dei Nets. Insomma, non proprio quattro partite giocate punto a
punto. I 90.5 punti segnati di media in queste quattro uscite sono un
dato su cui riflettere e che, striscia vincente esclusa, si protrae
da inizio stagione. Il record (15-26), lontano ormai anche da quello
di Brooklyn, che si è leggermente sollevata in graduatoria, ha
bisogno di una sterzata decisa, non certo di procedere a settimane
alterne. Forse questi Knicks non sono ancora attrezzati, soprattutto
mentalmente, per vincere.
Worst
Player: Carmelo
Anthony
Melo
è uno di quei giocatori che o ami alla follia o odi alla morte,
senza mezzi termini. Quest'anno, però, sta cercando di guadagnare
una cattiva reputazione anche tra i suoi tifosi. Ciò che
infastidisce di Anthony non sono di certo le medie (26.1 punti e 9.1
rimbalzi a partita), ma il modo in cui arrivano questi dati. Nelle
ultime quattro partite (vedi sopra, solo sconfitte pesanti), per
segnare i suoi 25 punti di media, Melo ha preso 81 conclusioni, più
di 20 a partita, e ne ha messe a segno la miseria di 29, poco più di
7 a gara. Il tragico 4/23 al tiro partorito contro i Clippers, in cui
ha però anche raccolto 20 rimbalzi, dato più che onorevole,
dimostra come il talento ci sia e sia di quelli cristallini, ma
troppo spesso sprecato in un egoismo insensato e un non saper giocare
di squadra. Per essere tra i migliori di questa Lega, serve ben
altro.
Worst
of the West
Worst
Team: New
Orleans Pelicans
La
bella vittoria contro Memphis non può cancellare le ottime
prestazioni dei Grizzlies in settimana, ma nemmeno le pessime di New
Orleans. Delle 11 partite giocate nel 2014 i Pelicans ne hanno vinte
due, l'ultima uscita già descritta e una punto a punto contro i
derelitti Celtics di questa stagione. Per il resto solo sconfitte.
Spurs, Rockets e Warriors hanno avuto del filo da torcere contro i
Pelicans questa settimana e sono certamente tre team superiori alla
franchigia della Louisiana, ma ad Ovest, se si vuole lottare per i
playoff, bisogna saper vincere qualsiasi tipo di sfida. Il record di
16-24 (era 14-15 nel 2013) ora sembra davvero suonare come una
sentenza sulla stagione di Anthony Davis e compagni, che
difficilmente recupereranno il deficit sulle posizioni che contano.
Più facile che si diano al tanking compulsivo in vista del Draft.
Peccato, però.
Worst
Player: Andre Iguodala
La
settimana appena trascorsa non è certo stata tra le più esaltanti
per i Warriors,
che hanno subito tre sconfitte da Nuggets, Thunder e Pacers, vincendo
solamente contro i Pelicans in crisi nera. I quasi 110 punti di media
subiti, che salgono a 117.3 se si esclude il successo su New Orleans,
dimostrano che in difesa qualcosa non sta funzionando per il verso
giusto. Iggy,
tra i migliori difensori di squadra, oltre a questo dato negativo,
aggiunge soli 5 punti di media, con 7/27 al tiro e un pessimo 1/11 da
tre punti in 33 minuti di media di impiego. Anche le statistiche alla
voce rimbalzi (2.5) e assist (3.5) sono deficitarie, segno di un
periodo di flessione per l’ex idolo della città dell’amore
fraterno. Per ora Golden State ha in mano il sesto posto a Ovest
(26-17), ma per le potenzialità che ha a roster potrebbe stare molto
più in alto. Tocca anche a Iguodala, però, portarcela.
Worst
of the Rest
1.
Not
Clutching Wolves: not
a bit, verrebbe da dire. Altra sconfitta in settimana per Minnesota
in una gara punto a punto, questa volta contro i Kings. I
Timberwolves sono a quota 19-10 quando la partita si chiude con più
di 5 punti di scarto, un ottimo dato, che in prospettiva varrebbe i
playoff. Non certo da titolo invece il tragico 0-11 quando la partita
si chiude punto a punto. A questi Lupi serve qualcuno che sappia
ululare e suonare la carica quando ce n'è più bisogno.
2.
Miami?
404 Error Not Found: due
vittorie e due sconfitte in settimana per gli Heat, dato non certo
esaltante, ancor meno se si calcola che Miami ha vinto contro i
Sixers e ha dovuto trascinare i Bobcats al supplementare per averne
ragione. Doppia sconfitta, e nemmeno così risicata, invece, contro
Wizards e Hawks, due franchigie al momento in lizza per i playoff ad
Est. I Pacers, nel frattempo, stanno scappando. Gli Heat, senza
D-Wade, hanno perso lo slancio per rincorrerli?
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